Con questa mia tesi di dottorato ho voluto studiare la figura di Simone Stratico (Zara 1733-Milano 1824), scienziato, esperto di matematica, fisica, idraulica, nautica, scienza delle costruzioni, nonché studioso di architettura. Allievo di Giovan Battista Morgagni e, in seguito, di Giovanni Poleni, al cui posto prese la cattedra di matematica e di nautica all’Università di Padova nel 1784, nonché/fu anche docente di fisica sperimentale e di matematica pura tra il 1787 e il 1798 sempre all’Ateneo di Padova, dove diresse anche il “Teatro di Filosofia Sperimentale” istituito da Poleni, modello indiscusso in Italia per tutti i successivi gabinetti di scienza delle costruzioni. Grandissimo sperimentatore e innovatore, costantemente aggiornato su quanto di più avanzato si stava proponendo in Europa in materia di “scienza delle acque”, Stratico venne nominato Presidente della giunta per i lavori idraulici del ducato di Modena e, sotto il dominio napoleonico, Ispettore Generale delle Acque e Strade del Veneto. Sin dagli anni della Rivoluzione Stratico non fece mai mistero delle sue simpatie democratiche, tanto da costituire un punto di riferimento per tutti gli accademici di spirito progressista; posizione consolidata in seguito dalla sua adesione al giacobinismo veneto ed alla massoneria. Non a caso all’indomani della caduta della Serenissima egli presiedette il Comitato organizzatore del Governo centrale del Padovano e del Polesine, e il 2 maggio 1797 prese parte in palazzo Polcastro, a Padova, alla riunione tenuta da esponenti della intellighenzia democratica e da Napoleone stesso per fare il punto sulla situazione dei territori già della Serenissima. Una posizione che gli costò cara anche sul piano professionale, in quanto una volta entrate le truppe austriache a Padova (1798) Stratico fu tra i primi ad essere epurato e a subire un periodo di soggiorno forzato a Vicenza, più precisamente dal 1799 al 1801, anno nel quale venne chiamato a prendere il posto del più grande scienziato italiano dell’epoca, Alessandro Volta, alla Cattedra di Fisica dell’Università di Pavia. Il 6 aprile 1803 Napoleone provvide a nominarlo membro dell’Istituto Nazionale della Repubblica Italiana, di cui divenne Presidente dal 1804 al 1811. Nel 1803, inoltre, venne eletto membro della Commissione per gli Studi della Repubblica Italiana e con la riforma del 1810 (voluta da Napoleone) che trasformava l’Istituto del Regno d’Italia in Istituto Reale di Scienze Lettere ed Arti, Stratico entrò a far parte della Commissione per gli Atenei. Infine, nel 1809 venne eletto Senatore del Regno d’Italia. Nonostante questi considerevoli impegni politici, egli non trascurò mai i suoi interessi culturali: risalgono a questi anni, infatti, molte delle sue relazioni, sia in campo artistico che in campo scientifico, ove egli più volte avvertì l’esigenza di sottolineare l’importanza della matematica e della fisica quali principi costitutivi delle opere architettoniche. Tesi ribadita nelle dissertazioni tenute negli anni 1815-1817 nell’ormai fondato Istituto Lombardo con sede a Milano. Ora, di fronte a tanta vastità di interessi, di impegno, di dottrina profusa a diversi livello, dopo un attento vaglio dei suoi scritti ho deciso di concentrare l’attenzione fondamentalmente su due grandi ambiti di interesse generale, nel quale far confluire tante situazioni particolari. 1. L’opera di Stratico in veste di intellettuale funzionario, all’interno di una ampia casistica di istituzioni culturali e idrauliche (così importanti per l’epoca, come viene dimostrato nella tesi), attive nel lungo percorso della sua vita, coprenti quindi un arco storico che andava dalla Serenissima Repubblica di Venezia al periodo napoleonico, per finire con l’Impero austriaco. 