Disturbi psico-affettivi, come sintomatologie ansioso-depressive, sono state spesso associate con alterazioni del sistema cardiovascolare, che a lungo andare può dare luogo all´insorgenza di malattie cardiovascolari croniche e quindi ad un incremento del rischio di associata morbilità e mortalità. Purtroppo, la maggior parte degli studi animali che analizzano la stretta incidenza tra disturbi psico-affettivi e il sistema cardiovascolare, utilizzano modelli animali cosiddetti non patologici. Di conseguenza, tali studi mancano di informazioni sulle strette analogie che intercorrono nella regolazione neuro-vascolare in uno stato patologico come ansia e depressione. Quindi oggetto della presente tesi è l´analisi di parametri cardiovascolari (temperature corporea, frequenza cardiaca e variabilità della frequenza cardiaca) in un modello animale selezionato per innato comportamento ansioso-depresso HAB (molto ansioso) e normal ansioso (NAB), quindi mimando la vasta eterogeneità presente negli studi clinici in disturbi psico-affettivi. In condizioni basali e in una serie di test comportamentali considerati mediamente stressanti (novel cage, open field), non sono state rilevate differenze nella frequenza cardiaca e nella temperatura corporea tra le due linee di topo. Quando invece è stata studiata la variabilità della frequenza cardiaca (HRV), in un test comportamentale in cui viene misurata la paura dei topi (fear conditioning), associata ad un’esagerata espressione della paura nella linea di topi HAB è stata trovata una ridotta HRV. Questo riflette quanto osservato in pazienti con sintomatologia ansioso-depressiva in cui una ridotta HRV è correlata ad un’aumentata espressione della paura. Poi, con l´ausilio di un antidepressivo sperimentale ancora in fase di sviluppo, appartenente alla famiglia degli antagonisti del recettore NK1, si è riusciti a normalizzare HRV con coincidente riduzione del comportamento molto ansioso e depresso nella linea di topi HAB. Questi risultati dimostrano che HRV può essere utilizzata come marker per caratterizzare individui con alti livelli di ansia e depressione. Inoltre, studi futuri chiariranno se sulla base di HRV sia possibile identificare effetti positivi di un trattamento farmacologico per ansia e depressione ancor prima di osservare gli effetti comportamentali.
Autonomic function in mice with altered anxiety/depression related behavior
GABURRO, STEFANO
2009
Abstract
Disturbi psico-affettivi, come sintomatologie ansioso-depressive, sono state spesso associate con alterazioni del sistema cardiovascolare, che a lungo andare può dare luogo all´insorgenza di malattie cardiovascolari croniche e quindi ad un incremento del rischio di associata morbilità e mortalità. Purtroppo, la maggior parte degli studi animali che analizzano la stretta incidenza tra disturbi psico-affettivi e il sistema cardiovascolare, utilizzano modelli animali cosiddetti non patologici. Di conseguenza, tali studi mancano di informazioni sulle strette analogie che intercorrono nella regolazione neuro-vascolare in uno stato patologico come ansia e depressione. Quindi oggetto della presente tesi è l´analisi di parametri cardiovascolari (temperature corporea, frequenza cardiaca e variabilità della frequenza cardiaca) in un modello animale selezionato per innato comportamento ansioso-depresso HAB (molto ansioso) e normal ansioso (NAB), quindi mimando la vasta eterogeneità presente negli studi clinici in disturbi psico-affettivi. In condizioni basali e in una serie di test comportamentali considerati mediamente stressanti (novel cage, open field), non sono state rilevate differenze nella frequenza cardiaca e nella temperatura corporea tra le due linee di topo. Quando invece è stata studiata la variabilità della frequenza cardiaca (HRV), in un test comportamentale in cui viene misurata la paura dei topi (fear conditioning), associata ad un’esagerata espressione della paura nella linea di topi HAB è stata trovata una ridotta HRV. Questo riflette quanto osservato in pazienti con sintomatologia ansioso-depressiva in cui una ridotta HRV è correlata ad un’aumentata espressione della paura. Poi, con l´ausilio di un antidepressivo sperimentale ancora in fase di sviluppo, appartenente alla famiglia degli antagonisti del recettore NK1, si è riusciti a normalizzare HRV con coincidente riduzione del comportamento molto ansioso e depresso nella linea di topi HAB. Questi risultati dimostrano che HRV può essere utilizzata come marker per caratterizzare individui con alti livelli di ansia e depressione. Inoltre, studi futuri chiariranno se sulla base di HRV sia possibile identificare effetti positivi di un trattamento farmacologico per ansia e depressione ancor prima di osservare gli effetti comportamentali.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/174733
URN:NBN:IT:UNIPD-174733