Che cosa significa essere legati socialmente? Nell’ambito della filosofia della realtà sociale, la Dissertazione fornisce alcune risposte al quesito che sono principalmente formali, statiche, generali e strutturali; nondimeno, esse forniscono una teoria generale alla realtà sociale, sviluppata da un punto di vista realista e non riduzionista. Si mostra che il legame sociale si dà in due forme generali: il legame sociale emergente e quello istituito. La prima e più semplice risposta al quesito posto sopra è che essere legati significa avere obblighi. La Dissertazione sviluppa questa intuizione in una discussione che è articolata in due parti principali. La prima parte si occupa dell’ontologia del legame sociale e la seconda parte si occupa della metafisica del legame sociale. Esse sono seguite da una terza parte che si occupa di alcuni paradossi e dilemmi della filosofia della realtà sociale. La prima parte della Dissertazione discute la possibilità di accettare il legame sociale nel catalogo delle cose esistenti. Il primo capitolo presenta le categorie di livello più alto usate nel testo che segue per sviluppare la teoria generale. Esse sono prese da BFO (Basic Formal Ontology) e sono in qualche misura adattate per la realtà sociale. Il capitolo presenta anche la nozione di emergenza, chiarendo quale sua versione è accolta nel testo. Il secondo capitolo critica la prospettiva dei «negatori», cioè dell’eliminativismo e del riduzionismo: entrambi negano l’irriducibile esistenza del legame sociale. Soprattutto, il capitolo si occupa delle versioni più forti dell’individualismo metodologico, impegnate a rifiutare il legame sociale come ente indipendente. Il capitolo fornisce inoltre una fenomenologia delle relazioni sociali, così che il legame è presentato nelle sue molte forme. Da una prospettiva genealogica e da una ontogenetica, il terzo capitolo difende la tesi che il legame sociale è all’origine della socialità. Gli agenti sociali sono capaci di agire secondo un’intenzionalità collettiva. Essi interagiscono in modo tale da lasciar emergere il legame, o da crearlo con l’atto di istituzione. La seconda parte della Dissertazione discute la metafisica del legame sociale. Essa è divisa in tre capitoli, svolti in due direzioni principali: una metafisica generale (cap. IV) a una metafisica speciale (sul legame sociale emergente - cap. V, e sul legame sociale istituito - cap. VI). Il legame sociale, in senso stretto, è qui definito come un continuo indipendente che comporta un tipo di relazione tra gli agenti sociali, tale che ciascuno di coloro che entrano in relazione ha obblighi sociali, tanto verso gli altri agenti coi quali egli è legato, quanto verso il legame stesso. Il quarto capitolo tratta di alcune caratteristiche del legame sociale comuni alle diverse forme. Di particolare importanza è la fenomenologia della normatività che presenta il campo delle norme peculiari della realtà sociale come irriducibile all’etica. Si mostra qui che la cortesia è un ambito che connette il sociale all’etica. Inoltre, il capitolo discute l’appartenenza, mostrandola nelle sue molte forme. Esso anche discute i meccanismi conservativi del legame, come la fedeltà alle origini, e la motivazione estrinseca ed intrinseca. La parte finale del capitolo si occupa delle patologie del legame sociale. Il quinto capitolo comincia presentando e discutendo la teoria di Keith Sawyer dell’emergenza della realtà sociale. Facendo questo, sono discussi alcuni importanti temi, come le regole di coordinazione, il ruolo e lo status, la cooperazione e la reciprocità, il dono e l’atto di donazione. La nozione di John Searle di Dichiarazione viene presentata e discussa nel sesto capitolo. Il capitolo presenta la nozione di atto di istituzione, e la forza della procedura per costituire la realtà sociale. Viene mostrato che l’accettazione è la radice profonda della socialità. Il contrattualismo sembra non averlo colto, non riuscendo così a dare ragione in maniera soddisfacente della socialità. Nel contesto della realtà istituita, si mostra che i documenti sono importanti, ma non sono tanto essenziali come Maurizio Ferraris sembra pensare. La terza e ultima parte della Dissertazione cerca di testare la teoria, sviluppata nelle parti precedenti dell’opera. Sulla base della teoria proposta, sono qui presentati, discussi e talvolta risolti alcuni paradossi (p.e. «il paradosso della democrazia», «sulla possibilità del dono», «la gratitudine») e alcuni dilemmi (p.e. «conflitto tra sociale e morale», «molteplici appartenenze»). Il fine del capitolo è di mostrare la forza e il valore della teoria proposta.

