Obiettivo generale di questa tesi è stato quello di studiare e valutare il panello di colza (CE) estratto a freddo in impianti aziendali di piccole dimensioni per un potenziale utilizzo nell'alimentazione dei ruminanti. Nella tesi sono riportati i risultati di quattro prove sperimentali: nel primo contributo è stata valutata la stabilità della frazione lipidica del CE a temperature diverse e per diversi periodi di tempo al fine di valutare se la conservazione in condizioni anche particolari (durante la stagione estiva) in azienda, possa modificare il profilo degli acidi grassi e alcuni parametri di ossidazione lipidica. I risultati hanno evidenziato che a diverse temperature (12, 24, e 36°C) e tempi di stoccaggio (10, 20, e 30 d), CE ha mantenuto una buona stabilità ossidativa, come evidenziato dai bassi valori del numero di perossidi (<10 mEqO2/kg grasso), dal test di Kreis sempre negativo, e dalle scarse variazioni del contenuto di acidi grassi. Da questi risultati preliminari si può ipotizzare che lo stoccaggio aziendale per i panelli sottoprodotti ottenuti dal colza in azienda, non determina grosse variazioni della componente lipidica. Nel secondo contributo sono state valutate, in vitro, le produzioni di gas prodotti da campioni di CE e da semi di soia integrale incubando i questi alimenti con due differenti media: uno ricco in a N e uno senza N in modo da confrontare lâ andamento delle fermentazioni quando lâ unica fonte di N risulta lâ alimento. I risultati hanno evidenziato che CE è una fonte proteica rapidamente degradabile; in caso di diete ipoproteiche come quelle suggerite per ridurre lâ escrezione azotata, la sua inclusione potrebbe favorire l' attività microbica ruminale. Non sono sati rilevati effetti tossici sulla microflora ruminale durante la fermentazione dei due alimenti. Nel terzo contributo sono state confrontate in vitro quattro diete per bovini da carne a base di silomais con 2 livelli di inclusione di CE e WSS, in modo da ottenere un livello di proteina grezza paria al 15% e allâ 11% PG sulla sostanza secca. In questa prova è stato utilizzato il sistema semicontinuo di fermentazione Rusitec. Le diete contenenti CE hanno mostrato una maggior (P <0.01) degradabilità dell' NDF, e prodotto meno (P <0.01) acetato e propionato ma più butirrato e acidi grassi ramificati. La produzione totale di AGV non è risultato diversa tra le due fonti proteiche. Il bilancio dellâ N ha mostrato un maggior quantità (P <0.01) di arricchimento in15N nellâ azoto non ammoniacale e valori tendenzialmente (P = 0.06) inferiori di N microbico derivato dall' uso di ammoniaca rispetto alle diete con inclusione di WSS. Nelle diete ad alto livello di inclusione i valori di arricchimento in 15N delle varie frazioni azotate sono risultati, come atteso, più alti (P <0.01) rispetto a quelle a basso livello di inclusione. In conclusione i due supplementi hanno mostrato andamenti fermentativi molto diversi. I due diversi livelli di inclusione hanno influito principalmente sulla disponibilità di proteina by pass senza effetti sulla sintesi microbica. Nel quarto contributo sono state testate, con la tecnica della gas production, le stesse quattro diete usate nel precedente esperimento. Eâ stato utilizzato il sistema RF Ankom® per testare la cinetica della produzione di gas nel corso della fermentazione. I risultati hanno mostrato che sia i valori di degradabilità dell'NDF che della SS sono stati maggiori (P < 0.05) per le diete contenenti CE rispetto a quelle con WSS e, come atteso, sono risultati inferiori nella diete a basso livello di inclusione delle due fonti proteiche. Le diete CE sono state caratterizzate da una produzione oraria di gas superiore (P < 0.05) in, ma non è variata la quantità totale di gas prodotto. La riduzione del livello di CP da 15 all'11% SS ha diminuito il tasso di produzione di gas ma non la quantità totale. Il contenuto di ammoniaca nel liquido ruminale al termine dellâ incubazione è risultato più alto (P < 0.001) nelle diete ad alto livello di inclusione. Concludendo possiamo affermare che con diete a basso livello di proteina, l' uso di CE in sostituzione alla soia, può migliorare la velocità di degradazione durante le prime ore di fermentazione. In generale, il panello di colza ottenuto per estrazione a freddo in azienda potrebbe essere un alimento interessante nell' alimentazione dei ruminanti con effetti favorevoli sia dal punto di vista economico che ambientale
Nutritional value of canola expellers produced " on farm" by cold extraction of oil used as bio fuel
GUADAGNIN, MATTEO
2013
Abstract
