Fin dalle prime fasi della ricerca archeometallurgica, un obiettivo importante è stato quello di determinare l'origine geologica del metallo impiegato per la produzione di manufatti, con l'intento di ricostruire i rapporti commerciali e il circuito di circolazione degli oggetti. Recentemente, diversi gruppi di ricerca hanno fatto ricorso, oltre alle tradizionali analisi chimiche e metallografiche, anche alle analisi dei rapporti isotopici del piombo per determinare il più accuratamente possibile la provenienza del metallo. Fin dall'inizio del 19° secolo il Friuli Venezia Giulia ha suscitato un profondo interesse, ma non è mai stato intrapreso un programma di ricerca sistematico in grado di definire i percorsi di circolazione del rame alpino nell’Italia Nord-Orientale. Infatti, solo sporadiche analisi chimiche sono state eseguite su alcuni lingotti ritrovati in Friuli e, fino ad ora, la loro interpretazione in termini di provenienza del metallo non è supportata da alcun dato isotopico. In questa cornice, lo studio archeometrico di manufatti di rame e bronzo provenienti da vari rispostigli protostorici ben datati del Friuli Venezia Giulia ha permesso di indagare l'origine del metallo utilizzato, individuando le aree sfruttamento dei minerali e, di conseguenza, di ricostruirne la circolazione nell’Italia Nord-orientale nella tarda Età del Bronzo. La scelta del Friuli come regione di interesse è dovuta al suo ruolo chiave come centro economico e commerciale tra l'area adriatica e l'Europa Centrale; pertanto, per delineare il ruolo di questa regione si è reso necessario lo studio di complessi ben sigillati che abbracciassero un range cronologico dal Bronzo Recente (BR) al Bronzo Finale (BF). A questo proposito, i depositi di Cervignano, Muscoli, Castions di Strada, Celò, Verzegnis, Galleriano e Porpetto, in cui sono contenuti sia lingotti che manufatti, sono stati individuati e selezionati in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia. Non ci sono ripostigli noti per il Bronzo Medio (BM) e, quindi, due ritrovamenti sporadici - una spada da Belvedere e una da Canale Anfora - sono stati selezionati con l’intento di aumentare il numero di campioni rappresentativi di questo periodo. Nel presente lavoro è stato applicato un approccio multianalitico. Particolare rilevanza è stata attribuita allo studio della composizione chimica (elementi maggiori, minori e in traccia) e all'osservazione di eventuali fasi residue dovute a un raffinamento incompleto della materia prima; tali informazioni possono far luce sul tipo di carica minerale impiegata e sulla tecnologia del processo di fusione, tuttavia sono insufficienti per identificare sicuramente l'area sfruttamento del metallo. Per questo motivo, tali metodi di indagine sono stati accoppiati con l’analisi degli isotopi del piombo ed effettuati su una selezione di campioni considerati rappresentativi. Pertanto, l'insieme delle analisi mineralogiche, metallurgiche, chimiche e isotopiche, attraverso il confronto con i database esistenti per gli isotopi del piombo, i dati pubblicati in letteratura e il database sviluppato all’interno dell’ Alpine Archaeocopper Project (AAcP) ha consentito l'identificazione della provenienza del metallo. I risultati hanno mostrato che i lingotti sono fondamentalmente costituiti da rame e, solo in pochi casi, da bronzo; le concentrazioni degli elementi minori e in traccia dipendono dalla carica minerale e dal processo impiegato per l’estrazione e il raffinamento. Inoltre, le analisi hanno rivelato che le armi sono state alligate intenzionalmente con lo scopo di ottenere un bronzo malleabile. La grande quantità di dati raccolti in questo studio ha portato alla distinzione di due cariche minerali utilizzate in ambienti metallurgici ben definite; infatti, i depositi caratterizzati da calcopirite sono stati sfruttati in maniera esclusiva durante Bronzo Recente-Finale per la produzione dei lingotti e degli oggetti dei depositi di Cervignano e Muscoli, mentre sporadiche testimonianze sono documentate nei periodi successivi. In questo scenario, in Castions di Strada (BF) si riscontra un cambiamento nella carica minerale e, conseguentemente, viene attestata la ripresa nell’uso di minerali fahlerz; inoltre, questa inversione di tendenza è stata confermata anche dai risultati riguardanti i materiali scoperti a Porpetto che hanno mostrato una spiccata affinità chimica con i lingotti sloveni. Gli studi di provenienza hanno evidenziato che dal Bronzo Medio al Bronzo Finale evoluto le Alpi Sud-orientali erano costantemente sfruttate per l’estrazione di rame da calcopirite, con l’intento di ottenere lingotti di rame puro e, successivamente, oggetti di prestigio come armi e strumenti. Solo nel Bronzo Finale, si assiste all’impiego di il rame estratto da nuovi depositi minerali (Austria, Europa centrale e Bulgaria), la cui circolazione è stata dimostrata in Friuli Venezia Giulia. Inoltre, nel Bronzo Recente la circolazione del bronzo è testimoniata dal ritrovamento di piccoli lingotti a barra che, nel Bronzo Finale hanno assunto la forma ben nota dei pani a piccone, come evidenziato in Galleriano. Tuttavia, la particolare composizione dei pani a piccone di Porpetto ha dimostrato che tale lingotto circolava con forma standard indipendentemente dalla composizione della lega, probabilmente in sfere commerciali ben distinte.

