La mia dissertazione approfondisce alcuni temi della filosofia di Aristotele, utilizzando come un privilegiato punto di partenza l’interpretazione funzionalistica sviluppata da Hilary Putnam e Martha C. Nussbaum. Nel primo capitolo analizzo alcune famiglie di interpretazioni della “psychologia” Aristotele proposte nella seconda metà del Novecento nel contesto della filosofia della mente contemporanea. Mostro come alcuni aspetti del pensiero di Aristotele, correttamente colti dall’interpretazione dualista e da quella fisicalista, siano stati ripresi e armonizzati dal funzionalismo in una dottrina coerente. Nel secondo capitolo si rende necessaria un’analisi dell’ilemorfismo di Aristotele. Prendo perciò in analisi l’omonimia, tradizionalmente concepita come contrastante con l’ilemorfismo. Mostro non solo come l’omonimia sia piuttosto una conseguenza dell’ilemorfismo, ma anche come essa permetta di evidenziare che l’ilemorfismo, se concepito correttamente, debba essere considerato una tesi ontologica con conseguenze predicative. A questo proposito, propongo una mia definizione di ilemorfismo. Nel terzo capitolo analizzo la causalità finale di Aristotele, ponendola a confronto con il naturalismo contemporaneo. Sostengo che la teleologia dimostri l’anti-riduzionismo di Aristotele e, in particolare, il fatto che egli attribuisca efficacia causale alle forme e ai fini presenti in natura. Critico il funzionalismo per aver concepito le cause formale e finale di Aristotele una mera natura esplicativa mentre, al contrario, essa per Aristotele deriva dal loro genuino ruolo causale. Formulo tale interpretazione in una posizione che denomino “compatibilismo logico”. Accenno come l’analisi funzionale dell’organismo vivente possa stabilire alcuni punti di contatto tra l’analisi di Aristotele e quella di Darwin. In conclusione, riconosco al funzionalismo di aver correttamente individuato i ruoli funzionali che Aristotele attribuisce a materia e forma, nonché di averli tradotti in una valida dottrina filosofica. Tuttavia, rimanendo confinato nel contesto della filosofia della mente contemporanea, il funzionalismo manca di rilevare l’effettiva portata del naturalismo anti-riduzionista di Aristotele per quanto riguarda la vita biologica e la natura in generale.
Starting from the Functionalist Interpretation. Perspectives on Aristotle's Hylomorphism and Psychology
MELLONI, CHIARA
2011
Abstract
La mia dissertazione approfondisce alcuni temi della filosofia di Aristotele, utilizzando come un privilegiato punto di partenza l’interpretazione funzionalistica sviluppata da Hilary Putnam e Martha C. Nussbaum. Nel primo capitolo analizzo alcune famiglie di interpretazioni della “psychologia” Aristotele proposte nella seconda metà del Novecento nel contesto della filosofia della mente contemporanea. Mostro come alcuni aspetti del pensiero di Aristotele, correttamente colti dall’interpretazione dualista e da quella fisicalista, siano stati ripresi e armonizzati dal funzionalismo in una dottrina coerente. Nel secondo capitolo si rende necessaria un’analisi dell’ilemorfismo di Aristotele. Prendo perciò in analisi l’omonimia, tradizionalmente concepita come contrastante con l’ilemorfismo. Mostro non solo come l’omonimia sia piuttosto una conseguenza dell’ilemorfismo, ma anche come essa permetta di evidenziare che l’ilemorfismo, se concepito correttamente, debba essere considerato una tesi ontologica con conseguenze predicative. A questo proposito, propongo una mia definizione di ilemorfismo. Nel terzo capitolo analizzo la causalità finale di Aristotele, ponendola a confronto con il naturalismo contemporaneo. Sostengo che la teleologia dimostri l’anti-riduzionismo di Aristotele e, in particolare, il fatto che egli attribuisca efficacia causale alle forme e ai fini presenti in natura. Critico il funzionalismo per aver concepito le cause formale e finale di Aristotele una mera natura esplicativa mentre, al contrario, essa per Aristotele deriva dal loro genuino ruolo causale. Formulo tale interpretazione in una posizione che denomino “compatibilismo logico”. Accenno come l’analisi funzionale dell’organismo vivente possa stabilire alcuni punti di contatto tra l’analisi di Aristotele e quella di Darwin. In conclusione, riconosco al funzionalismo di aver correttamente individuato i ruoli funzionali che Aristotele attribuisce a materia e forma, nonché di averli tradotti in una valida dottrina filosofica. Tuttavia, rimanendo confinato nel contesto della filosofia della mente contemporanea, il funzionalismo manca di rilevare l’effettiva portata del naturalismo anti-riduzionista di Aristotele per quanto riguarda la vita biologica e la natura in generale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/174813
URN:NBN:IT:UNIPD-174813