Il legame sociale

TERRAVECCHIA, GIAN PAOLO
2011

Abstract

Che cosa significa essere legati socialmente? Nell’ambito della filosofia della realtà sociale, la Dissertazione fornisce alcune risposte al quesito che sono principalmente formali, statiche, generali e strutturali; nondimeno, esse forniscono una teoria generale alla realtà sociale, sviluppata da un punto di vista realista e non riduzionista. Si mostra che il legame sociale si dà in due forme generali: il legame sociale emergente e quello istituito. La prima e più semplice risposta al quesito posto sopra è che essere legati significa avere obblighi. La Dissertazione sviluppa questa intuizione in una discussione che è articolata in due parti principali. La prima parte si occupa dell’ontologia del legame sociale e la seconda parte si occupa della metafisica del legame sociale. Esse sono seguite da una terza parte che si occupa di alcuni paradossi e dilemmi della filosofia della realtà sociale. La prima parte della Dissertazione discute la possibilità di accettare il legame sociale nel catalogo delle cose esistenti. Il primo capitolo presenta le categorie di livello più alto usate nel testo che segue per sviluppare la teoria generale. Esse sono prese da BFO (Basic Formal Ontology) e sono in qualche misura adattate per la realtà sociale. Il capitolo presenta anche la nozione di emergenza, chiarendo quale sua versione è accolta nel testo. Il secondo capitolo critica la prospettiva dei «negatori», cioè dell’eliminativismo e del riduzionismo: entrambi negano l’irriducibile esistenza del legame sociale. Soprattutto, il capitolo si occupa delle versioni più forti dell’individualismo metodologico, impegnate a rifiutare il legame sociale come ente indipendente. Il capitolo fornisce inoltre una fenomenologia delle relazioni sociali, così che il legame è presentato nelle sue molte forme. Da una prospettiva genealogica e da una ontogenetica, il terzo capitolo difende la tesi che il legame sociale è all’origine della socialità. Gli agenti sociali sono capaci di agire secondo un’intenzionalità collettiva. Essi interagiscono in modo tale da lasciar emergere il legame, o da crearlo con l’atto di istituzione. La seconda parte della Dissertazione discute la metafisica del legame sociale. Essa è divisa in tre capitoli, svolti in due direzioni principali: una metafisica generale (cap. IV) a una metafisica speciale (sul legame sociale emergente - cap. V, e sul legame sociale istituito - cap. VI). Il legame sociale, in senso stretto, è qui definito come un continuo indipendente che comporta un tipo di relazione tra gli agenti sociali, tale che ciascuno di coloro che entrano in relazione ha obblighi sociali, tanto verso gli altri agenti coi quali egli è legato, quanto verso il legame stesso. Il quarto capitolo tratta di alcune caratteristiche del legame sociale comuni alle diverse forme. Di particolare importanza è la fenomenologia della normatività che presenta il campo delle norme peculiari della realtà sociale come irriducibile all’etica. Si mostra qui che la cortesia è un ambito che connette il sociale all’etica. Inoltre, il capitolo discute l’appartenenza, mostrandola nelle sue molte forme. Esso anche discute i meccanismi conservativi del legame, come la fedeltà alle origini, e la motivazione estrinseca ed intrinseca. La parte finale del capitolo si occupa delle patologie del legame sociale. Il quinto capitolo comincia presentando e discutendo la teoria di Keith Sawyer dell’emergenza della realtà sociale. Facendo questo, sono discussi alcuni importanti temi, come le regole di coordinazione, il ruolo e lo status, la cooperazione e la reciprocità, il dono e l’atto di donazione. La nozione di John Searle di Dichiarazione viene presentata e discussa nel sesto capitolo. Il capitolo presenta la nozione di atto di istituzione, e la forza della procedura per costituire la realtà sociale. Viene mostrato che l’accettazione è la radice profonda della socialità. Il contrattualismo sembra non averlo colto, non riuscendo così a dare ragione in maniera soddisfacente della socialità. Nel contesto della realtà istituita, si mostra che i documenti sono importanti, ma non sono tanto essenziali come Maurizio Ferraris sembra pensare. La terza e ultima parte della Dissertazione cerca di testare la teoria, sviluppata nelle parti precedenti dell’opera. Sulla base della teoria proposta, sono qui presentati, discussi e talvolta risolti alcuni paradossi (p.e. «il paradosso della democrazia», «sulla possibilità del dono», «la gratitudine») e alcuni dilemmi (p.e. «conflitto tra sociale e morale», «molteplici appartenenze»). Il fine del capitolo è di mostrare la forza e il valore della teoria proposta.
25-gen-2011
Italiano
Teoria della società, legame sociale, ontologia, normatività, realismo./Theory of society, social bond, ontology, normativity, realism.
Università degli studi di Padova
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/173473
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-173473