DIFFUSION OF ALPINE COPPER IN FRIULI VENEZIA GIULIA IN THE MIDDLE-LATE BRONZE AGE

CANOVARO, CATERINA
2016

Abstract

Fin dalle prime fasi della ricerca archeometallurgica, un obiettivo importante è stato quello di determinare l'origine geologica del metallo impiegato per la produzione di manufatti, con l'intento di ricostruire i rapporti commerciali e il circuito di circolazione degli oggetti. Recentemente, diversi gruppi di ricerca hanno fatto ricorso, oltre alle tradizionali analisi chimiche e metallografiche, anche alle analisi dei rapporti isotopici del piombo per determinare il più accuratamente possibile la provenienza del metallo. Fin dall'inizio del 19° secolo il Friuli Venezia Giulia ha suscitato un profondo interesse, ma non è mai stato intrapreso un programma di ricerca sistematico in grado di definire i percorsi di circolazione del rame alpino nell’Italia Nord-Orientale. Infatti, solo sporadiche analisi chimiche sono state eseguite su alcuni lingotti ritrovati in Friuli e, fino ad ora, la loro interpretazione in termini di provenienza del metallo non è supportata da alcun dato isotopico. In questa cornice, lo studio archeometrico di manufatti di rame e bronzo provenienti da vari rispostigli protostorici ben datati del Friuli Venezia Giulia ha permesso di indagare l'origine del metallo utilizzato, individuando le aree sfruttamento dei minerali e, di conseguenza, di ricostruirne la circolazione nell’Italia Nord-orientale nella tarda Età del Bronzo. La scelta del Friuli come regione di interesse è dovuta al suo ruolo chiave come centro economico e commerciale tra l'area adriatica e l'Europa Centrale; pertanto, per delineare il ruolo di questa regione si è reso necessario lo studio di complessi ben sigillati che abbracciassero un range cronologico dal Bronzo Recente (BR) al Bronzo Finale (BF). A questo proposito, i depositi di Cervignano, Muscoli, Castions di Strada, Celò, Verzegnis, Galleriano e Porpetto, in cui sono contenuti sia lingotti che manufatti, sono stati individuati e selezionati in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia. Non ci sono ripostigli noti per il Bronzo Medio (BM) e, quindi, due ritrovamenti sporadici - una spada da Belvedere e una da Canale Anfora - sono stati selezionati con l’intento di aumentare il numero di campioni rappresentativi di questo periodo. Nel presente lavoro è stato applicato un approccio multianalitico. Particolare rilevanza è stata attribuita allo studio della composizione chimica (elementi maggiori, minori e in traccia) e all'osservazione di eventuali fasi residue dovute a un raffinamento incompleto della materia prima; tali informazioni possono far luce sul tipo di carica minerale impiegata e sulla tecnologia del processo di fusione, tuttavia sono insufficienti per identificare sicuramente l'area sfruttamento del metallo. Per questo motivo, tali metodi di indagine sono stati accoppiati con l’analisi degli isotopi del piombo ed effettuati su una selezione di campioni considerati rappresentativi. Pertanto, l'insieme delle analisi mineralogiche, metallurgiche, chimiche e isotopiche, attraverso il confronto con i database esistenti per gli isotopi del piombo, i dati pubblicati in letteratura e il database sviluppato all’interno dell’ Alpine Archaeocopper Project (AAcP) ha consentito l'identificazione della provenienza del metallo. I risultati hanno mostrato che i lingotti sono fondamentalmente costituiti da rame e, solo in pochi casi, da bronzo; le concentrazioni degli elementi minori e in traccia dipendono dalla carica minerale e dal processo impiegato per l’estrazione e il raffinamento. Inoltre, le analisi hanno rivelato che le armi sono state alligate intenzionalmente con lo scopo di ottenere un bronzo malleabile. La grande quantità di dati raccolti in questo studio ha portato alla distinzione di due cariche minerali utilizzate in ambienti metallurgici ben definite; infatti, i depositi caratterizzati da calcopirite sono stati sfruttati in maniera esclusiva durante Bronzo Recente-Finale per la produzione dei lingotti e degli oggetti dei depositi di Cervignano e Muscoli, mentre sporadiche testimonianze sono documentate nei periodi successivi. In questo scenario, in Castions di Strada (BF) si riscontra un cambiamento nella carica minerale e, conseguentemente, viene attestata la ripresa nell’uso di minerali fahlerz; inoltre, questa inversione di tendenza è stata confermata anche dai risultati riguardanti i materiali scoperti a Porpetto che hanno mostrato una spiccata affinità chimica con i lingotti sloveni. Gli studi di provenienza hanno evidenziato che dal Bronzo Medio al Bronzo Finale evoluto le Alpi Sud-orientali erano costantemente sfruttate per l’estrazione di rame da calcopirite, con l’intento di ottenere lingotti di rame puro e, successivamente, oggetti di prestigio come armi e strumenti. Solo nel Bronzo Finale, si assiste all’impiego di il rame estratto da nuovi depositi minerali (Austria, Europa centrale e Bulgaria), la cui circolazione è stata dimostrata in Friuli Venezia Giulia. Inoltre, nel Bronzo Recente la circolazione del bronzo è testimoniata dal ritrovamento di piccoli lingotti a barra che, nel Bronzo Finale hanno assunto la forma ben nota dei pani a piccone, come evidenziato in Galleriano. Tuttavia, la particolare composizione dei pani a piccone di Porpetto ha dimostrato che tale lingotto circolava con forma standard indipendentemente dalla composizione della lega, probabilmente in sfere commerciali ben distinte.
gen-2016
Inglese
Friuli Venezia Giulia copper ingots metallurgy provenance lead isotope analyses
ARTIOLI, GILBERTO
Università degli studi di Padova
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Canovaro_Caterina_tesi.pdf

accesso aperto

Dimensione 9.22 MB
Formato Adobe PDF
9.22 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/174319
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-174319