La presente ricerca è focalizzata sullo studio chimico e mineralogico di materiali vetrosi per ornamenti appartenenti a diversi siti archeologici del sud e del nord Italia e datati dal Bronzo Medio alla piena Età del Ferro. Le caratteristiche chimiche, tessiturali e mineralogiche dei materiali sono studiate al fine di investigare i diversi tipi di materie prime utilizzate e l'evoluzione delle tecniche di produzione nell’arco cronologico considerato. I materiali vetrosi ornamentali risalenti all'Età del Bronzo provengono da Lipari e Salina, due isole situate nell’arcipelago eoliano e interessate da importanti traffici commerciali con l'area del Mediterraneo durante tutta l'Età del Bronzo. I materiali vetrosi sono composti da 66 vaghi di colore e tipologia diversa da Lipari -Acropoli e Necropoli di Piazza Monfalcone - e Salina - Villaggio di Portella – e datati tra il Bronzo Medio e il Bronzo Finale. Gli ornamenti dell’Età del Ferro provengono da Padova (Necropoli del Piovego) e Villa di Villa (Cordignano, Treviso) due importanti contesti del Veneto. Entrambi i siti sono situati in prossimità dell’area nord adriatica, importante anello di collegamento tra l'area del Mediterraneo orientale e l'Europa continentale. Inoltre, le analisi di questi reperti costituiscono i primi dati archeometrici per reperti ornamentali in materiale vetroso provenienti dal Nord-Est Italia. Dalle tombe a cremazione della necropoli del Piovego di Padova provengono 38 vaghi databili tra la seconda metà del VI secolo e la fine del V secolo a.C. Gli 8 ornamenti dal sito di Villa di Villa, invece, sono molto diversi per tipologia ed età, e coprono un arco temporale che compreso tra l’età del Bronzo finale e la tarda Età Romana. Gli ornamenti sono stati prelevati sia dai corpi che dalle decorazioni dei vaghi, ove possibile, e sono stati micro campionati 130 tipi diversi di vetro. I campioni sono stati incorporati in resina epossidica, lucidati, grafitati e analizzati mediante SEM-EDS e EPMA, mentre l’analisi in diffrazione di raggi X è stata eseguita direttamente sui vaghi in maniera non invasiva. Alcuni campioni sono stati anche studiati mediante diffrazione di raggi X a cristallo singolo e spettroscopia micro Raman per identificare la natura delle inclusioni cristalline disperse nella matrice vetrosa. I materiali vetrosi da Lipari e Salina, datati dal Bronzo Medio (BM) al Bronzo finale (BF), sono stati prodotti utilizzando due diversi fondenti: ceneri di piante sodiche (vetri HMG) e ceneri di piante ad alcali misti (vetri LMHK). I campioni di BM provenienti da Lipari e Salina presentano una composizione HMG, presente in tutta la penisola italiana in quel periodo. L'unico vetro di BM1-2 proviene dall’Acropoli di Lipari ed è un vetro color ambra di composizione HMG colorato molto probabilmente dal complesso Fe-S prodotto in atmosfera riducente. I campioni di BM3 sono tutti da Salina e hanno una composizione HMG. Sono per lo più di colore blu colorati da Co associato a Cu. Oltre ai vetri blu sono presenti anche pochi esemplari di colore ambra e un vetro bianco. Diverse fonti di cobalto sembrano essere state impiegate nella produzione dei vetri blu da Salina, suggerendo l'uso di materie prime diverse e, probabilmente, la provenienza da diversi centri di produzione. È interessante notare che l’unico vetro bianco analizzato di BM3 sembra costituire la prima evidenza in Italia dell’uso di antimoniati Ca per ottenere un vetro bianco opaco, mentre questa tecnologia è ben nota nello stesso periodo in Egitto. I campioni risalenti al Bronzo finale (BF) sono tutti da Lipari (Necropoli e Acropoli di Piazza Monfalcone) e appartengono a due gruppi composizionali: 15 campioni sono vetri HMG mentre 50 sono di tipo LMHK. Due vetri blu hanno una particolare composizione ad alto contenuto di potassio, come già identificato in una sottoclasse di vetri LMHK (LMHK - classe K) provenienti dal nord Italia. I vetri HMG di BF sono per lo più blu colorati da piccole quantità di rame, ma sono presenti anche vetri ambra e un vetro nero. I vetri LMHK sono blu, colorati da Cu (talvolta associato a Sn e / o Sb) o Co associato a Cu, Ni e As, come nei vetri blu al cobalto dal Nord Italia. Nove vetri bianchi LMHK di BF dalle decorazioni dei vaghi sono stati