Necropoli etrusca di Valle Trebba (Spina). Studio del settore meridionale del “Dosso E”. Tema della ricerca, che rientra in un progetto di più ampio respiro della Cattedra di Etruscologia e Archeologia Italica dell'Università di Bologna che coinvolge l'intera necropoli di Valle Trebba della città portuale etrusca di Spina, è lo studio di un lotto di 196 tombe topograficamente coerente situato nella parte meridionale del Dosso E della necropoli. Obiettivi primari della ricerca sono lo studio dei corredi funerari di quest'area selezionata e la relativa analisi funeraria e spaziale. Inoltre, essendo nota la mancanza di relazione tra la numerazione progressiva delle tombe e la loro dislocazione topografica, si è resa subito necessaria una revisione ed un aggiornamento della planimetria dell'intera necropoli, in modo da poter procedere ad una corretta divisione dei prossimi lotti di tombe che saranno in futuro oggetto di studio. Tale analisi e ricostruzione planimetrica, pur non essendo inclusa fra gli obiettivi iniziali di lavoro, è quindi stata aggiunta in corso d'opera e rappresenta parte sostanziale della ricerca. Lo studio dei corredi ha comportato la raccolta di una grande quantità di informazioni di natura archivistica, grafica, fotografica, reperite presso gli Archivi delle sedi della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna, poi confluite in un database, la cui struttura è ripresa da quello già usato per lo studio delle altre realtà funerarie di ambito etrusco-padano, nella fattispecie Bologna e Adria. Tale database è stato quindi completato con la schedatura sistematica e analitica dei reperti conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara. In particolare, le informazioni così raccolte sono state rielaborate in un Catalogo dei contesti funerari, che sono stati ricostruiti nella loro composizione originaria. In questa maniera è stato possibile definire una periodizzazione più puntuale dell'area funeraria in esame, il cui range cronologico è compreso tra la fine del VI e il pieno III sec. a.C. Lo studio delle informazioni d'archivio ha inoltre permesso, oltre ad una rielaborazione planimetrica dei settori di scavo della necropoli oggetto di studio, una inedita proposta di restituzione del paesaggio antico, in particolare dell'aspetto geomorfologico, funzionale all'analisi spaziale delle sepolture medesime. Si è così ricostruita l'antica morfologia del dosso, che doveva apparire come un cordone sabbioso compatto, con una spina mediana più elevata a partire dal centro fino alla punta meridionale dello stesso, delimitata a nord da un'area pianeggiante caratterizzata dalla presenza di un'ustrina. I dati ricavati sono stati quindi elaborati eseguendo una analisi dei corredi e, per la prima volta, anche delle dinamiche di occupazione dell'area funeraria, finalizzate alla definizione delle forme di ritualità funeraria spinetiche in diacronia e all'individuazione di plots funerari. Si è così arrivati all'enucleazione di specifiche forme di ritualità funeraria, individuando elementi di continuità e discontinuità. Lo studio delle dinamiche di occupazione ha rilevato come sull'asse del dosso si posizionassero le sepolture più antiche, caratterizzate dal rito crematorio, attorno alle quali si andarono a disporre tutte le altre sepolture, soprattutto ad inumazione, per la maggior parte del V sec. a.C. Altri gruppi di aggregazione sono poi stati individuati nella parte più meridionale del dosso, lungo la linea di costa orientale; nell'area occupata dall'ustrina, probabilmente in un momento successivo al suo utilizzo in relazione alle tombe più antiche di fine VI-inizi V sec. a.C. localizzate sull'asse del dosso; infine un ultimo gruppo al limite settentrionale dell'area in esame, su un piccolo rialzo del dosso che chiudeva a nord l'area pianeggiante occupata dall'ustrina. Lo studio della dislocazione delle tombe e delle dinamiche di occupazione nel corso del tempo, unito alla ricostruzione geomorfologica del dosso, ha permesso inoltre di ipotizzare vie di percorrenza interna, probabilmente in connessione con due approdi situati sul margine orientale. Infine, questo quadro articolato ha permesso così di