2. Studi di Stratico in materia architettonica, in primis con il completamento e la pubblicazione di una ambiziosa edizione del De Architectura vitruviano, emendata e arricchita di note di carattere filologico, storico e critico, punto di partenza fondamentale per gli studi vitruviani di tutto l’Ottocento, già avviata da Poleni nel 1739 con le tre Exercitationes vitruvianae. Per proseguire con l’analisi di altri interessanti manoscritti di Stratico sempre di materia architettonica, che in gran parte riprendevano la dottrina vitruviana, arricchendola di nuovi dati, nuove osservazioni, nuovi confronti. Per dare un quadro più completo del lavoro svolto, diamo ora un piano più dettagliato della scansione data al lavoro, fornendo anche qualche indicazione sulle principali fonti consultate. 1. BIOGRAFIA. Si fornisce una delineazione generale ma completa del personaggio, in cui appaiono scandite le sue vicende bio-culturali, oltre che editoriali e professionali, in un così lungo arco storico segnato da profondi sconvolgimenti. In questo senso abbiamo cercato di ricostruire il contesto culturale nel quale Stratico operava, di riannodare le fila di un discorso mai interrotto con scienziati, fisici, archeologi, studiosi, eruditi dell’epoca in ambito Lombardo-Veneto ma non solo, facendo emergere la complessità e la vastità di interessi del personaggio. Fonti di maggior riferimento: le sue note autobiografiche (B. Marciana Ve, cod. It. Cl. VI, 281 (5637)) oltre che un po’ tutti i manoscritti di diverso argomento (idraulico, nautico, fisico, matematico, architettonico, medico) utili a dare un quadro d’insieme degli interessi e delle produzioni letterarie del nostro. 2. STRATICO INTELLETTUALE-FUNZIONARIO E SUA OPERA DI SVECCHIAMENTO DI ISTITUZIONI CULTURALI ALL’INTERNO DEL REGNO LOMBARDO-VENETO. In questa parte del lavoro emerge con ricchezza di particolari come Stratico ha inteso e vissuto il ruolo di “intellettuale funzionario” all’interno delle diverse fasi storiche. Prendendo come punto di riferimento il Regno Lombardo-Veneto, ci si è concentrati sulle maggiori istituzioni culturali dell’epoca (in particolar modo l’ Università e l’Accademia di Padova e l’Istituto Lombardo di Milano) delineandone le origini, la storia, le funzioni, i singoli problemi e i risvolti socio-culturali che ognuna di queste istituzioni rivestiva e soprattutto l’opera di Stratico all’interno di tale contesto. Sue infatti sono le Riflessioni sullo stato presente dello Studio di Padova e progetto di una riforma possibile, datate 10 settembre 1760, nelle quali delinea con fermezza e lucidità sorprendenti una modernissima riorganizzazione degli studi universitari, che prevedeva tra l’altro l’introduzione dell’italiano (al posto del latino) durante le lezioni, l’utilizzo di adeguati laboratori tecnici e l’aumento del numero delle cattedre scientifiche rispetto a quelle teologiche e giuridiche. Egli fu un attivo promotore delle trasformazioni dell’Accademia padovana, che prevedeva l’accorpamento dell’Accademia dei Ricovrati di Padova a quella Agraria, svecchiandola nei suoi sistemi organizzativi, incentivando le produzioni accademiche e legandole sempre più all’ambiente e ai nomi dei professori universitari di Padova. Ruolo centrale all’interno del nostro discorso hanno, ovviamente, gli specifici interventi di Stratico, originali e nella maggior parte dei casi inediti, sulla base di una ricca documentazione archivistica per lo più ancora inesplorata, di cui ora diamo i riferimenti principali: 1. la documentazione conservata nell’Archivio di Stato di Milano, fondo Autografi, b. 156; 2. il suo Piano autografo per un Corso di Meccanica Architettonica da darsi in 90 Lezioni, datato 1816 (Marciana, Cl. IV, 334 (5340); 3. Archivio Antico del Bo, ms. 642; 4. Archivio di Stato di Venezia, Riformatori dello Studio di Padova, buste 435-440. 