Una maggiore tutela e un uso più sostenibile delle risorse idriche sono una priorità inderogabile dell’agenda pubblica a livello internazionale ed europeo. La Direttiva Quadro sulle Acque (2000/60/CE, DQA), infatti, stabilisce un quadro comune di azione per le politiche idriche europee, fondato su una sostanziale trasformazione della governance delle risorse idriche. In particolare, la Direttiva richiede agli stati membri di suddividere i territori nazionali in distretti idrografici e, per ciascuno di essi, di sviluppare e attuare specifici piani, chiamati Piani di Gestione. Inoltre, la Direttiva richiede che la società civile in generale, e in maggior misura i portatori di interesse, vengano attivamente coinvolti nell’elaborazione dei Piani di Gestione. A quasi venti anni dall’entrata in vigore della DQA, tuttavia, l’attuazione di tali requisiti sembra essere ancora limitata. Allo stesso tempo, il governo delle acque sembra ancora risentire di una profonda frammentazione istituzionale e territoriale. Inoltre, la letteratura scientifica risulta tuttora carente per quanto riguarda l’analisi dei meccanismi di pianificazione e partecipazione pubblica all’interno dei distretti idrografici. Questa tesi si propone di contribuire allo studio dell'evoluzione dei sistemi nazionali di governance per rispondere agli obblighi di pianificazione su scala di bacino idrografico e di partecipazione pubblica posti dall’Europa, al fine di individuare quali sono gli elementi più significativi per promuovere una pianificazione coordinata e inclusiva dei bacini idrografici. Nel fare ciò, un'attenzione specifica è rivolta a come viene condotta l'attuazione in Italia. Nel dettaglio, la presente tesi si pone tre obiettivi specifici. Il primo consiste nell’identificare, analizzare e confrontare i diversi approcci adottati nei paesi europei per l’attuazione dei requisiti di pianificazione di bacino e partecipazione. Tale obiettivo è stato realizzato attraverso una meta-analisi qualitativa della letteratura scientifica. In particolare, l’analisi si è soffermata su sette stati membri rappresentativi di diversi approcci per l’attuazione della Direttiva: Danimarca, Inghilterra, Germania, Italia, Francia, Spagna e Svezia. Il secondo obiettivo riguarda l’analisi dell’intera attuazione della DQA su scala di distretto idrografico. Il presente scopo è stato perseguito attraverso un caso studio condotto in Italia, nel distretto idrografico Alpi Orientali, dove l'intero processo di attuazione è stato analizzato, dalla pianificazione all'implementazione delle misure per aumentare l'efficienza irrigua. Infine, il terzo obiettivo mira a fornire delle raccomandazioni politiche per l’attuazione della Direttiva in Italia e, più nello specifico, nel distretto idrografico Alpi Orientali. I risultati mostrano che l’attuazione della DQA ha effettivamente promosso un maggior coordinamento e una crescente partecipazione nei processi decisionali in molti stati membri. Ma evidenziano anche che ciò ha raramente riguardato l’intero territorio del distretto idrografico. In molti dei paesi analizzati, infatti, sono stati creati comitati consultivi a livello sotto-distrettuale (ad es. a livello di bacino idrografico o locale), per promuovere un maggiore coordinamento e coinvolgimento degli attori nei processi decisionali. Nello studio condotto nel distretto idrografico Alpi Orientali, è stato rilevato che, mentre il coordinamento amministrativo può essere realizzato efficacemente attraverso specifici meccanismi di coordinamento stabiliti dall'autorità distrettuale, la partecipazione pubblica ha una maggiore risonanza se condotta a livello regionale. La tesi ha quindi evidenziato la necessità che il processo di adeguamento della governance delle risorse idriche avvenga su più livelli che devono agire sinergicamente per produrre risultati significativi. A livello nazionale, dove gli ostacoli che impediscono un migliore coordinamento su scala distrettuale devono essere superati, a livello di distretto idrografico, dove il coordinamento inter-regionale deve essere rafforzato, e a livello regionale, dove una maggiore integrazione tra tutela e gestione delle risorse idriche e una maggiore partecipazione pubblica devono essere promosse.