definire le linee fondamentali delle forme di ritualità dell'area funeraria dalla fine del VI al pieno III sec. a.C., riconoscendone cambiamenti ed evoluzioni. Contestualmente allo studio dei corredi, è stata realizzata la planimetria di tutta la necropoli di Valle Trebba con tutte le tombe scoperte dal 1922 al 1936. Ad oggi sono infatti presenti solo elaborazioni planimetriche parziali della necropoli, le quali spesso si limitano al settore che ha restituito il maggior numero di tombe, ovvero al campo 52 della Zona I. Ad una parziale assenza nella letteratura scientifica di studi topografici sulla necropoli, si contrappone una documentazione di scavo molto accurata, costituita in primo luogo dai Giornali di Scavo. La nuova planimetria della necropoli di Valle Trebba qui presentata è stata redatta in maniera informatica utilizzando come base di partenza la planimetria conservata presso l’archivio del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, elaborata da A. Rosa nel 1993, la quale mostrava la dislocazione delle tombe nella Zona I e in parte della Zona II. Si è quindi proceduto con la verifica della posizione delle tombe sulla pianta e l'integrazione delle sepolture mancanti sulla base di una attenta lettura della documentazione di scavo sopra descritta, arrivando ad avere così la planimetria completa di tutte le 1215 tombe divise in 3 zone scandite dai canali di bonifica. La planimetria, quale punto di partenza per lo studio di Valle Trebba, non mostra solamente la posizione delle tombe, ma quanti più dati è stato possibile riportare schematicamente sulla pianta: la tipologia e l’orientamento delle tombe, i saggi di scavo ed i relativi esiti, l’eventuale presenza di zone che recano tracce di tombe saccheggiate, i limiti e l’andamento dei dossi sabbiosi, che siano essi esplicitati nei Giornali di Scavo o dedotti dalla dislocazione delle tombe, eventuali interventi di delimitazione dei dossi, ed infine le aree riconosciute al momento dello scavo come ustrinae.
Necropoli di Valle Trebba ( Spina). Studio del settore meridionale del "Dosso E"
ROMAGNOLI, SILVIA
2015
Abstract
Necropoli etrusca di Valle Trebba (Spina). Studio del settore meridionale del “Dosso E”. Tema della ricerca, che rientra in un progetto di più ampio respiro della Cattedra di Etruscologia e Archeologia Italica dell'Università di Bologna che coinvolge l'intera necropoli di Valle Trebba della città portuale etrusca di Spina, è lo studio di un lotto di 196 tombe topograficamente coerente situato nella parte meridionale del Dosso E della necropoli. Obiettivi primari della ricerca sono lo studio dei corredi funerari di quest'area selezionata e la relativa analisi funeraria e spaziale. Inoltre, essendo nota la mancanza di relazione tra la numerazione progressiva delle tombe e la loro dislocazione topografica, si è resa subito necessaria una revisione ed un aggiornamento della planimetria dell'intera necropoli, in modo da poter procedere ad una corretta divisione dei prossimi lotti di tombe che saranno in futuro oggetto di studio. Tale analisi e ricostruzione planimetrica, pur non essendo inclusa fra gli obiettivi iniziali di lavoro, è quindi stata aggiunta in corso d'opera e rappresenta parte sostanziale della ricerca. Lo studio dei corredi ha comportato la raccolta di una grande quantità di informazioni di natura archivistica, grafica, fotografica, reperite presso gli Archivi delle sedi della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna, poi confluite in un database, la cui struttura è ripresa da quello già usato per lo studio delle altre realtà funerarie di ambito etrusco-padano, nella fattispecie Bologna e Adria. Tale database è stato quindi completato con la schedatura sistematica e analitica dei reperti conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara. In particolare, le informazioni così raccolte sono state rielaborate in un Catalogo dei contesti funerari, che sono stati ricostruiti nella loro composizione originaria. In questa maniera è stato possibile definire una periodizzazione più puntuale dell'area funeraria in esame, il cui range cronologico è compreso tra la fine del VI e il pieno III sec. a.C. Lo studio delle informazioni