analizzati. Essi sono opacizzati da fasi silicatiche (silicati Ca con stechiometria variabile e / o quarzo), come attestato in alcuni vetri bianchi nord italiani ed europei. La presenza di vetri a composizione LMHK nel sud Italia durante il BF è rilevante perché testimonia una circolazione di questi materiali dal nord Italia, dove è ben nota la produzione locale di vetri ad alcali misti, al Sud Italia. Inoltre, la persistenza di vetri HMG, che non sono attestati nella penisola italiana nel corso del BF, sottolinea l'importanza di Lipari quale luogo di circolazione di materiali provenienti dall'area Egea / Medio Orientale. Tutti gli ornamenti della piena età del Ferro, invece, sono di tipo LMG, ottenuti utilizzando natron come fondente. Solo un campione dalla necropoli del Piovego è di tipo HMG, ed ha composizione perfettamente comparabile sia coi vetri HMG di BM3 - BR sia con quelli che ancora persistono durante la prima età del ferro. Non sono invece presenti vetri ad alcali misti che in alcuni casi invece persistono, anche se raramente, nei materiali della prima età del Ferro, in particolare in alcuni vaghi della cultura di Golasecca (IX secolo a.C.) e da Bologna (VIII secolo a.C.). I vetri di Villa di Villa, aventi tipologie ed età molto differenti fra loro, hanno composizioni comparabili con i dati coevi di materiali simili presenti in letteratura. È interessante notare che due dei tre bracciali di vetro blu rinvenuti nel sito, hanno una particolare composizione ad alto contenuto di K2O che non trova invece riscontro, almeno per il momento, con i coevi dati disponibili per i bracciali celtici. La composizione chimica dei materiali dal Piovego e da Villa di Villa ha una grande variabilità in funzione del colore e dell'opacità / trasparenza del vetro. Materiali e tecniche di colorazione differenti sono state identificate: gli antimoniati di Ca sono presenti nei vetri turchesi e bianco opaco; il Fe è l’elemento cromoforo principale nei vetri trasparenti giallo / ambra, mentre gli antimoniati di Pb vengono utilizzati per colorare e opacizzare l'unico vetro giallo opaco analizzato, proveniente da Villa di Villa. Il colore blu è poco presente e nella maggior parte dei materiali con tonalità scure per la presenza di Co, mentre i vetri colorati al Cu sono estremamente rari. Gli elementi associati al Co non sono gli stessi in tutti i campioni suggerendo l'uso di fonti di cobalto di diversa origine e, quindi, una provenienza diversa dei materiali. Alti tenori di Fe e Mn, in due casi associati ad alto Pb nella matrice vetrosa (PbO fino al 20% in peso), caratterizzano alcuni vetri blu e marrone opaco. Diversi vetri presentano un alto contenuto di Al e Fe, anche se il rapporto è variabile, come riscontrato in letteratura per alcuni materiali coevi. La variabilità chimica e morfologica osservata negli ornamenti dell’età del Ferro riflettere le diverse tessiture dei materiali: la maggior parte dei campioni ha una tessitura eterogenea con inclusioni metalliche e minerali dovute a relitti di materie prime non reagite e / o a cristalli di nuova formazione, e più paragonabili a faïence dell’età del Bronzo che a vetri veri e propri. Un aspetto interessante è il cambiamento completo delle materie prime e tecnologie di produzione durante il passaggio dal Bronzo Finale all'età del Ferro. I vetri dell’età del Ferro mostrano una elevata variabilità composizionale, correlata a diverse materie prime utilizzate e alla vasta gamma di tecniche di produzione adottate (in particolare per la colorazione dei vetri). Questa variabilità non sembra correlata alle diverse fasi cronologiche degli ornamenti, ma in molti casi alla diversa tipologia dei vaghi. I dati in letteratura per questa specifica fase cronologica (metà del VI e fine del V secolo a.C.) e tipologie di materiali sono numericamente scarsi e quindi, allo stato attuale, non è possibile identificare le zone di produzione e/o provenienza dei reperti. Tuttavia, questa ricerca permette di chiarire alcuni aspetti della produzione del vetro nel periodo compreso tra l’età del Bronzo Medio e la piena età del Ferro, in cui i materiali vetrosi sono evidentemente caratterizzati da una estrema variabilità in termini di composizione, tipologia e, probabilmente, origine.
