Il restauro e la conservazione di beni storici è oggi un tema molto discusso ed in fase di evoluzione sia in Italia che all’estero. Il tema pone degli interessanti interrogativi circa la metodologia di approccio da seguire e gli obiettivi dai quali si deve partire per la definizione di un corretto progetto di restauro. A livello normativo si stanno creando e affinando delle procedure di studio mediante la stesura di linee guida che hanno lo scopo di fornire una metodologia e una sensibilizzazione al problema a livello accademico, agli enti pubblici preposti alla conservazione e al restauro, e ai tecnici che lavorano in questo ambito. È infatti in atto un processo di “sforzo normativo” per colmare queste lacune mediante la produzione di documenti tecnici che si prefiggono di valutare il problema con maggior consapevolezza fornendo linee guida per il restauro di beni storici. Attualmente la materia in esame vede due differenti tipi di approccio: da una parte il restauro conservativo, in cui viene data importanza alla forma ed alla materia e meno alla componente strutturale, e dall’altra un criterio più tecnicistico, che pone più riguardo alla struttura ma che, in molti casi, comporta degli interventi più massicci che rischiano di falsare la forma e la storia originaria del bene. La tesi proposta si inserisce nel filone delle richieste normative, dei contenuti tecnici e dei documenti di riferimento quali le Linee Guida per i Beni Culturali e, a livello europeo, le Raccomandazioni ISCARSAH, ed intende fornire una procedura operativa per porsi nel giusto mezzo tra i due approcci sopra citati. Sono stati presi in considerazione vari documenti tecnici di riferimento ed è stato identificato un metodo integrato e mutidisciplinare per lo studio di beni storici, creato in funzione delle attuali normative e nel rispetto dei fondamentali criteri del restauro e della conservazione. Si è voluto rendere tale metodo il più generico possibile, senza fornire particolari informazioni inerenti specifiche tecniche di restauro, in modo tale che sia applicabile ad i vari tipi di beni storici. Per validare tale approccio, la metodologia identificata è stata applicata a due differenti casi studio, entrambi presenti all’interno del sito ad elevato valore storico/sociologico/architettonico quale l’Arsenale di Venezia, che si differenziano tra loro per materiali, destinazioni d’uso e comportamento strutturale: la Sala Maggiore delle Sale d’Armi Nord e la gru idraulica Armstrong, Mitchell & Co. La scelta dei due casi studio è stata dettata da concrete esigenze della Soprintendenza B.A.P di Venezia e Laguna di recuperare i due beni riportandoli alla loro configurazione originaria sia materica che strutturale.
An integrated approach for restoration and conservation of cultural heritage structures: history, materials and structural behaviour. The arsenal of Venice
BETTIOL, GIULIA
2010
Abstract
Il restauro e la conservazione di beni storici è oggi un tema molto discusso ed in fase di evoluzione sia in Italia che all’estero. Il tema pone degli interessanti interrogativi circa la metodologia di approccio da seguire e gli obiettivi dai quali si deve partire per la definizione di un corretto progetto di restauro. A livello normativo si stanno creando e affinando delle procedure di studio mediante la stesura di linee guida che hanno lo scopo di fornire una metodologia e una sensibilizzazione al problema a livello accademico, agli enti pubblici preposti alla conservazione e al restauro, e ai tecnici che lavorano in questo ambito. È infatti in atto un processo di “sforzo normativo” per colmare queste lacune mediante la produzione di documenti tecnici che si prefiggono di valutare il problema con maggior consapevolezza fornendo linee guida per il restauro di beni storici. Attualmente la materia in esame vede due differenti tipi di approccio: da una parte il restauro conservativo, in cui viene data importanza alla forma ed alla materia e meno alla componente strutturale, e dall’altra un criterio più tecnicistico, che pone più riguardo alla struttura ma che, in molti casi, comporta degli interventi più massicci che rischiano di falsare la forma e la storia originaria del bene. La tesi proposta si inserisce nel filone delle richieste normative, dei contenuti tecnici e dei documenti di riferimento quali le Linee Guida per i Beni Culturali e, a livello europeo, le Raccomandazioni ISCARSAH, ed intende fornire una procedura operativa per porsi nel giusto mezzo tra i due approcci sopra citati. Sono stati presi in considerazione vari documenti tecnici di riferimento ed è stato identificato un metodo integrato e mutidisciplinare per lo studio di beni storici, creato in funzione delle attuali normative e nel rispetto dei fondamentali criteri del restauro e della conservazione. Si è voluto rendere tale metodo il più generico possibile, senza fornire particolari informazioni inerenti specifiche tecniche di restauro, in modo tale che sia applicabile ad i vari tipi di beni storici. Per validare tale approccio, la metodologia identificata è stata applicata a due differenti casi studio, entrambi presenti all’interno del sito ad elevato valore storico/sociologico/architettonico quale l’Arsenale di Venezia, che si differenziano tra loro per materiali, destinazioni d’uso e comportamento strutturale: la Sala Maggiore delle Sale d’Armi Nord e la gru idraulica Armstrong, Mitchell & Co. La scelta dei due casi studio è stata dettata da concrete esigenze della Soprintendenza B.A.P di Venezia e Laguna di recuperare i due beni riportandoli alla loro configurazione originaria sia materica che strutturale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/173817
URN:NBN:IT:UNIPD-173817