La ricerca prende in esame le collaborazioni cinematografiche italiane in ambito europeo nell’arco del ventennio dal 1930 al 1950. Come è noto, con l'avvento del sonoro e la nascita di Cinecittà, il cinema italiano visse una nuova fase produttiva, posta sotto lo stretto controllo politico e finanziario del regime fascista. Nonostante il clima autarchico, appariva evidente come la manifestazione della volontà politica fosse orientata all’internazionalizzazione del cinema nazionale. L’Italia cercò di conformarsi alle esigenze imposte dal mercato attraverso iniziative di collaborazione con le maggiori cinematografie europee e concluse trattative con la Germania, la Francia, l’Inghilterra e la Spagna per garantire alla produzione nazionale una collocazione anche al di fuori dei propri confini geografici. Alla fine degli anni Quaranta i principali Paesi europei attivarono meccanismi di finanziamento e di sviluppo per la produzione cinematografica con l'idea che l'aiuto al cinema fosse una componente essenziale per la crescita culturale, mentre la collaborazione tra due o più case di produzione auspicava risultati economici promettenti nei rispettivi mercati. È appunto l’internazionalità europea del film in quanto fondamento di quell’indirizzo industriale del cinema intrapreso in maniera decisiva negli anni Trenta, insieme alla difesa dell’identità culturale nazionale, a rappresentare il tema dominante di questa ricerca.
Forme di collaborazione e coproduzione nel cinema italiano (1930 - 1950)
MAGANZANI, PAOLA
2020
Abstract
La ricerca prende in esame le collaborazioni cinematografiche italiane in ambito europeo nell’arco del ventennio dal 1930 al 1950. Come è noto, con l'avvento del sonoro e la nascita di Cinecittà, il cinema italiano visse una nuova fase produttiva, posta sotto lo stretto controllo politico e finanziario del regime fascista. Nonostante il clima autarchico, appariva evidente come la manifestazione della volontà politica fosse orientata all’internazionalizzazione del cinema nazionale. L’Italia cercò di conformarsi alle esigenze imposte dal mercato attraverso iniziative di collaborazione con le maggiori cinematografie europee e concluse trattative con la Germania, la Francia, l’Inghilterra e la Spagna per garantire alla produzione nazionale una collocazione anche al di fuori dei propri confini geografici. Alla fine degli anni Quaranta i principali Paesi europei attivarono meccanismi di finanziamento e di sviluppo per la produzione cinematografica con l'idea che l'aiuto al cinema fosse una componente essenziale per la crescita culturale, mentre la collaborazione tra due o più case di produzione auspicava risultati economici promettenti nei rispettivi mercati. È appunto l’internazionalità europea del film in quanto fondamento di quell’indirizzo industriale del cinema intrapreso in maniera decisiva negli anni Trenta, insieme alla difesa dell’identità culturale nazionale, a rappresentare il tema dominante di questa ricerca.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/175057
URN:NBN:IT:UNIROMA1-175057