Evolution of ornamental vitreous materials in Italy from the Middle Bronze Age to the Iron Age: case studies from Lipari and from the Veneto region
OLMEDA, GIULIA
2015
Abstract
La presente ricerca è focalizzata sullo studio chimico e mineralogico di materiali vetrosi per ornamenti appartenenti a diversi siti archeologici del sud e del nord Italia e datati dal Bronzo Medio alla piena Età del Ferro. Le caratteristiche chimiche, tessiturali e mineralogiche dei materiali sono studiate al fine di investigare i diversi tipi di materie prime utilizzate e l'evoluzione delle tecniche di produzione nell’arco cronologico considerato. I materiali vetrosi ornamentali risalenti all'Età del Bronzo provengono da Lipari e Salina, due isole situate nell’arcipelago eoliano e interessate da importanti traffici commerciali con l'area del Mediterraneo durante tutta l'Età del Bronzo. I materiali vetrosi sono composti da 66 vaghi di colore e tipologia diversa da Lipari -Acropoli e Necropoli di Piazza Monfalcone - e Salina - Villaggio di Portella – e datati tra il Bronzo Medio e il Bronzo Finale. Gli ornamenti dell’Età del Ferro provengono da Padova (Necropoli del Piovego) e Villa di Villa (Cordignano, Treviso) due importanti contesti del Veneto. Entrambi i siti sono situati in prossimità dell’area nord adriatica, importante anello di collegamento tra l'area del Mediterraneo orientale e l'Europa continentale. Inoltre, le analisi di questi reperti costituiscono i primi dati archeometrici per reperti ornamentali in materiale vetroso provenienti dal Nord-Est Italia. Dalle tombe a cremazione della necropoli del Piovego di Padova provengono 38 vaghi databili tra la seconda metà del VI secolo e la fine del V secolo a.C. Gli 8 ornamenti dal sito di Villa di Villa, invece, sono molto diversi per tipologia ed età, e coprono un arco temporale che compreso tra l’età del Bronzo finale e la tarda Età Romana. Gli ornamenti sono stati prelevati sia dai corpi che dalle decorazioni dei vaghi, ove possibile, e sono stati micro campionati 130 tipi diversi di vetro. I campioni sono stati incorporati in resina epossidica, lucidati, grafitati e analizzati mediante SEM-EDS e EPMA, mentre l’analisi in diffrazione di raggi X è stata eseguita direttamente sui vaghi in maniera non invasiva. Alcuni campioni sono stati anche studiati mediante diffrazione di raggi X a cristallo singolo e spettroscopia micro Raman per identificare la natura delle inclusioni cristalline disperse nella matrice vetrosa. I materiali vetrosi da Lipari e Salina, datati dal Bronzo Medio (BM) al Bronzo finale (BF), sono stati prodotti utilizzando due diversi fondenti: ceneri di piante sodiche (vetri HMG) e ceneri di piante ad alcali misti (vetri LMHK). I campioni di BM provenienti da Lipari e Salina presentano una composizione HMG, presente in tutta la penisola italiana in quel periodo. L'unico vetro di BM1-2 proviene dall’Acropoli di Lipari ed è un vetro color ambra di composizione HMG colorato molto probabilmente dal complesso Fe-S prodotto in atmosfera riducente. I campioni di BM3 sono tutti da Salina e hanno una composizione HMG. Sono per lo più di colore blu colorati da Co associato a Cu. Oltre ai vetri blu sono presenti anche pochi esemplari di colore ambra e un vetro bianco. Diverse fonti di cobalto sembrano essere state impiegate nella produzione dei vetri blu da Salina, suggerendo l'uso di materie prime diverse e, probabilmente, la provenienza da diversi centri di produzione. È interessante notare che l’unico vetro bianco analizzato di BM3 sembra costituire la prima evidenza in Italia dell’uso di antimoniati Ca per ottenere un vetro bianco opaco, mentre questa tecnologia è ben nota nello stesso periodo in Egitto. I campioni risalenti al Bronzo finale (BF) sono tutti da Lipari (Necropoli e Acropoli di Piazza Monfalcone) e appartengono a due gruppi composizionali: 15 campioni sono vetri HMG mentre 50 sono di tipo LMHK. Due vetri blu hanno una particolare composizione ad alto contenuto di potassio, come già identificato in una sottoclasse di vetri LMHK (LMHK - classe K) provenienti dal nord Italia. I vetri HMG di BF sono per lo più blu colorati da piccole quantità di rame, ma sono presenti anche vetri ambra e un vetro nero. I vetri LMHK sono blu, colorati da Cu (talvolta associato a Sn e / o Sb) o Co associato a Cu, Ni e As, come nei vetri blu al cobalto dal Nord Italia. Nove vetri bianchi