3. INTERVENTI IN MATERIA DI “SCIENZE DELLE ACQUE”. Si è analizzato il significato dell’opera del nostro partendo da un punto di vista non tanto tecnico quanto piuttosto storico, filologico, nell’intento di comprendere quale ruolo (sia scientifico che organizzativo) egli abbia assunto all’interno di dibattiti tanto lunghi e complessi, in cosa fu sperimentatore e innovatore, in che veste egli fu chiamato a dirimere controversie tra città e singoli cittadini ed esporre pareri su proposte presentate da altri importanti idraulici del tempo. Ciò ha dato modo di analizzare in dettaglio l’opera di Stratico all’interno di specifiche e importanti organi quali erano la Magistratura di Acque e Strade all’epoca della Serenissima, le varie Commissioni Idrauliche napoleoniche (celebri quelle di Padova, di Modena e di Milano) o all’interno del Corpo degli Ingegneri d’Acque e Strade, sempre a Milano, per la cui istituzione nel 1806 Stratico stesso fornì un piano dettagliato e tecnico, rimasto sinora inedito. In tal modo è possibile avere un quadro ancor più completo della sua lunga e complessa attività di “intellettuale funzionario”, questa volta trasposto in un campo di interventi di certo innovativo per soluzioni proposte, in un periodo storico, tra l’altro, tra i più cruciali per la nascita della moderna “scienza delle acque”. 4. L’EDIZIONE DEL DE ARCHITECTURA DI VITRUVIO (UDINE 1825-1830). Stratico, come abbiamo già anticipato, si prese carico di completare le tre Exercitationes Vitruvianae del Poleni (pubblicate a Padova nel 1739 e 1741) mostrando un’accuratezza storica e una capacità critico-esegetica di sicuro non indifferente. La nostra attenzione si è concentrata a lungo su tale opera, di cui abbiamo cercato di fornire un quadro completo in tutte le sue complesse articolazioni, enucleando i codici latini utilizzati sia da Stratico che da Poleni nelle loro interpretazioni esegetiche, le edizioni (più o meno recenti) italiane, francesi e tedesche considerate, il criterio metodologico adottato, la qualità delle tavole inserite, i tempi e le diverse fasi di elaborazione e di pubblicazione. Di grande importanza risulta anche lo studio della distribuzione dell’opera, dalla quale emerge la concezione di una edizione enciclopedica dell’edizione di Vitruvio, ricca di scritti e di articolazioni tematiche (ricordiamo solo brevemente le sette Exercitationes stese da Stratico, dedicata ognuna a un argomento storico-architettonico di grande attualità per l’epoca) che rendono l’opera del nostro per certi versi difficilmente superabile. E di questo già i contemporanei a Stratico ne erano perfettamente consapevoli, come dimostriamo in questo stesso capitolo. 5. SAGGIO DEI PRINCIPI DAI QUALI DIPENDE IL GIUDIZIO DELLE OPERE DI ARCHITETTURA CIVILE (1812-1817) ED ALTRI SCRITTI DI MATERIA ARCHITETTONICA DI STRATICO. Analisi di questo denso saggio di Stratico (pubblicato nelle “Memorie dell’I. R. Istituto del Regno Lombardo Veneto”, 1819, I, pp. 103-118; 1829, III, pp. 204-244) ove l’autore, dando sfoggio di tutta la sua erudizione archeologica e architettonica, discute passi di Vitruvio (in particolar modo la classica triade firmitas, utilitas, venustas) confronta ordini, ornati e trabeazioni, dimostrando quindi di aver concepito questo scritto come un naturale complemento alla edizione vitruviana trattata nel capitolo precedente. Sempre a corredo della dottrina architettonica del nostro, si sono presi come punti di riferimento altri scritti di materia architettonica (citiamo brevemente B. Marciana