La tesi di dottorato ricostruisce i più significativi funerali politici celebrati in regime repubblicano trai primi anni Cinquanta del Novecento e la fine degli Ottanta: dalle principali esequie di Stato ai funerali più celebri dei segretari di partito, si delinea la funzione strategica di questi riti nella vita nazionale. Nel lavoro mi sono concentrato non solo sulle modalità di svolgimento dei funerali (organizzazione logistica, momenti rituali, orazioni funebri etc) ma anche sull'analisi del discorso pubblico nazionale così come si condensa alla morte di alcuni trai più importanti uomini della Repubblica, dopo un ventennio di retoriche politiche autoritarie e nazionaliste. Il rito funebre, dunque, viene qui posto in rapporto sia ai processi di nazionalizzazione del nuovo cittadino repubblicano sia alla cultura delle classi dirigenti dell'epoca. Su questi aspetti gli interrogativi all'origine della mia indagine sono stati: quali forme ha assunto il funerale politico nella seconda metà del Novecento italiano e quali immagini e quali rappresentazioni del potere restituiva e intendeva perseguire la ritualità funebre della neonata Repubblica, all'indomani della guerra e della dittatura fascista? Nelle commemorazioni pubbliche, la memoria e l’identità collettiva sono produzioni culturali soggettive (di un gruppo che le porta in scena e le celebra, ovviamente) e, dunque, soggette a continue trasformazioni e cambiamenti di senso ma non per questo meno rilevanti, anzi, sottolineerei proprio per questo, fenomeno storico da studiare e raccontare dettagliatamente, al fine di rendere più chiaro come muti l’interrelazione tra identità e memoria collettiva nelle diverse fasi storiche. La mia indagine sui riti funebri nell'Italia repubblicana si ricollega dunque problematicamente alle relazioni che intercorrono tra funerali nazionali e identità italiana all'interno del processo di nation-building messo in atto nel nostro paese negli ultimi 150 anni. Grazie al punto di vista che offre un funerale si è tentato di ricostruire quali codici culturali - le pedagogie politiche, le narrazioni identitarie, le rappresentazioni simboliche ed iconografiche - sono stati prodotti dalle classi dirigenti italiane all'indomani della doppia transizione del 1943-48 tra monarchia e repubblica e tra fascismo e democrazia. In materia di rituali, però, ma ciò è poco più che ovvio, la prospettiva non può che essere di lungo periodo e quindi non è possibile prescindere dai modelli che la Repubblica eredita dal sistema politico precedente, vale a dire l'Italia monarchica compresa tra l'unificazione e il regime fascista.
I Funerali della Repubblica. Riti funebri e identità nazionale nell'Italia repubblicana
KARRER, LIVIO
2014
Abstract
La tesi di dottorato ricostruisce i più significativi funerali politici celebrati in regime repubblicano trai primi anni Cinquanta del Novecento e la fine degli Ottanta: dalle principali esequie di Stato ai funerali più celebri dei segretari di partito, si delinea la funzione strategica di questi riti nella vita nazionale. Nel lavoro mi sono concentrato non solo sulle modalità di svolgimento dei funerali (organizzazione logistica, momenti rituali, orazioni funebri etc) ma anche sull'analisi del discorso pubblico nazionale così come si condensa alla morte di alcuni trai più importanti uomini della Repubblica, dopo un ventennio di retoriche politiche autoritarie e nazionaliste. Il rito funebre, dunque, viene qui posto in rapporto sia ai processi di nazionalizzazione del nuovo cittadino repubblicano sia alla cultura delle classi dirigenti dell'epoca. Su questi aspetti gli interrogativi all'origine della mia indagine sono stati: quali forme ha assunto il funerale politico nella seconda metà del Novecento italiano e quali immagini e quali rappresentazioni del potere restituiva e intendeva perseguire la ritualità funebre della neonata Repubblica, all'indomani della guerra e della dittatura fascista? Nelle commemorazioni pubbliche, la memoria e l’identità collettiva sono produzioni culturali soggettive (di un gruppo che le porta in scena e le celebra, ovviamente) e, dunque, soggette a continue trasformazioni e cambiamenti di senso ma non per questo meno rilevanti, anzi, sottolineerei proprio per questo, fenomeno storico da studiare e raccontare dettagliatamente, al fine di rendere più chiaro come muti l’interrelazione tra identità e memoria collettiva nelle diverse fasi storiche. La mia indagine sui riti funebri nell'Italia repubblicana si ricollega dunque problematicamente alle relazioni che intercorrono tra funerali nazionali e identità italiana all'interno del processo di nation-building messo in atto nel nostro paese negli ultimi 150 anni. Grazie al punto di vista che offre un funerale si è tentato di ricostruire quali codici culturali - le pedagogie politiche, le narrazioni identitarie, le rappresentazioni simboliche ed iconografiche - sono stati prodotti dalle classi dirigenti italiane all'indomani della doppia transizione del 1943-48 tra monarchia e repubblica e tra fascismo e democrazia. In materia di rituali, però, ma ciò è poco più che ovvio, la prospettiva non può che essere di lungo periodo e quindi non è possibile prescindere dai modelli che la Repubblica eredita dal sistema politico precedente, vale a dire l'Italia monarchica compresa tra l'unificazione e il regime fascista.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/175225
URN:NBN:IT:UNIPD-175225