La presente tesi ha utilizzato un approccio multidisciplinare e sperimentale basato sull’integrazione di diversi sistemi di fonti (archeologiche, storico-documentarie, cartografiche, fotografiche, geomorfologiche e geochimiche) e tecniche di remote sensing per lo studio del paesaggio storico della pianura della bassa Val di Cornia, area costiera della Toscana centro-meridionale. La ricerca si è svolta nell’ambito del progetto ERC nEU-Med, che ha come obbiettivo lo studio delle trasformazioni sociali ed economiche avvenute tra VII e XII secolo nel territorio compreso tra i rilievi delle Colline Metallifere, i bacini idrografici dei fiumi Pecora e Cornia, e la costa tirrenica. All’interno di questa cornice geografica il presente lavoro intende analizzare alcune aree selezionate del paesaggio in una prospettiva diacronica, decifrando le trame e delineando le tendenze generali che legano le scelte antropiche e le forme del paesaggio fisico attraverso il tempo. Questo ha richiesto particolare attenzione all’analisi di due fenomeni che hanno condizionato più di altri il territorio in quest’area costiera, caratterizzata per secoli dalla presenza di acque interne: l’evoluzione del sistema fluviale e la gestione delle acque superficiali attraverso costanti operazioni di bonifica. Per la comprensione di tali dinamiche si è scelto di adottare un approccio innovativo e fortemente multidisciplinare, più spinto rispetto a quanto realizzato dagli studi pregressi, utilizzando in particolare i nuovi dati prodotti dalle indagini multidisciplinari promosse dal progetto nEU-Med e dall’applicazione di tecniche di remote sensing mai testate prima su questo contesto (fotogrammetria digitale dei voli storici, analisi di DTM ad alta risoluzione ottenute da rilievi LiDAR e fotogrammetria da volo UAV, immagini satellitari multispettrali). La lettura del territorio attraverso queste tecniche, l’analisi geomorfologica e l’utilizzo di nuovi proxy, come quello geochimico, anch’essi frutto delle indagini promosse da nEU-Med, hanno permesso di analizzare il paesaggio fisico attraverso la combinazione di un ampio spettro di dati e variabili, indispensabili per comprendere la complessa stratigrafia delle sue forme. La comparazione dei modelli che scaturiscono da tali analisi e la valutazione complessiva del territorio in una prospettiva diacronica, permettono di osservare l’evoluzione del paesaggio attraverso il riconoscimento dei caratteri peculiari di ciascun periodo storico, oltre che delle tendenze generali che hanno regolato l’interazione tra uomo e ambiente attraverso i secoli; rispetto a queste ultime, la ricerca ha individuato ed approfondito alcuni temi chiave, quali l’evoluzione dell’insediamento rurale, della rete infrastrutturale e lo sfruttamento delle risorse. Il caso di studio della Val di Cornia ha costituito un terreno di sperimentazione in cui testare e valutare l’efficienza degli strumenti e delle tecniche selezionate anche dal punto di vista strettamente metodologico, in modo specifico per il tipo di contributo fornito alla ricerca archeologica. Per valutare inoltre la capacità di adattabilità ad altri contesi territoriali, caratterizzati da alcune comuni premesse, si è scelto di applicare i modelli ottenuti sul vicino territorio della Val di Pecora, anch’esso area di indagine chiave del progetto nEU-Med, confrontando i risultati con le sintesi archeologiche e geomorfologiche pregresse. Il quadro generale emerso al termine del lavoro dimostra in modo evidente come le scelte insediative siano state strettamente legate alla presenza di forme convesse (cioè rialzate) presenti all’interno della pianura. Come ben evidenziato dal record archeologico, esse hanno mantenuto, almeno sin dall’epoca Etrusca, la loro funzione di aree emerse al riparo dallo scorrimento delle acque superficiali. Sebbene riconoscibili topograficamente anche attraverso l’analisi puntuale di alcune tipologie di fonti, queste forme possono essere lette ed analizzate anche nel loro rapporto con la presenza antropica, e la stratificazione delle tracce che si sommano su questi ambienti è indagabile solamente attraverso l’uso combinato di più livelli informativi, che possono essere elaborati anche grazie all’utilizzo mirato di strumenti di remote sensing. Il confronto diacronico tra i vari periodi storici permette di ricostruire un’immagine abbastanza stabile di alcune porzioni del contesto geomorfologico della pianura, che non risultano interessate direttamente dall’azione fluviale e dalle variazioni connesse con l’evoluzione dei bacini lagunari, e che per tale ragione risultano le più appetibili dal punto di vista insediativo. Una volta identificate le forme del paesaggio, è stato possibile definire anche le tendenze generali nell’utilizzo degli spazi della pianura e nello sfruttamento delle sue risorse, riempiendo in parte i vuoti di informazione frutto della frammentarietà dei dati storico/archeologici. Gli stessi strumenti utilizzati per l’analisi del paesaggio si sono rivelati estremamente utili anche per valutare l’impatto dei fenomeni naturali ed antropici sulla visibilità del record archeologico ed evidenziare possibili influenze indotte dall’utilizzo preferenziale o esclusivo di questa fonte per ricostruire alcuni aspetti del paesaggio storico in questa porzione della Toscana meridionale.