Adapting water governance to European Water Framework Directive: implications for river basin planning, public participation and irrigation management
PELLEGRINI, EMILIA
2019
Abstract
Una maggiore tutela e un uso più sostenibile delle risorse idriche sono una priorità inderogabile dell’agenda pubblica a livello internazionale ed europeo. La Direttiva Quadro sulle Acque (2000/60/CE, DQA), infatti, stabilisce un quadro comune di azione per le politiche idriche europee, fondato su una sostanziale trasformazione della governance delle risorse idriche. In particolare, la Direttiva richiede agli stati membri di suddividere i territori nazionali in distretti idrografici e, per ciascuno di essi, di sviluppare e attuare specifici piani, chiamati Piani di Gestione. Inoltre, la Direttiva richiede che la società civile in generale, e in maggior misura i portatori di interesse, vengano attivamente coinvolti nell’elaborazione dei Piani di Gestione. A quasi venti anni dall’entrata in vigore della DQA, tuttavia, l’attuazione di tali requisiti sembra essere ancora limitata. Allo stesso tempo, il governo delle acque sembra ancora risentire di una profonda frammentazione istituzionale e territoriale. Inoltre, la letteratura scientifica risulta tuttora carente per quanto riguarda l’analisi dei meccanismi di pianificazione e partecipazione pubblica all’interno dei distretti idrografici. Questa tesi si propone di contribuire allo studio dell'evoluzione dei sistemi nazionali di governance per rispondere agli obblighi di pianificazione su scala di bacino idrografico e di partecipazione pubblica posti dall’Europa, al fine di individuare quali sono gli elementi più significativi per promuovere una pianificazione coordinata e inclusiva dei bacini idrografici. Nel fare ciò, un'attenzione specifica è rivolta a come viene condotta l'attuazione in Italia. Nel dettaglio, la presente tesi si pone tre obiettivi specifici. Il primo consiste nell’identificare, analizzare e confrontare i diversi approcci adottati nei paesi europei per l’attuazione dei requisiti di pianificazione di bacino e partecipazione. Tale obiettivo è stato realizzato attraverso una meta-analisi qualitativa della letteratura scientifica. In particolare, l’analisi si è soffermata su sette stati membri rappresentativi di diversi approcci per l’attuazione della Direttiva: Danimarca, Inghilterra, Germania, Italia, Francia, Spagna e Svezia. Il secondo obiettivo riguarda l’analisi dell’intera attuazione della DQA su scala di distretto idrografico. Il presente scopo è stato perseguito attraverso un caso studio condotto in Italia, nel distretto idrografico Alpi Orientali, dove l'intero processo di attuazione è stato analizzato, dalla pianificazione all'implementazione delle misure per aumentare l'efficienza irrigua. Infine, il terzo obiettivo mira a fornire delle raccomandazioni politiche per l’attuazione della Direttiva in Italia e, più nello specifico, nel distretto idrografico Alpi Orientali. I risultati mostrano che l’attuazione della DQA ha effettivamente promosso un maggior coordinamento e una crescente partecipazione nei processi decisionali in molti stati membri. Ma evidenziano anche che ciò ha raramente riguardato l’intero territorio del distretto idrografico. In molti dei paesi analizzati, infatti, sono stati creati comitati consultivi a livello sotto-distrettuale (ad es. a livello di bacino idrografico o locale), per promuovere un maggiore coordinamento e coinvolgimento degli attori nei processi decisionali. Nello studio condotto nel distretto idrografico Alpi Orientali, è stato rilevato che, mentre il coordinamento amministrativo può essere realizzato efficacemente attraverso specifici meccanismi di coordinamento stabiliti dall'autorità distrettuale, la partecipazione pubblica ha una maggiore risonanza se condotta a livello regionale. La tesi ha quindi evidenziato la necessità che il processo di adeguamento della governance delle risorse idriche avvenga su più livelli che devono agire sinergicamente per produrre risultati significativi. A livello nazionale, dove gli ostacoli che impediscono un migliore coordinamento su scala distrettuale devono essere superati, a livello di distretto idrografico, dove il coordinamento inter-regionale deve essere rafforzato, e a livello regionale, dove una maggiore integrazione tra tutela e gestione delle risorse idriche e una maggiore partecipazione pubblica devono essere promosse.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/173177
URN:NBN:IT:UNIPD-173177