d'archivio ha inoltre permesso, oltre ad una rielaborazione planimetrica dei settori di scavo della necropoli oggetto di studio, una inedita proposta di restituzione del paesaggio antico, in particolare dell'aspetto geomorfologico, funzionale all'analisi spaziale delle sepolture medesime. Si è così ricostruita l'antica morfologia del dosso, che doveva apparire come un cordone sabbioso compatto, con una spina mediana più elevata a partire dal centro fino alla punta meridionale dello stesso, delimitata a nord da un'area pianeggiante caratterizzata dalla presenza di un'ustrina. I dati ricavati sono stati quindi elaborati eseguendo una analisi dei corredi e, per la prima volta, anche delle dinamiche di occupazione dell'area funeraria, finalizzate alla definizione delle forme di ritualità funeraria spinetiche in diacronia e all'individuazione di plots funerari. Si è così arrivati all'enucleazione di specifiche forme di ritualità funeraria, individuando elementi di continuità e discontinuità. Lo studio delle dinamiche di occupazione ha rilevato come sull'asse del dosso si posizionassero le sepolture più antiche, caratterizzate dal rito crematorio, attorno alle quali si andarono a disporre tutte le altre sepolture, soprattutto ad inumazione, per la maggior parte del V sec. a.C. Altri gruppi di aggregazione sono poi stati individuati nella parte più meridionale del dosso, lungo la linea di costa orientale; nell'area occupata dall'ustrina, probabilmente in un momento successivo al suo utilizzo in relazione alle tombe più antiche di fine VI-inizi V sec. a.C. localizzate sull'asse del dosso; infine un ultimo gruppo al limite settentrionale dell'area in esame, su un piccolo rialzo del dosso che chiudeva a nord l'area pianeggiante occupata dall'ustrina. Lo studio della dislocazione delle tombe e delle dinamiche di occupazione nel corso del tempo, unito alla ricostruzione geomorfologica del dosso, ha permesso inoltre di ipotizzare vie di percorrenza interna, probabilmente in connessione con due approdi situati sul margine orientale. Infine, questo quadro articolato ha permesso così di definire le linee fondamentali delle forme di ritualità dell'area funeraria dalla fine del VI al pieno III sec. a.C., riconoscendone cambiamenti ed evoluzioni. Contestualmente allo studio dei corredi, è stata realizzata la planimetria di tutta la necropoli di Valle Trebba con tutte le tombe scoperte dal 1922 al 1936. Ad oggi sono infatti presenti solo elaborazioni planimetriche parziali della necropoli, le quali spesso si limitano al settore che ha restituito il maggior numero di tombe, ovvero al campo 52 della Zona I. Ad una parziale assenza nella letteratura scientifica di studi topografici sulla necropoli, si contrappone una documentazione di scavo molto accurata, costituita in primo luogo dai Giornali di Scavo. La nuova planimetria della necropoli di Valle Trebba qui presentata è stata redatta in maniera informatica utilizzando come base di partenza la planimetria conservata presso l’archivio del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, elaborata da A. Rosa nel 1993, la quale mostrava la dislocazione delle tombe nella Zona I e in parte della Zona II. Si è quindi proceduto con la verifica della posizione delle tombe sulla pianta e l'integrazione delle sepolture mancanti sulla base di una attenta lettura della documentazione di scavo sopra descritta, arrivando ad avere così la planimetria completa di tutte le 1215 tombe divise in 3 zone scandite dai canali di bonifica. La planimetria, quale punto di partenza per lo studio di Valle Trebba, non mostra solamente la posizione delle tombe, ma quanti più dati è stato possibile riportare schematicamente sulla pianta: la tipologia e l’orientamento delle tombe, i saggi di scavo ed i relativi esiti, l’eventuale presenza di zone che recano tracce di tombe saccheggiate, i limiti e l’andamento dei dossi sabbiosi, che siano essi esplicitati nei Giornali di Scavo o dedotti dalla dislocazione delle tombe, eventuali interventi di delimitazione dei dossi, ed infine le aree riconosciute al momento dello scavo come ustrinae.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/175615
URN:NBN:IT:UNIPD-175615