Evoluzione del paesaggio storico e dinamiche uomo-ambiente: sistemi di fonti, Remote Sensing e multi-proxies ambientali (Pianura costiera del Fiume Cornia, Toscana Meridionale, Italia)
POGGI, GIULIO
2021
Abstract
La presente tesi ha utilizzato un approccio multidisciplinare e sperimentale basato sull’integrazione di diversi sistemi di fonti (archeologiche, storico-documentarie, cartografiche, fotografiche, geomorfologiche e geochimiche) e tecniche di remote sensing per lo studio del paesaggio storico della pianura della bassa Val di Cornia, area costiera della Toscana centro-meridionale. La ricerca si è svolta nell’ambito del progetto ERC nEU-Med, che ha come obbiettivo lo studio delle trasformazioni sociali ed economiche avvenute tra VII e XII secolo nel territorio compreso tra i rilievi delle Colline Metallifere, i bacini idrografici dei fiumi Pecora e Cornia, e la costa tirrenica. All’interno di questa cornice geografica il presente lavoro intende analizzare alcune aree selezionate del paesaggio in una prospettiva diacronica, decifrando le trame e delineando le tendenze generali che legano le scelte antropiche e le forme del paesaggio fisico attraverso il tempo. Questo ha richiesto particolare attenzione all’analisi di due fenomeni che hanno condizionato più di altri il territorio in quest’area costiera, caratterizzata per secoli dalla presenza di acque interne: l’evoluzione del sistema fluviale e la gestione delle acque superficiali attraverso costanti operazioni di bonifica. Per la comprensione di tali dinamiche si è scelto di adottare un approccio innovativo e fortemente multidisciplinare, più spinto rispetto a quanto realizzato dagli studi pregressi, utilizzando in particolare i nuovi dati prodotti dalle indagini multidisciplinari promosse dal progetto nEU-Med e dall’applicazione di tecniche di remote sensing mai testate prima su questo contesto (fotogrammetria digitale dei voli storici, analisi di DTM ad alta risoluzione ottenute da rilievi LiDAR e fotogrammetria da volo UAV, immagini satellitari multispettrali). La lettura del territorio attraverso queste tecniche, l’analisi geomorfologica e l’utilizzo di nuovi proxy, come quello geochimico, anch’essi frutto delle indagini promosse da nEU-Med, hanno permesso di analizzare il paesaggio fisico attraverso la combinazione di un ampio spettro di dati e variabili, indispensabili per comprendere la complessa stratigrafia delle sue forme. La comparazione dei modelli che scaturiscono da tali analisi e la valutazione complessiva del territorio in una prospettiva diacronica, permettono di osservare l’evoluzione del paesaggio attraverso il riconoscimento dei caratteri peculiari di ciascun periodo storico, oltre che delle tendenze generali che hanno regolato l’interazione tra uomo e ambiente attraverso i secoli; rispetto a queste ultime, la ricerca ha individuato ed approfondito alcuni temi chiave, quali l’evoluzione dell’insediamento rurale, della rete infrastrutturale e lo sfruttamento delle risorse. Il caso di studio della Val di Cornia ha costituito un terreno di sperimentazione in cui testare e valutare l’efficienza degli strumenti e delle tecniche selezionate anche dal punto di vista strettamente metodologico, in modo specifico per il tipo di contributo fornito alla ricerca archeologica. Per valutare inoltre la capacità di adattabilità ad altri contesi territoriali, caratterizzati da alcune comuni premesse, si è scelto di applicare i modelli ottenuti sul vicino territorio della Val di Pecora, anch’esso area di indagine chiave del progetto nEU-Med, confrontando i risultati con le sintesi archeologiche e geomorfologiche pregresse. Il quadro generale emerso al termine del lavoro dimostra in modo evidente come le scelte insediative siano state strettamente legate alla presenza di forme convesse (cioè rialzate) presenti all’interno della pianura. Come ben evidenziato dal record archeologico, esse hanno mantenuto, almeno sin dall’epoca Etrusca, la loro funzione di aree emerse al riparo dallo scorrimento delle acque superficiali. Sebbene riconoscibili topograficamente anche attraverso l’analisi puntuale di alcune tipologie di fonti, queste forme possono essere lette ed analizzate anche nel loro rapporto con la presenza antropica, e la stratificazione delle tracce che si sommano su questi ambienti è indagabile solamente attraverso l’uso combinato di più livelli informativi, che possono essere elaborati anche grazie all’utilizzo mirato di strumenti di remote sensing. Il confronto diacronico tra i vari periodi storici permette di ricostruire un’immagine abbastanza stabile di alcune porzioni del contesto geomorfologico della pianura, che non risultano interessate direttamente dall’azione fluviale e dalle variazioni connesse con l’evoluzione dei bacini lagunari, e che per tale ragione risultano le più appetibili dal punto di vista insediativo. Una volta identificate le forme del paesaggio, è stato possibile definire anche le tendenze generali nell’utilizzo degli spazi della pianura e nello sfruttamento delle sue risorse, riempiendo in parte i vuoti di informazione frutto della frammentarietà dei dati storico/archeologici. Gli stessi strumenti utilizzati per l’analisi del paesaggio si sono rivelati estremamente utili anche per valutare l’impatto dei fenomeni naturali ed antropici sulla visibilità del record archeologico ed evidenziare possibili influenze indotte dall’utilizzo preferenziale o esclusivo di questa fonte per ricostruire alcuni aspetti del paesaggio storico in questa porzione della Toscana meridionale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/175406
URN:NBN:IT:UNISI-175406