Ve, Cod. It., classe IV, 334 (5340): cc. 2-30, Dell’arte del Disegno, ove l’autore si dilunga da un punto di vista ottico-geometrico a spiegare “quali siano i fondamenti per giudicare della bellezza e pregio d’un disegno”; Cod. It., Classe IV, 334 (5340), cc. 400-407, Scritto autografo per la curva del teatro di Ferrara; cc. 391-393, Brani autografi di Osservazioni sull’Architettura dei Teatri; Cod. It., IV, 532 (5295), cc. 328-342, Sull’ordine dorico), indispensabile complemento alla corretta comprensione e delineazione del pensiero architettonico del nostro. 6. SIMONE STRATICO, IL DE OTIO ERUDITO E LA PIANTA DI PADOVA DI GIOVANNI VALLE (1784). Analisi del manoscritto De otio erudito (B. Marciana, cod. It., classe IV, 336 (5342), steso da Stratico in occasione della pubblicazione della Pianta di Padova di Giovanni Valle nell’anno 1784 e tuttora inedito. Tale manoscritto si articola in quattro punti, che vanno dal piano topografico a quello cartografico, da quello idraulico a quello architettonico – monumentale; enucleiamo brevemente le tematiche: 1. “De modi tenuti per rilevare questa pianta”; 2. “Della distribuzione quantità indole ed uso dell’acque correnti nella Città”; 3. “De due circondari di mura ond’è munita”; 4. “Delle fabbriche pubbliche più insigni ond’essa è adorna”. Attraverso lo studio di Stratico, quindi, è possibile non solo avere un quadro più preciso della strumentazione scientifica adottata e delle finalità sottese al progetto della Pianta di Padova del Valle, così come dei diretti protagonisti di questa importante operazione culturale, ma anche avere una lettura topografica della città di Padova basata su una lettura della pianta della città non più tradizionale, bensì nuova e per certi aspetti originale.
Architettura e scienza nel Veneto tra Sette e Ottocento: Simone Stratico (1733-1824)
GRANUZZO, ELENA
2010
Abstract
Con questa mia tesi di dottorato ho voluto studiare la figura di Simone Stratico (Zara 1733-Milano 1824), scienziato, esperto di matematica, fisica, idraulica, nautica, scienza delle costruzioni, nonché studioso di architettura. Allievo di Giovan Battista Morgagni e, in seguito, di Giovanni Poleni, al cui posto prese la cattedra di matematica e di nautica all’Università di Padova nel 1784, nonché/fu anche docente di fisica sperimentale e di matematica pura tra il 1787 e il 1798 sempre all’Ateneo di Padova, dove diresse anche il “Teatro di Filosofia Sperimentale” istituito da Poleni, modello indiscusso in Italia per tutti i successivi gabinetti di scienza delle costruzioni. Grandissimo sperimentatore e innovatore, costantemente aggiornato su quanto di più avanzato si stava proponendo in Europa in materia di “scienza delle acque”, Stratico venne nominato Presidente della giunta per i lavori idraulici del ducato di Modena e, sotto il dominio napoleonico, Ispettore Generale delle Acque e Strade del Veneto. Sin dagli anni della Rivoluzione Stratico non fece mai mistero delle sue simpatie democratiche, tanto da costituire un punto di riferimento per tutti gli accademici di spirito progressista; posizione consolidata in seguito dalla sua adesione al giacobinismo veneto ed alla massoneria. Non a caso all’indomani della caduta della Serenissima egli presiedette il Comitato organizzatore del Governo centrale del Padovano e del Polesine, e il 2 maggio 1797 prese parte in palazzo Polcastro, a Padova, alla riunione tenuta da esponenti della intellighenzia democratica e da Napoleone stesso per fare il punto sulla situazione dei territori già della Serenissima. Una posizione che gli costò cara anche sul piano professionale, in quanto una volta entrate le truppe austriache a Padova (1798) Stratico fu tra i primi ad essere epurato