Nell’area di studio (hinterland veneziano, Porto Marghera) si segnala la presenza di alcune centinaia di pozzi artesiani (80-350 m di profondità) realizzati nel periodo 1910-1970, successiva-mente dismessi. Tali pozzi rappresentano un possibile passaggio di risalita delle acque artesiane; processo, può innescarsi pertanto un di miscelazione tra le acque sotterranee del Sistema Acquifero Superficiale (0-80 m) con quelle contenute negli acquiferi artesiani profondi (Sistema Acquifero Artesiano, 80-350 m dal piano campagna) dove il potenziale piezometrico è in continua crescita da almeno 40 anni. In tal caso gli acquiferi prossimi al piano campagna (ca 0-30 m) potrebbero essere soggetti alla ricarica attraverso questi pozzi abbandonati. Tale effetto di ricarica va ad aggiungersi ad un sistema idrogeologico fortemente condizionato dalle attività antropiche, quali: il drenaggio prodotto dal sistema di bonifiche costituito da numerose idrovore che mantengono su vaste aree il livello freatico e piezometrico al di sotto del piano campagna; la conterminazione dell’intera area di Porto Marghera, sia in corrispondenza della gronda lagunare, sia nelle aree interne (retromargina-mento). Il marginamento si spinge fino a 15-20 m di profondità. Tale conterminazione prevede l’allontanamento delle acque sotterranee in surplus, che - attraversando terreni caratterizzati da un forte livello di contaminazione - devono necessariamente essere allontanate e trattate per un opportuno stoccaggio. La risalita spontanea di flussi di acque sotterranee attraverso pozzi abbandonati a causa di un incremento del potenziale piezometrico negli acquiferi profondi, dal punto di vista scientifico è un argomento poco investigato. I modelli analitici e numerici disponibili nella letteratura scientifica sono rivolti soprattutto alla definizione di un sistema composto da pozzi profondi dismessi, attraverso si possono avere flussi causati dall’iniezione di rifiuti fluidi o anidride carbonica attraverso da pozzi di re-immissione. L’applicazione di tali soluzioni richiede la conoscenza di una serie di parametri idrogeologici. Il più importante di questi è la ricostruzione geometrica degli acquiferi coinvolti. Un modello idrogeologico aggiornato dell’intera area di studio risulta essere necessario. Poiché mancano dati di indagini dirette alle profondità di interesse, è stata effettuata una aggiornata ricostruzione idrostrati-grafica dell’unico carotaggio continuo del quale si hanno numerose informazioni: il Ve-1 realizzato a 951 m nel 1971. La successione idrostratigrafica di riferimento ottenuta ha richiesto l’analisi delle più recenti pubblicazioni scientifiche relative al Ve-1 in ambito sedimentologico, palinologico, magnetostratigrafico. I dati provenienti dalle stratigrafie derivate da alcuni pozzi realizzati a distruzione di nucleo sono stati utilizzati all’interno di un nuovo pacchetto software, sviluppato all’interno del presente studio (modalstrata). Modalstrata consente di ottenere una stratigrafia media da una serie di verticali d’indagine in una determinata area. Nelle aree dove la distribuzione di dati stratigrafici è carente, è stato utilizzato il metodo geofisico della sismica passiva che ha consentito di individuare la conti-nuità laterale di alcuni riflettori principali. Il modello idrostratigrafico così ottenuto è stato validato attraverso il confronto con la successione idrostratigrafica precedentemente definita per il Ve-1. This hydrostratigraphic model is confirmed by the comparison of a first hydrostratigraphic series developed for Ve-1. Il modello idrostratigrafico aggiornato dell’area di studio ha così consentito la definizione delle geometrie da inserire all’interno delle soluzioni analitiche per la definizione delle portate di leakage ad un caso specifico, del quale si dispone di un sufficiente numero di parametri idrogeologici. Un ambiente GIS gestisce un elevato numero di dati ed informazioni. Il ricorso all’uso di applicativi GIS, permette anche lo sviluppo di ulteriori valutazioni geostatistiche e decisionali.
