La presente ricerca si propone di indagare il ruolo del colore quale risorsa per il progetto dell’interno architettonico e per l’intervento sul costruito. L’attuale ambiguità sul significato del colore in architettura impone un’analisi ex novo dell’argomento. Nella progettazione, oltre al tradizionale impiego dei pigmenti o dei materiali naturali, è subentrato quello delle fonti luminose, stimolato dal progressivo avanzamento delle tecnologie elettroniche. La fenomenologia del colore e la fenomenologia della luce – due fatti differenti – sono così spesso indistintamente associati in alcuni contributi recenti sulla teoria del colore. Il fenomeno del colore, cui fanno riferimento le teorie degli esponenti del Bauhaus come Albers e Itten, è detto sintesi sottrattiva: un pigmento assume una determinata tinta, perché, mentre assorbe tutti gli altri colori, riflette quello della superficie che lo caratterizza. Il fenomeno della luce è detto, al contrario, sintesi additiva, con riferimento all’effetto visivo ottenuto dalla composizione di luci colorate. Pertanto mentre l’uno riguarda la dimensione materica e permanente dell’architettura, l’altro coinvolge l’aspetto più effimero dell’evento, della proiezione e dell’animazione delle superfici architettoniche. Nondimeno, secondo una diversa prospettiva, è possibile invece riconoscere allo strumento della luce la straordinaria capacità di alterare la percezione delle proporzioni di un ambiente architettonico e di conferire ad esso un volto del tutto nuovo. Sulla base di queste osservazioni, emerge quindi la necessità di chiarire i diversi aspetti dell’elemento cromatico e le sue potenzialità attraverso un lavoro di riorganizzazione e classificazione delle categorie di intervento, allo scopo di fornire una serie di mezzi utili alla pratica architettonica. Infatti, l'illustrazione dei principi che guidano il progettista sui possibili utilizzi del colore - in forma di materia, di pellicola artificiale o di fonte luminosa - ha permesso di individuare strategie operative valide per il recupero e il riuso dell’ambiente costruito. A ben vedere, la messa a sistema di questo insieme di procedure potrebbe offrire oggi un apparato di strumenti adeguato all’individuazione di soluzioni coerenti ed accettabili, che considerino il colore quale vero e proprio dispositivo capace di rinnovare la qualità e il significato dell'invaso architettonico.

Dispositivi cromatici. Il colore come risorsa per il progetto dell'interno architettonico e per l'intervento sul costruito

Ponti, Maria Pia
2020

Abstract

La presente ricerca si propone di indagare il ruolo del colore quale risorsa per il progetto dell’interno architettonico e per l’intervento sul costruito. L’attuale ambiguità sul significato del colore in architettura impone un’analisi ex novo dell’argomento. Nella progettazione, oltre al tradizionale impiego dei pigmenti o dei materiali naturali, è subentrato quello delle fonti luminose, stimolato dal progressivo avanzamento delle tecnologie elettroniche. La fenomenologia del colore e la fenomenologia della luce – due fatti differenti – sono così spesso indistintamente associati in alcuni contributi recenti sulla teoria del colore. Il fenomeno del colore, cui fanno riferimento le teorie degli esponenti del Bauhaus come Albers e Itten, è detto sintesi sottrattiva: un pigmento assume una determinata tinta, perché, mentre assorbe tutti gli altri colori, riflette quello della superficie che lo caratterizza. Il fenomeno della luce è detto, al contrario, sintesi additiva, con riferimento all’effetto visivo ottenuto dalla composizione di luci colorate. Pertanto mentre l’uno riguarda la dimensione materica e permanente dell’architettura, l’altro coinvolge l’aspetto più effimero dell’evento, della proiezione e dell’animazione delle superfici architettoniche. Nondimeno, secondo una diversa prospettiva, è possibile invece riconoscere allo strumento della luce la straordinaria capacità di alterare la percezione delle proporzioni di un ambiente architettonico e di conferire ad esso un volto del tutto nuovo. Sulla base di queste osservazioni, emerge quindi la necessità di chiarire i diversi aspetti dell’elemento cromatico e le sue potenzialità attraverso un lavoro di riorganizzazione e classificazione delle categorie di intervento, allo scopo di fornire una serie di mezzi utili alla pratica architettonica. Infatti, l'illustrazione dei principi che guidano il progettista sui possibili utilizzi del colore - in forma di materia, di pellicola artificiale o di fonte luminosa - ha permesso di individuare strategie operative valide per il recupero e il riuso dell’ambiente costruito. A ben vedere, la messa a sistema di questo insieme di procedure potrebbe offrire oggi un apparato di strumenti adeguato all’individuazione di soluzioni coerenti ed accettabili, che considerino il colore quale vero e proprio dispositivo capace di rinnovare la qualità e il significato dell'invaso architettonico.
27-feb-2020
Italiano
dispositivi cromatici; intervento sul costruito; colore come risorsa; strategie cromatiche; principi d'intervento
GRIMALDI, ANDREA
ROSSI, Piero Ostilio
Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/175117
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIROMA1-175117