e a subire un periodo di soggiorno forzato a Vicenza, più precisamente dal 1799 al 1801, anno nel quale venne chiamato a prendere il posto del più grande scienziato italiano dell’epoca, Alessandro Volta, alla Cattedra di Fisica dell’Università di Pavia. Il 6 aprile 1803 Napoleone provvide a nominarlo membro dell’Istituto Nazionale della Repubblica Italiana, di cui divenne Presidente dal 1804 al 1811. Nel 1803, inoltre, venne eletto membro della Commissione per gli Studi della Repubblica Italiana e con la riforma del 1810 (voluta da Napoleone) che trasformava l’Istituto del Regno d’Italia in Istituto Reale di Scienze Lettere ed Arti, Stratico entrò a far parte della Commissione per gli Atenei. Infine, nel 1809 venne eletto Senatore del Regno d’Italia. Nonostante questi considerevoli impegni politici, egli non trascurò mai i suoi interessi culturali: risalgono a questi anni, infatti, molte delle sue relazioni, sia in campo artistico che in campo scientifico, ove egli più volte avvertì l’esigenza di sottolineare l’importanza della matematica e della fisica quali principi costitutivi delle opere architettoniche. Tesi ribadita nelle dissertazioni tenute negli anni 1815-1817 nell’ormai fondato Istituto Lombardo con sede a Milano. Ora, di fronte a tanta vastità di interessi, di impegno, di dottrina profusa a diversi livello, dopo un attento vaglio dei suoi scritti ho deciso di concentrare l’attenzione fondamentalmente su due grandi ambiti di interesse generale, nel quale far confluire tante situazioni particolari. 1. L’opera di Stratico in veste di intellettuale funzionario, all’interno di una ampia casistica di istituzioni culturali e idrauliche (così importanti per l’epoca, come viene dimostrato nella tesi), attive nel lungo percorso della sua vita, coprenti quindi un arco storico che andava dalla Serenissima Repubblica di Venezia al periodo napoleonico, per finire con l’Impero austriaco. 2. Studi di Stratico in materia architettonica, in primis con il completamento e la pubblicazione di una ambiziosa edizione del De Architectura vitruviano, emendata e arricchita di note di carattere filologico, storico e critico, punto di partenza fondamentale per gli studi vitruviani di tutto l’Ottocento, già avviata da Poleni nel 1739 con le tre Exercitationes vitruvianae. Per proseguire con l’analisi di altri interessanti manoscritti di Stratico sempre di materia architettonica, che in gran parte riprendevano la dottrina vitruviana, arricchendola di nuovi dati, nuove osservazioni, nuovi confronti. Per dare un quadro più completo del lavoro svolto, diamo ora un piano più dettagliato della scansione data al lavoro, fornendo anche qualche indicazione sulle principali fonti consultate. 1. BIOGRAFIA. Si fornisce una delineazione generale ma completa del personaggio, in cui appaiono scandite le sue vicende bio-culturali, oltre che editoriali e professionali, in un così lungo arco storico segnato da profondi sconvolgimenti. In questo senso abbiamo cercato di ricostruire il contesto culturale nel quale Stratico operava, di riannodare le fila di un discorso mai interrotto con scienziati, fisici, archeologi, studiosi, eruditi dell’epoca in ambito Lombardo-Veneto ma non solo, facendo emergere la complessità e la vastità di interessi del personaggio. Fonti di maggior riferimento: le sue note autobiografiche (B. Marciana Ve, cod. It. Cl. VI, 281 (5637)) oltre che un po’ tutti i manoscritti di diverso argomento (idraulico, nautico, fisico, matematico, architettonico, medico) utili a dare un quadro d’insieme degli interessi e delle produzioni letterarie del nostro. 