HYDROGEOLOGICAL SURVEYS AND ANALYTICAL APPLICATIONS OF THE VENETIAN AQUIFER SYSTEM. IMPLEMENTATIONS OF SAFETY MEASURES FOR THE VENICE LAGOON AREA
CULTRERA, MATTEO
2010
Abstract
Nell’area di studio (hinterland veneziano, Porto Marghera) si segnala la presenza di alcune centinaia di pozzi artesiani (80-350 m di profondità) realizzati nel periodo 1910-1970, successiva-mente dismessi. Tali pozzi rappresentano un possibile passaggio di risalita delle acque artesiane; processo, può innescarsi pertanto un di miscelazione tra le acque sotterranee del Sistema Acquifero Superficiale (0-80 m) con quelle contenute negli acquiferi artesiani profondi (Sistema Acquifero Artesiano, 80-350 m dal piano campagna) dove il potenziale piezometrico è in continua crescita da almeno 40 anni. In tal caso gli acquiferi prossimi al piano campagna (ca 0-30 m) potrebbero essere soggetti alla ricarica attraverso questi pozzi abbandonati. Tale effetto di ricarica va ad aggiungersi ad un sistema idrogeologico fortemente condizionato dalle attività antropiche, quali: il drenaggio prodotto dal sistema di bonifiche costituito da numerose idrovore che mantengono su vaste aree il livello freatico e piezometrico al di sotto del piano campagna; la conterminazione dell’intera area di Porto Marghera, sia in corrispondenza della gronda lagunare, sia nelle aree interne (retromargina-mento). Il marginamento si spinge fino a 15-20 m di profondità. Tale conterminazione prevede l’allontanamento delle acque sotterranee in surplus, che - attraversando terreni caratterizzati da un forte livello di contaminazione - devono necessariamente essere allontanate e trattate per un opportuno stoccaggio. La risalita spontanea di flussi di acque sotterranee attraverso pozzi abbandonati a causa di un incremento del potenziale piezometrico negli acquiferi profondi, dal punto di vista scientifico è un argomento poco investigato. I modelli analitici e numerici disponibili nella letteratura scientifica sono rivolti soprattutto alla definizione di un sistema composto da pozzi profondi dismessi, attraverso si possono avere flussi causati dall’iniezione di rifiuti fluidi o anidride carbonica attraverso da pozzi di re-immissione. L’applicazione di tali soluzioni richiede la conoscenza di una serie di parametri idrogeologici. Il più importante di questi è la ricostruzione geometrica degli acquiferi coinvolti. Un modello idrogeologico aggiornato dell’intera area di studio risulta essere necessario. Poiché mancano dati di indagini dirette alle profondità di interesse, è stata effettuata una aggiornata ricostruzione idrostrati-grafica dell’unico carotaggio continuo del quale si hanno numerose informazioni: il Ve-1 realizzato a 951 m nel 1971. La successione idrostratigrafica di riferimento ottenuta ha richiesto l’analisi delle più recenti pubblicazioni scientifiche relative al Ve-1 in ambito sedimentologico, palinologico, magnetostratigrafico. I dati provenienti dalle stratigrafie derivate da alcuni pozzi realizzati a distruzione di nucleo sono stati utilizzati all’interno di un nuovo pacchetto software, sviluppato all’interno del presente studio (modalstrata). Modalstrata consente di ottenere una stratigrafia media da una serie di verticali d’indagine in una determinata area. Nelle aree dove la distribuzione di dati stratigrafici è carente, è stato utilizzato il metodo geofisico della sismica passiva che ha consentito di individuare la conti-nuità laterale di alcuni riflettori principali. Il modello idrostratigrafico così ottenuto è stato validato attraverso il confronto con la successione idrostratigrafica precedentemente definita per il Ve-1. This hydrostratigraphic model is confirmed by the comparison of a first hydrostratigraphic series developed for Ve-1. Il modello idrostratigrafico aggiornato dell’area di studio ha così consentito la definizione delle geometrie da inserire all’interno delle soluzioni analitiche per la definizione delle portate di leakage ad un caso specifico, del quale si dispone di un sufficiente numero di parametri idrogeologici. Un ambiente GIS gestisce un elevato numero di dati ed informazioni. Il ricorso all’uso di applicativi GIS, permette anche lo sviluppo di ulteriori valutazioni geostatistiche e decisionali.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/172835
URN:NBN:IT:UNIPD-172835