L’intento di tale ricerca è quello di esplorare le complesse dinamiche intercorrenti tra diritti di cittadinanza e multiculturalismo, in un epoca in cui pare messo in discussione il concetto stesso di cittadinanza – tradizionalmente inteso – a fronte del proliferare di istanze provenienti da tessuti sociali fattisi sempre più pluralisti. Se difatti per Costantino Mortati “la parola cittadino (civis) esprimeva precisamente il possesso di uno status (status civitatis) derivante dall’organico collegamento dei singoli al territorio dello Stato”, tale ricostruzione non appare più esaustiva per descrivere la complessità del mondo contemporaneo. Non deve poi nemmeno perdersi di vista la dimensione identitaria e di appartenenza insita in suddetta condizione giuridica, stante ad indicare la condivisione tra concittadini di un medesimo patrimonio valoriale territorialmente situato. Orbene, la linearità di tale ricostruzione pare entrare in crisi nel momento in cui l’omogeneità della popolazione - risiedente all’interno dei confini nazionali - comincia a venire progressivamente meno, dando vita alle cosiddette società multiculturali, a cui non corrisponde solitamente una speculare eterogeneità giuridica, capace di delineare profili innovativi di cittadinanza e di regolare la situazione peculiare di chi – pur da tempo residente sul territorio – cittadino ancora non lo è. È in tale solco che intende inserirsi l’opera di ricerca qui proposta, sviluppata all’insegna della comparazione, arrivando a domandarsi se sia necessaria una riformulazione del concetto di cittadinanza ovvero se sia ancora imprescindibile (e accurato) interpretare il titolo di cittadino quale canale unico per poter accedere al godimento di quei diritti ad esso tradizionalmente ricollegati.
Diritti di cittadinanza e multiculturalismo. Tre esperienze nazionali a confronto: Italia, Francia e Gran Bretagna
PELUCCHINI, LAURA
2020
Abstract
L’intento di tale ricerca è quello di esplorare le complesse dinamiche intercorrenti tra diritti di cittadinanza e multiculturalismo, in un epoca in cui pare messo in discussione il concetto stesso di cittadinanza – tradizionalmente inteso – a fronte del proliferare di istanze provenienti da tessuti sociali fattisi sempre più pluralisti. Se difatti per Costantino Mortati “la parola cittadino (civis) esprimeva precisamente il possesso di uno status (status civitatis) derivante dall’organico collegamento dei singoli al territorio dello Stato”, tale ricostruzione non appare più esaustiva per descrivere la complessità del mondo contemporaneo. Non deve poi nemmeno perdersi di vista la dimensione identitaria e di appartenenza insita in suddetta condizione giuridica, stante ad indicare la condivisione tra concittadini di un medesimo patrimonio valoriale territorialmente situato. Orbene, la linearità di tale ricostruzione pare entrare in crisi nel momento in cui l’omogeneità della popolazione - risiedente all’interno dei confini nazionali - comincia a venire progressivamente meno, dando vita alle cosiddette società multiculturali, a cui non corrisponde solitamente una speculare eterogeneità giuridica, capace di delineare profili innovativi di cittadinanza e di regolare la situazione peculiare di chi – pur da tempo residente sul territorio – cittadino ancora non lo è. È in tale solco che intende inserirsi l’opera di ricerca qui proposta, sviluppata all’insegna della comparazione, arrivando a domandarsi se sia necessaria una riformulazione del concetto di cittadinanza ovvero se sia ancora imprescindibile (e accurato) interpretare il titolo di cittadino quale canale unico per poter accedere al godimento di quei diritti ad esso tradizionalmente ricollegati.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/175426
URN:NBN:IT:UNIROMA1-175426