2. STRATICO INTELLETTUALE-FUNZIONARIO E SUA OPERA DI SVECCHIAMENTO DI ISTITUZIONI CULTURALI ALL’INTERNO DEL REGNO LOMBARDO-VENETO. In questa parte del lavoro emerge con ricchezza di particolari come Stratico ha inteso e vissuto il ruolo di “intellettuale funzionario” all’interno delle diverse fasi storiche. Prendendo come punto di riferimento il Regno Lombardo-Veneto, ci si è concentrati sulle maggiori istituzioni culturali dell’epoca (in particolar modo l’ Università e l’Accademia di Padova e l’Istituto Lombardo di Milano) delineandone le origini, la storia, le funzioni, i singoli problemi e i risvolti socio-culturali che ognuna di queste istituzioni rivestiva e soprattutto l’opera di Stratico all’interno di tale contesto. Sue infatti sono le Riflessioni sullo stato presente dello Studio di Padova e progetto di una riforma possibile, datate 10 settembre 1760, nelle quali delinea con fermezza e lucidità sorprendenti una modernissima riorganizzazione degli studi universitari, che prevedeva tra l’altro l’introduzione dell’italiano (al posto del latino) durante le lezioni, l’utilizzo di adeguati laboratori tecnici e l’aumento del numero delle cattedre scientifiche rispetto a quelle teologiche e giuridiche. Egli fu un attivo promotore delle trasformazioni dell’Accademia padovana, che prevedeva l’accorpamento dell’Accademia dei Ricovrati di Padova a quella Agraria, svecchiandola nei suoi sistemi organizzativi, incentivando le produzioni accademiche e legandole sempre più all’ambiente e ai nomi dei professori universitari di Padova. Ruolo centrale all’interno del nostro discorso hanno, ovviamente, gli specifici interventi di Stratico, originali e nella maggior parte dei casi inediti, sulla base di una ricca documentazione archivistica per lo più ancora inesplorata, di cui ora diamo i riferimenti principali: 1. la documentazione conservata nell’Archivio di Stato di Milano, fondo Autografi, b. 156; 2. il suo Piano autografo per un Corso di Meccanica Architettonica da darsi in 90 Lezioni, datato 1816 (Marciana, Cl. IV, 334 (5340); 3. Archivio Antico del Bo, ms. 642; 4. Archivio di Stato di Venezia, Riformatori dello Studio di Padova, buste 435-440. 3. INTERVENTI IN MATERIA DI “SCIENZE DELLE ACQUE”. Si è analizzato il significato dell’opera del nostro partendo da un punto di vista non tanto tecnico quanto piuttosto storico, filologico, nell’intento di comprendere quale ruolo (sia scientifico che organizzativo) egli abbia assunto all’interno di dibattiti tanto lunghi e complessi, in cosa fu sperimentatore e innovatore, in che veste egli fu chiamato a dirimere controversie tra città e singoli cittadini ed esporre pareri su proposte presentate da altri importanti idraulici del tempo. Ciò ha dato modo di analizzare in dettaglio l’opera di Stratico all’interno di specifiche e importanti organi quali erano la Magistratura di Acque e Strade all’epoca della Serenissima, le varie Commissioni Idrauliche napoleoniche (celebri quelle di Padova, di Modena e di Milano) o all’interno del Corpo degli Ingegneri d’Acque e Strade, sempre a Milano, per la cui istituzione nel 1806 Stratico stesso fornì un piano dettagliato e tecnico, rimasto sinora inedito. In tal modo è possibile avere un quadro ancor più completo della sua lunga e complessa attività di “intellettuale funzionario”, questa volta trasposto in un campo di interventi di certo innovativo per soluzioni proposte, in un periodo storico, tra l’altro, tra i più cruciali per la nascita della moderna “scienza delle acque”. 