Il volto è l’elemento chiave nei rapporti interpersonali. Anche solo osservando un volto possiamo ottenere molte informazioni sul nostro interlocutore, come il sesso, l’età e l’etnia. Si è visto che quest’ultima caratteristica influisce molto sul tipo di elaborazione che viene fatta di un volto e porta ad un peggiore ricordo per i volti di etnie diverse dalla propria (Other Race Effect-ORE). Il presente progetto ha indagato la percezione dei volti di diverse etnie in relazione del più generale framing dei sistemi di elaborazione di informazioni (globale/locale o olistica/analitica): nello specifico si è voluto capire se l’ORE possa essere ricondotto ad un più ampio modello percettivo e cognitivo. Nella mia trattazione ho investigato la percezione dei volti di altre etnie sia dal punto di vista comportamentale che da quello neurale. Nel mio progetto di ricerca ho adottato un’ottica evolutiva, comparando lo sviluppo delle basi neurali dell’etnia di infanti e adulti. Nel Capitolo 1 viene riassunta la letteratura riguardante l’ORE e la percezione dei volti di diverse etnie con particolare attenzione ai diversi stili di elaborazione coinvolti e alle rispettive attivazioni neurali. Nel Capitolo 2, invece, l’ORE e la percezione dell’etnia vengono descritti in prospettiva evolutiva, concentrandosi sui risultati con infanti di pochi mesi di vita. Nel Capitolo 3 sono esposti gli studi da me condotti che hanno mirato a comprendere maggiormente la relazione tra gli stili percettivi e l’elaborazione di volti di altre etnie. Lo Studio 1 ha indagato in maniera più approfondita la relazione tra gli stili di elaborazione (olistico/analitico) e l’ORE. Gli Studi 2 e 3 hanno cercato di comprendere come aspetti più contestuali, come la presentazione simultanea di più volti e la compresenza di diverse etnie, possano portare, da un lato, ad una diversa performance riconoscitiva (Studio 2) e, dall’altro, ad un diverso pattern di scannerizzazione e di attenzione verso i volti di altre etnie (Studio 3). Nell’ultima parte della trattazione, infine, vengono esposti gli studi che hanno indagato le basi neurali della percezione dell’etnia attraverso l’utilizzo della spettroscopia nel vicino infrarosso. In due primi esperimenti (Studi 4 e 5), ho studiato il legame tra l’attivazione neurale per stili di elaborazione (olistico/analitico) e l’attivazione neurale per i volti di diverse etnie. Infine, negli ultimi due studi (Studio 6 e 7) ho investigato la percezione dell’etnia in prospettiva evolutiva. Ho, infatti, testato un gruppo di infanti di 5 mesi (Studio6) e di 9 mesi (Studio 7) per rispondere ai quesiti su quando e come cambia l’attivazione cerebrale per i volti di un’altra etnia. In conclusione, l’ultimo capitolo discute i risultati in un’ottica di evoluzione del cervello sociale, integrando i risultati dei miei studi all’interno delle più ampie correnti teoriche sull’ORE e sulla percezione dell’etnia.
Learning to perceive race: the development of different styles in processing own- and other-race faces.
TIMEO, SUSANNA
2015
Abstract
Il volto è l’elemento chiave nei rapporti interpersonali. Anche solo osservando un volto possiamo ottenere molte informazioni sul nostro interlocutore, come il sesso, l’età e l’etnia. Si è visto che quest’ultima caratteristica influisce molto sul tipo di elaborazione che viene fatta di un volto e porta ad un peggiore ricordo per i volti di etnie diverse dalla propria (Other Race Effect-ORE). Il presente progetto ha indagato la percezione dei volti di diverse etnie in relazione del più generale framing dei sistemi di elaborazione di informazioni (globale/locale o olistica/analitica): nello specifico si è voluto capire se l’ORE possa essere ricondotto ad un più ampio modello percettivo e cognitivo. Nella mia trattazione ho investigato la percezione dei volti di altre etnie sia dal punto di vista comportamentale che da quello neurale. Nel mio progetto di ricerca ho adottato un’ottica evolutiva, comparando lo sviluppo delle basi neurali dell’etnia di infanti e adulti. Nel Capitolo 1 viene riassunta la letteratura riguardante l’ORE e la percezione dei volti di diverse etnie con particolare attenzione ai diversi stili di elaborazione coinvolti e alle rispettive attivazioni neurali. Nel Capitolo 2, invece, l’ORE e la percezione dell’etnia vengono descritti in prospettiva evolutiva, concentrandosi sui risultati con infanti di pochi mesi di vita. Nel Capitolo 3 sono esposti gli studi da me condotti che hanno mirato a comprendere maggiormente la relazione tra gli stili percettivi e l’elaborazione di volti di altre etnie. Lo Studio 1 ha indagato in maniera più approfondita la relazione tra gli stili di elaborazione (olistico/analitico) e l’ORE. Gli Studi 2 e 3 hanno cercato di comprendere come aspetti più contestuali, come la presentazione simultanea di più volti e la compresenza di diverse etnie, possano portare, da un lato, ad una diversa performance riconoscitiva (Studio 2) e, dall’altro, ad un diverso pattern di scannerizzazione e di attenzione verso i volti di altre etnie (Studio 3). Nell’ultima parte della trattazione, infine, vengono esposti gli studi che hanno indagato le basi neurali della percezione dell’etnia attraverso l’utilizzo della spettroscopia nel vicino infrarosso. In due primi esperimenti (Studi 4 e 5), ho studiato il legame tra l’attivazione neurale per stili di elaborazione (olistico/analitico) e l’attivazione neurale per i volti di diverse etnie. Infine, negli ultimi due studi (Studio 6 e 7) ho investigato la percezione dell’etnia in prospettiva evolutiva. Ho, infatti, testato un gruppo di infanti di 5 mesi (Studio6) e di 9 mesi (Studio 7) per rispondere ai quesiti su quando e come cambia l’attivazione cerebrale per i volti di un’altra etnia. In conclusione, l’ultimo capitolo discute i risultati in un’ottica di evoluzione del cervello sociale, integrando i risultati dei miei studi all’interno delle più ampie correnti teoriche sull’ORE e sulla percezione dell’etnia.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/175418
URN:NBN:IT:UNIPD-175418