LMHK di BF dalle decorazioni dei vaghi sono stati analizzati. Essi sono opacizzati da fasi silicatiche (silicati Ca con stechiometria variabile e / o quarzo), come attestato in alcuni vetri bianchi nord italiani ed europei. La presenza di vetri a composizione LMHK nel sud Italia durante il BF è rilevante perché testimonia una circolazione di questi materiali dal nord Italia, dove è ben nota la produzione locale di vetri ad alcali misti, al Sud Italia. Inoltre, la persistenza di vetri HMG, che non sono attestati nella penisola italiana nel corso del BF, sottolinea l'importanza di Lipari quale luogo di circolazione di materiali provenienti dall'area Egea / Medio Orientale. Tutti gli ornamenti della piena età del Ferro, invece, sono di tipo LMG, ottenuti utilizzando natron come fondente. Solo un campione dalla necropoli del Piovego è di tipo HMG, ed ha composizione perfettamente comparabile sia coi vetri HMG di BM3 - BR sia con quelli che ancora persistono durante la prima età del ferro. Non sono invece presenti vetri ad alcali misti che in alcuni casi invece persistono, anche se raramente, nei materiali della prima età del Ferro, in particolare in alcuni vaghi della cultura di Golasecca (IX secolo a.C.) e da Bologna (VIII secolo a.C.). I vetri di Villa di Villa, aventi tipologie ed età molto differenti fra loro, hanno composizioni comparabili con i dati coevi di materiali simili presenti in letteratura. È interessante notare che due dei tre bracciali di vetro blu rinvenuti nel sito, hanno una particolare composizione ad alto contenuto di K2O che non trova invece riscontro, almeno per il momento, con i coevi dati disponibili per i bracciali celtici. La composizione chimica dei materiali dal Piovego e da Villa di Villa ha una grande variabilità in funzione del colore e dell'opacità / trasparenza del vetro. Materiali e tecniche di colorazione differenti sono state identificate: gli antimoniati di Ca sono presenti nei vetri turchesi e bianco opaco; il Fe è l’elemento cromoforo principale nei vetri trasparenti giallo / ambra, mentre gli antimoniati di Pb vengono utilizzati per colorare e opacizzare l'unico vetro giallo opaco analizzato, proveniente da Villa di Villa. Il colore blu è poco presente e nella maggior parte dei materiali con tonalità scure per la presenza di Co, mentre i vetri colorati al Cu sono estremamente rari. Gli elementi associati al Co non sono gli stessi in tutti i campioni suggerendo l'uso di fonti di cobalto di diversa origine e, quindi, una provenienza diversa dei materiali. Alti tenori di Fe e Mn, in due casi associati ad alto Pb nella matrice vetrosa (PbO fino al 20% in peso), caratterizzano alcuni vetri blu e marrone opaco. Diversi vetri presentano un alto contenuto di Al e Fe, anche se il rapporto è variabile, come riscontrato in letteratura per alcuni materiali coevi. La variabilità chimica e morfologica osservata negli ornamenti dell’età del Ferro riflettere le diverse tessiture dei materiali: la maggior parte dei campioni ha una tessitura eterogenea con inclusioni metalliche e minerali dovute a relitti di materie prime non reagite e / o a cristalli di nuova formazione, e più paragonabili a faïence dell’età del Bronzo che a vetri veri e propri. Un aspetto interessante è il cambiamento completo delle materie prime e tecnologie di produzione durante il passaggio dal Bronzo Finale all'età del Ferro. I vetri dell’età del Ferro mostrano una elevata variabilità composizionale, correlata a diverse materie prime utilizzate e alla vasta gamma di tecniche di produzione adottate (in particolare per la colorazione dei vetri). Questa variabilità non sembra correlata alle diverse fasi cronologiche degli ornamenti, ma in molti casi alla diversa tipologia dei vaghi. I dati in letteratura per questa specifica fase cronologica (metà del VI e fine del V secolo a.C.) e tipologie di materiali sono numericamente scarsi e quindi, allo stato attuale, non è possibile identificare le zone di produzione e/o provenienza dei reperti. Tuttavia, questa ricerca permette di chiarire alcuni aspetti della produzione del vetro nel periodo compreso tra l’età del Bronzo Medio e la piena età del Ferro, in cui i materiali vetrosi sono evidentemente caratterizzati da una estrema variabilità in termini di composizione, tipologia e, probabilmente, origine.File | Dimensione | Formato | |
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