4. L’EDIZIONE DEL DE ARCHITECTURA DI VITRUVIO (UDINE 1825-1830). Stratico, come abbiamo già anticipato, si prese carico di completare le tre Exercitationes Vitruvianae del Poleni (pubblicate a Padova nel 1739 e 1741) mostrando un’accuratezza storica e una capacità critico-esegetica di sicuro non indifferente. La nostra attenzione si è concentrata a lungo su tale opera, di cui abbiamo cercato di fornire un quadro completo in tutte le sue complesse articolazioni, enucleando i codici latini utilizzati sia da Stratico che da Poleni nelle loro interpretazioni esegetiche, le edizioni (più o meno recenti) italiane, francesi e tedesche considerate, il criterio metodologico adottato, la qualità delle tavole inserite, i tempi e le diverse fasi di elaborazione e di pubblicazione. Di grande importanza risulta anche lo studio della distribuzione dell’opera, dalla quale emerge la concezione di una edizione enciclopedica dell’edizione di Vitruvio, ricca di scritti e di articolazioni tematiche (ricordiamo solo brevemente le sette Exercitationes stese da Stratico, dedicata ognuna a un argomento storico-architettonico di grande attualità per l’epoca) che rendono l’opera del nostro per certi versi difficilmente superabile. E di questo già i contemporanei a Stratico ne erano perfettamente consapevoli, come dimostriamo in questo stesso capitolo. 5. SAGGIO DEI PRINCIPI DAI QUALI DIPENDE IL GIUDIZIO DELLE OPERE DI ARCHITETTURA CIVILE (1812-1817) ED ALTRI SCRITTI DI MATERIA ARCHITETTONICA DI STRATICO. Analisi di questo denso saggio di Stratico (pubblicato nelle “Memorie dell’I. R. Istituto del Regno Lombardo Veneto”, 1819, I, pp. 103-118; 1829, III, pp. 204-244) ove l’autore, dando sfoggio di tutta la sua erudizione archeologica e architettonica, discute passi di Vitruvio (in particolar modo la classica triade firmitas, utilitas, venustas) confronta ordini, ornati e trabeazioni, dimostrando quindi di aver concepito questo scritto come un naturale complemento alla edizione vitruviana trattata nel capitolo precedente. Sempre a corredo della dottrina architettonica del nostro, si sono presi come punti di riferimento altri scritti di materia architettonica (citiamo brevemente B. Marciana Ve, Cod. It., classe IV, 334 (5340): cc. 2-30, Dell’arte del Disegno, ove l’autore si dilunga da un punto di vista ottico-geometrico a spiegare “quali siano i fondamenti per giudicare della bellezza e pregio d’un disegno”; Cod. It., Classe IV, 334 (5340), cc. 400-407, Scritto autografo per la curva del teatro di Ferrara; cc. 391-393, Brani autografi di Osservazioni sull’Architettura dei Teatri; Cod. It., IV, 532 (5295), cc. 328-342, Sull’ordine dorico), indispensabile complemento alla corretta comprensione e delineazione del pensiero architettonico del nostro. 6. SIMONE STRATICO, IL DE OTIO ERUDITO E LA PIANTA DI PADOVA DI GIOVANNI VALLE (1784). Analisi del manoscritto De otio erudito (B. Marciana, cod. It., classe IV, 336 (5342), steso da Stratico in occasione della pubblicazione della Pianta di Padova di Giovanni Valle nell’anno 1784 e tuttora inedito. Tale manoscritto si articola in quattro punti, che vanno dal piano topografico a quello cartografico, da quello idraulico a quello architettonico – monumentale; enucleiamo brevemente le tematiche: 1. “De modi tenuti per rilevare questa pianta”; 2. “Della distribuzione quantità indole ed uso dell’acque correnti nella Città”; 3. “De due circondari di mura ond’è munita”; 4. “Delle fabbriche pubbliche più insigni ond’essa è adorna”. Attraverso lo studio di Stratico, quindi, è possibile non solo avere un quadro più preciso della strumentazione scientifica adottata e delle finalità sottese al progetto della Pianta di Padova del Valle, così come dei diretti protagonisti di questa importante operazione culturale, ma anche avere una lettura topografica della città di Padova basata su una lettura della pianta della città non più tradizionale, bensì nuova e per certi aspetti originale.File | Dimensione | Formato | |
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