Mutazioni puntiformi nelle Connessine 26 o 30 (Cx26, Cx30), codificate rispettivamente dai geni GJB2 e GJB6 nel locus DFNB1, provocano sordità ereditaria non sindromica in età perlinguale. Nell’orecchio interno, l’espressione della Cx26 e Cx30 è concentrata soprattutto nelle cellule non sensoriali, o cellule di supporto, dell’ Organo di Corti (OdC), e nel legamento spirale, dove formano canali di connessine. Il ripristino dell’espressione delle connessine sane è una possibile terapia per pazienti non udenti, che permetterebbe il recupero delle comunicazioni della rete cellulare attraverso giunzioni gap ed emicanali di connessine funzionali (Ortolano, 2008 1207). In questo lavoro, abbiamo caratterizzato, attraverso tecniche di immunofluorescenza, l’espressione delle Cx26 e Cx30 in topi transgenici Cx26Sox10Cre, durante lo sviluppo dell’orecchio interno, da P5 all’età adulta, in particolare nell’OdC. Abbiamo notato una degenerazione cellulare maggiormente evidente nel giro basale della coclea, dovuto all’assenza di canali di connessine. Nei topi adulti, si è notata una marcata perdita uditiva dovuta alla parziale mancanza di connessine, a seguito di registrazioni di ABR, e una riduzione del potenziale endococleare. Esperimenti di gap-FRAP condotti in colture organo tipiche di coclea dai topi mutanti hanno rivelato una notevole riduzione delle comunicazioni cellulari. Abbiamo inoltre descritto un approccio in vivo per una terapia genica, che potrebbe essere usato per ripristinare l’espressione delle connessine, utilizzando un virus adeno-associato bovino (BAAV). Tale virus rappresenta uno strumento molto sicuro, poiché non è tossico, non è patogeno e non si replica nelle cellule ospiti. La trasduzione attraverso questo vettore interessa soprattutto le cellule di supporto, dove sono maggiormente espresse le connessine (Ortolano, 2008 1207). I nostri studi hanno identificato la migliore età da cui iniziare una terapia genica, al fine di ottenere i risultati migliori. Per questi studi terapeutici, abbiamo perfezionato una tecnica ampiamente utilizzata in topi adulti, applicandola in topi di 4 giorni. Abbiamo verificato, per la prima volta, che questa metodica anche applicata a topi così giovani non interferisce con la funzionalità uditiva. Inoltre, ad ora, abbiamo potuto manipolare l’espressione genica in vivo, eliminando il gene della Cx26 in alcune cellule di topi Cx26loxP/loxP attraverso l’espressione di una Cre ricombinasi codificata dal genoma del BAAV.
MOuse models of hereditary hearing loss: connexin expression and functional analyses
CRISPINO, GIULIA
2011
Abstract
Mutazioni puntiformi nelle Connessine 26 o 30 (Cx26, Cx30), codificate rispettivamente dai geni GJB2 e GJB6 nel locus DFNB1, provocano sordità ereditaria non sindromica in età perlinguale. Nell’orecchio interno, l’espressione della Cx26 e Cx30 è concentrata soprattutto nelle cellule non sensoriali, o cellule di supporto, dell’ Organo di Corti (OdC), e nel legamento spirale, dove formano canali di connessine. Il ripristino dell’espressione delle connessine sane è una possibile terapia per pazienti non udenti, che permetterebbe il recupero delle comunicazioni della rete cellulare attraverso giunzioni gap ed emicanali di connessine funzionali (Ortolano, 2008 1207). In questo lavoro, abbiamo caratterizzato, attraverso tecniche di immunofluorescenza, l’espressione delle Cx26 e Cx30 in topi transgenici Cx26Sox10Cre, durante lo sviluppo dell’orecchio interno, da P5 all’età adulta, in particolare nell’OdC. Abbiamo notato una degenerazione cellulare maggiormente evidente nel giro basale della coclea, dovuto all’assenza di canali di connessine. Nei topi adulti, si è notata una marcata perdita uditiva dovuta alla parziale mancanza di connessine, a seguito di registrazioni di ABR, e una riduzione del potenziale endococleare. Esperimenti di gap-FRAP condotti in colture organo tipiche di coclea dai topi mutanti hanno rivelato una notevole riduzione delle comunicazioni cellulari. Abbiamo inoltre descritto un approccio in vivo per una terapia genica, che potrebbe essere usato per ripristinare l’espressione delle connessine, utilizzando un virus adeno-associato bovino (BAAV). Tale virus rappresenta uno strumento molto sicuro, poiché non è tossico, non è patogeno e non si replica nelle cellule ospiti. La trasduzione attraverso questo vettore interessa soprattutto le cellule di supporto, dove sono maggiormente espresse le connessine (Ortolano, 2008 1207). I nostri studi hanno identificato la migliore età da cui iniziare una terapia genica, al fine di ottenere i risultati migliori. Per questi studi terapeutici, abbiamo perfezionato una tecnica ampiamente utilizzata in topi adulti, applicandola in topi di 4 giorni. Abbiamo verificato, per la prima volta, che questa metodica anche applicata a topi così giovani non interferisce con la funzionalità uditiva. Inoltre, ad ora, abbiamo potuto manipolare l’espressione genica in vivo, eliminando il gene della Cx26 in alcune cellule di topi Cx26loxP/loxP attraverso l’espressione di una Cre ricombinasi codificata dal genoma del BAAV.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/175158
URN:NBN:IT:UNIPD-175158