Prima della creazione del Monti di Pietà alla fine dell'epoca medievale, il credito su pegno era generalmente un settore monopolizzato da banchieri privati: la maggior parte di essi erano ebrei. Tuttavia, in alcune aree dell'Europa occidentale (come la Savoia, la valle del Reno e i Paesi Bassi), tale ruolo veniva ricoperto anche da dei cristiani, generalmente conosciuti con il nome di Lombardi. Pur essendo un argomento molto studiato, i Lombardi, soprattuto quelli provenienti da Chieri attivi per tutto il corso del Quattrocento nei Paesi Bassi, dovevano ancora essere portati in rapporto non solo con la società che li circondava ma anche con gli altri mercanti stranieri attivi nella stessa zona (soprattutto toscani e genovesi). Per farlo, e per dimostrare inoltre che le attività dei Lombardi interessavano diversi aspetti della vita economica e sociale delle società che li ospitavano, la tesi è stata divisa in tre grandi parti che sono andate a toccare alcuni campi d'indagine generali: il quadro istituzionale, quello sociale e quello economico-finanziario. Nel primo capitolo della tesi si è messo in evidenza come i Lombardi potessero anch'essi dare vita ad una istituzione (una nazione) che ne difendesse i diritti e gli spazi conquistati. Si sono così mostrate le peculiarità della nazione piemontese rispetto a quelle, ben più potenti, formate da toscani, genovesi e veneziani: nessun riconoscimento da parte dello stato d'origine, carattere effimero, attribuzioni ridotte e scarsa capacità di controllo dell'accesso alle attività finanziarie o di regolazione della vita spirituale dei suoi membri. Nel secondo capitolo si sono analizzati più da vicino i legami sociali che in patria legavano i Lombardi astigiani e chieresi. Inoltre si è approfondita la tematica dei rapporti intrattenuti dai Lombardi con la popolazione di Anversa, con alcuni banchieri toscano-milanesi (i Borromei) ed infine con i genovesi. In tal modo è stato possibile superare definitivamente l'idea de rooveriana di netta divisione tra grandi mercanti e Lombardi. Il terzo e quarto capitolo sono stati dedicati all'analisi delle attività finanziarie dei Lombardi. Si è così messo in evidenza che la gestione del patrimonio privato di un Lombardo poteva essere delegata ad un sistema contabile razionale. Inoltre l'analisi approfondita di alcuni patti sociali ha permesso di avvicinare le società dei piemontesi più alle forme aziendali dei toscani che a quelle più informali della commenda genovese. Si sono poi ricostruiti nel dettaglio i modi di gestione quotidiani di una casana. Si è passati così ad analizzare più da vicino il credito concesso dai Lombardi mettendo a confronto il pegno con altre forme di credito elargite sempre dai piemontesi. Riguardo il primo aspetto si sono messi in evidenza alcune caratteristiche del credito elargito su pegno dai Lombardi presenti a Nivelles ed Anversa. L'analisi si è poi allargata arrivando a mostrare come le caratteristiche principali del pegno siano arrivate, praticamente immutate, fino ad oggi. Infine, l'analisi di più di mille prestiti non su pegno elargiti dai piemontesi nella città fiamminga di Kotrijk, ha permesso di notare come il credito Lombardo potesse servire anche da sostegno all'industria laniera. Infine, si è provato a dare un'interpretazione diversa rispetto a quella della storiografia tradizionale circa la riduzione nel numero delle casane gestite dai piemontesi nei Paesi Bassi alla fine del Quattrocento. Pur non negando che alcuni cambiamenti finanziari ed economici possano aver avuto il loro peso nella diminuzione del numero delle casane (iperinflazione, riduzione generalizzata del costo del denaro), l'accento è stato posto soprattutto sui mutamenti (sviluppo dell'industria tessile locale, definito inurbamento delle famiglie più attive all'estero e crescente burocratizzazione dello stato Sabaudo) che avevano interessato Chieri nello stesso periodo.
