L'aumento dei processi migratori e la crescente diversità culturale impongono un ripensamento delle usuali modalità di approccio al paziente straniero. Come può un medico fare una diagnosi e trattare adeguatamente un paziente basandosi unicamente sul proprio significato di salute e malattia, senza conoscere altre modalità di pensare e utilizzare le pratiche mediche? La domanda diventa ancora più complessa e articolata quando l’incontro con l'Altro avviene per comprendere e curare la sofferenza psichica ed esistenziale. Una difficoltà – quella dell’incontro – che si esprime nella confusione vissuta dal professionista e dal paziente mentre tentano di rispondere a domande non sempre condivise o traducibili. La presenza dei migranti nei servizi di cura e nei tribunali non solo ci fornisce informazioni su noi stessi e sui nostri modi di curare, ma impone una sfida, sia epistemologica che pratica. Ci costringe a riconsiderare i nostri modelli di benessere, eziologia e trattamento della sofferenza, poiché sempre incompleti e parziali. La ricerca si propone di indagare – in tre differenti studi - l'incontro di valutazione diagnostica tra professionista della salute mentale – che lavora in ambito clinico e giuridico - e paziente/cliente migrante, focalizzando l’attenzione su pratiche, esperienze vissute, difficoltà percepite, uso di strumenti di valutazione e diagnosi. Tale ricerca si propone di offrire una riflessione teorica su tali tematiche, a partire da una integrazione tra la prospettiva etno-psichiatrica e quella fenomenologica.
Diagnosi e strumenti di valutazione con la persona migrante. Uno studio in ambito clinico e giuridico.
LOTITO, CLAUDIA
2018
Abstract
L'aumento dei processi migratori e la crescente diversità culturale impongono un ripensamento delle usuali modalità di approccio al paziente straniero. Come può un medico fare una diagnosi e trattare adeguatamente un paziente basandosi unicamente sul proprio significato di salute e malattia, senza conoscere altre modalità di pensare e utilizzare le pratiche mediche? La domanda diventa ancora più complessa e articolata quando l’incontro con l'Altro avviene per comprendere e curare la sofferenza psichica ed esistenziale. Una difficoltà – quella dell’incontro – che si esprime nella confusione vissuta dal professionista e dal paziente mentre tentano di rispondere a domande non sempre condivise o traducibili. La presenza dei migranti nei servizi di cura e nei tribunali non solo ci fornisce informazioni su noi stessi e sui nostri modi di curare, ma impone una sfida, sia epistemologica che pratica. Ci costringe a riconsiderare i nostri modelli di benessere, eziologia e trattamento della sofferenza, poiché sempre incompleti e parziali. La ricerca si propone di indagare – in tre differenti studi - l'incontro di valutazione diagnostica tra professionista della salute mentale – che lavora in ambito clinico e giuridico - e paziente/cliente migrante, focalizzando l’attenzione su pratiche, esperienze vissute, difficoltà percepite, uso di strumenti di valutazione e diagnosi. Tale ricerca si propone di offrire una riflessione teorica su tali tematiche, a partire da una integrazione tra la prospettiva etno-psichiatrica e quella fenomenologica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/173035
URN:NBN:IT:UNIPD-173035