Obiettivo generale di questa tesi è stato quello di studiare e valutare il panello di colza (CE) estratto a freddo in impianti aziendali di piccole dimensioni per un potenziale utilizzo nell'alimentazione dei ruminanti. Nella tesi sono riportati i risultati di quattro prove sperimentali: nel primo contributo è stata valutata la stabilità della frazione lipidica del CE a temperature diverse e per diversi periodi di tempo al fine di valutare se la conservazione in condizioni anche particolari (durante la stagione estiva) in azienda, possa modificare il profilo degli acidi grassi e alcuni parametri di ossidazione lipidica. I risultati hanno evidenziato che a diverse temperature (12, 24, e 36°C) e tempi di stoccaggio (10, 20, e 30 d), CE ha mantenuto una buona stabilità ossidativa, come evidenziato dai bassi valori del numero di perossidi (<10 mEqO2/kg grasso), dal test di Kreis sempre negativo, e dalle scarse variazioni del contenuto di acidi grassi. Da questi risultati preliminari si può ipotizzare che lo stoccaggio aziendale per i panelli sottoprodotti ottenuti dal colza in azienda, non determina grosse variazioni della componente lipidica. Nel secondo contributo sono state valutate, in vitro, le produzioni di gas prodotti da campioni di CE e da semi di soia integrale incubando i questi alimenti con due differenti media: uno ricco in a N e uno senza N in modo da confrontare lâ andamento delle fermentazioni quando lâ unica fonte di N risulta lâ alimento. I risultati hanno evidenziato che CE è una fonte proteica rapidamente degradabile; in caso di diete ipoproteiche come quelle suggerite per ridurre lâ escrezione azotata, la sua inclusione potrebbe favorire l' attività microbica ruminale. Non sono sati rilevati effetti tossici sulla microflora ruminale durante la fermentazione dei due alimenti. Nel terzo contributo sono state confrontate in vitro quattro diete per bovini da carne a base di silomais con 2 livelli di inclusione di CE e WSS, in modo da ottenere un livello di proteina grezza paria al 15% e allâ 11% PG sulla sostanza secca. In questa prova è stato utilizzato il sistema semicontinuo di fermentazione Rusitec. Le diete contenenti CE hanno mostrato una maggior (P <0.01) degradabilità dell' NDF, e prodotto meno (P <0.01) acetato e propionato ma più butirrato e acidi grassi ramificati. La produzione totale di AGV non è risultato diversa tra le due fonti proteiche. Il bilancio dellâ N ha mostrato un maggior quantità (P <0.01) di arricchimento in15N nellâ azoto non ammoniacale e valori tendenzialmente (P = 0.06) inferiori di N microbico derivato dall' uso di ammoniaca rispetto alle diete con inclusione di WSS. Nelle diete ad alto livello di inclusione i valori di arricchimento in 15N delle varie frazioni azotate sono risultati, come atteso, più alti (P <0.01) rispetto a quelle a basso livello di inclusione. In conclusione i due supplementi hanno mostrato andamenti fermentativi molto diversi. I due diversi livelli di inclusione hanno influito principalmente sulla disponibilità di proteina by pass senza effetti sulla sintesi microbica. Nel quarto contributo sono state testate, con la tecnica della gas production, le stesse quattro diete usate nel precedente esperimento. Eâ stato utilizzato il sistema RF Ankom® per testare la cinetica della produzione di gas nel corso della fermentazione. I risultati hanno mostrato che sia i valori di degradabilità dell'NDF che della SS sono stati maggiori (P < 0.05) per le diete contenenti CE rispetto a quelle con WSS e, come atteso, sono risultati inferiori nella diete a basso livello di inclusione delle due fonti proteiche. Le diete CE sono state caratterizzate da una produzione oraria di gas superiore (P < 0.05) in, ma non è variata la quantità totale di gas prodotto. La riduzione del livello di CP da 15 all'11% SS ha diminuito il tasso di produzione di gas ma non la quantità totale. Il contenuto di ammoniaca nel liquido ruminale al termine dellâ incubazione è risultato più alto (P < 0.001) nelle diete ad alto livello di inclusione. Concludendo possiamo affermare che con diete a basso livello di proteina, l' uso di CE in sostituzione alla soia, può migliorare la velocità di degradazione durante le prime ore di fermentazione. In generale, il panello di colza ottenuto per estrazione a freddo in azienda potrebbe essere un alimento interessante nell' alimentazione dei ruminanti con effetti favorevoli sia dal punto di vista economico che ambientaleFile | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Guadagnin_Matteo_Tesi.pdf
accesso aperto
Dimensione
2.44 MB
Formato
Adobe PDF
|
2.44 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/174176
URN:NBN:IT:UNIPD-174176