Credito e pegno, famiglie e nazioni: i Lombardi tra Piemonte e Paesi Bassi (ca. 1384 - 1500)
CANNELLONI, FEDERICO
2015
Abstract
Prima della creazione del Monti di Pietà alla fine dell'epoca medievale, il credito su pegno era generalmente un settore monopolizzato da banchieri privati: la maggior parte di essi erano ebrei. Tuttavia, in alcune aree dell'Europa occidentale (come la Savoia, la valle del Reno e i Paesi Bassi), tale ruolo veniva ricoperto anche da dei cristiani, generalmente conosciuti con il nome di Lombardi. Pur essendo un argomento molto studiato, i Lombardi, soprattuto quelli provenienti da Chieri attivi per tutto il corso del Quattrocento nei Paesi Bassi, dovevano ancora essere portati in rapporto non solo con la società che li circondava ma anche con gli altri mercanti stranieri attivi nella stessa zona (soprattutto toscani e genovesi). Per farlo, e per dimostrare inoltre che le attività dei Lombardi interessavano diversi aspetti della vita economica e sociale delle società che li ospitavano, la tesi è stata divisa in tre grandi parti che sono andate a toccare alcuni campi d'indagine generali: il quadro istituzionale, quello sociale e quello economico-finanziario. Nel primo capitolo della tesi si è messo in evidenza come i Lombardi potessero anch'essi dare vita ad una istituzione (una nazione) che ne difendesse i diritti e gli spazi conquistati. Si sono così mostrate le peculiarità della nazione piemontese rispetto a quelle, ben più potenti, formate da toscani, genovesi e veneziani: nessun riconoscimento da parte dello stato d'origine, carattere effimero, attribuzioni ridotte e scarsa capacità di controllo dell'accesso alle attività finanziarie o di regolazione della vita spirituale dei suoi membri. Nel secondo capitolo si sono analizzati più da vicino i legami sociali che in patria legavano i Lombardi astigiani e chieresi. Inoltre si è approfondita la tematica dei rapporti intrattenuti dai Lombardi con la popolazione di Anversa, con alcuni banchieri toscano-milanesi (i Borromei) ed infine con i genovesi. In tal modo è stato possibile superare definitivamente l'idea de rooveriana di netta divisione tra grandi mercanti e Lombardi. Il terzo e quarto capitolo sono stati dedicati all'analisi delle attività finanziarie dei Lombardi. Si è così messo in evidenza che la gestione del patrimonio privato di un Lombardo poteva essere delegata ad un sistema contabile razionale. Inoltre l'analisi approfondita di alcuni patti sociali ha permesso di avvicinare le società dei piemontesi più alle forme aziendali dei toscani che a quelle più informali della commenda genovese. Si sono poi ricostruiti nel dettaglio i modi di gestione quotidiani di una casana. Si è passati così ad analizzare più da vicino il credito concesso dai Lombardi mettendo a confronto il pegno con altre forme di credito elargite sempre dai piemontesi. Riguardo il primo aspetto si sono messi in evidenza alcune caratteristiche del credito elargito su pegno dai Lombardi presenti a Nivelles ed Anversa. L'analisi si è poi allargata arrivando a mostrare come le caratteristiche principali del pegno siano arrivate, praticamente immutate, fino ad oggi. Infine, l'analisi di più di mille prestiti non su pegno elargiti dai piemontesi nella città fiamminga di Kotrijk, ha permesso di notare come il credito Lombardo potesse servire anche da sostegno all'industria laniera. Infine, si è provato a dare un'interpretazione diversa rispetto a quella della storiografia tradizionale circa la riduzione nel numero delle casane gestite dai piemontesi nei Paesi Bassi alla fine del Quattrocento. Pur non negando che alcuni cambiamenti finanziari ed economici possano aver avuto il loro peso nella diminuzione del numero delle casane (iperinflazione, riduzione generalizzata del costo del denaro), l'accento è stato posto soprattutto sui mutamenti (sviluppo dell'industria tessile locale, definito inurbamento delle famiglie più attive all'estero e crescente burocratizzazione dello stato Sabaudo) che avevano interessato Chieri nello stesso periodo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/175633
URN:NBN:IT:UNIPD-175633