Le pratiche di cura non convenzionali definiscono un mondo complesso, eterogeneo e piuttosto controverso che suscita interesse e accesi dibatti negli ambiti più vari e disparati, dalla medicina scientifica ai mezzi di comunicazione di massa. Questa ricerca ha rappresentato, non solo l’occasione di indagare un ambito di studi che solo di recente ha attirato l’attenzione della sociologia italiana, ma anche la possibilità di soddisfare un desiderio, del tutto personale, di comprendere una realtà che diventa ogni giorno sempre più famigliare e sempre meno alternativa. A tale scopo si è scelto di condurre la ricerca partecipando in prima persona a un percorso formativo professionale per operatori shiatsu. L’indagine qui presentata si propone di descrivere dal punto di vista di chi pratica, insegna, apprende, si avvicina alla disciplina dello shiatsu qual è il senso di questo “modo di avere cura” di sé e degli altri, al fine di cogliere, ove possibile, le connessioni con il lento e difficile processo di riconoscimento normativo e di inclusione nella medicina ufficiale, nonché, anche – almeno per taluni aspetti- con il crescente successo di pubblico. Nonostante la persistente marginalizzazione dal punto di vista normativo, le pratiche di cura non convenzionali sembrano svolgere un ruolo centrale nella vita quotidiana, fornendo strumenti, strategie e risposte alle nuove esigenze di cura di sé, risultato e al tempo stesso prodotto dei cambiamenti contemporanei nel campo della salute e del benessere. L’analisi pone l’accento sulla definizione dei confini interni ed esterni al campo delle pratiche di cura non convenzionali. Nella prospettiva adottata i confini rappresentano non solo linee di separazione e di divisione ma anche spazi di interazione e di scambio all’interno dei quali è possibile negoziare e ridefinire i confini sempre più sfumati che separano le pratiche di cura non convenzionali dalla medicina scientifica. Nonostante, infatti, le pratiche di cura non convenzionali, rappresentino ancora, per molti aspetti, un tutt’uno indifferenziato ed eterogeneo Colombo e Rebughini (2003, 2006) la ricerca vuole essere un tentativo di cogliere le possibili modalità di strutturazione all’interno di questo campo, descrivendo le diverse strategie messe in atto dagli operatori per ottenere una legittimazione istituzionale. L’analisi è volta a comprendere come l’esistenza di specifiche culture organizzative, che trovano espressione nelle pratiche e nel tipo di conoscenza che viene condivisa dai membri delle differenti strutture formative, con particolare riferimento alla figura dei fondatori e alla peculiarità della natura delle competenze trasmesse, che si basano largamente su un sapere primariamente pratico ed esperienziale, contribuiscano all’esistenza di posizioni piuttosto differenti all’interno del panorama organizzativo rispetto al processo di legittimazione. In particolare viene messo in evidenza come il mancato riconoscimento istituzionale possa essere connesso con il difficile processo di definizione della figura professionale dell’operatore shiatsu, degli standard formativi e delle modalità attraverso cui queste conoscenze debbano essere trasmesse

Pratiche di cura e sistemi simbolici. Lo Shiatsu

SPERA, GIULIA
2010

Abstract

Le pratiche di cura non convenzionali definiscono un mondo complesso, eterogeneo e piuttosto controverso che suscita interesse e accesi dibatti negli ambiti più vari e disparati, dalla medicina scientifica ai mezzi di comunicazione di massa. Questa ricerca ha rappresentato, non solo l’occasione di indagare un ambito di studi che solo di recente ha attirato l’attenzione della sociologia italiana, ma anche la possibilità di soddisfare un desiderio, del tutto personale, di comprendere una realtà che diventa ogni giorno sempre più famigliare e sempre meno alternativa. A tale scopo si è scelto di condurre la ricerca partecipando in prima persona a un percorso formativo professionale per operatori shiatsu. L’indagine qui presentata si propone di descrivere dal punto di vista di chi pratica, insegna, apprende, si avvicina alla disciplina dello shiatsu qual è il senso di questo “modo di avere cura” di sé e degli altri, al fine di cogliere, ove possibile, le connessioni con il lento e difficile processo di riconoscimento normativo e di inclusione nella medicina ufficiale, nonché, anche – almeno per taluni aspetti- con il crescente successo di pubblico. Nonostante la persistente marginalizzazione dal punto di vista normativo, le pratiche di cura non convenzionali sembrano svolgere un ruolo centrale nella vita quotidiana, fornendo strumenti, strategie e risposte alle nuove esigenze di cura di sé, risultato e al tempo stesso prodotto dei cambiamenti contemporanei nel campo della salute e del benessere. L’analisi pone l’accento sulla definizione dei confini interni ed esterni al campo delle pratiche di cura non convenzionali. Nella prospettiva adottata i confini rappresentano non solo linee di separazione e di divisione ma anche spazi di interazione e di scambio all’interno dei quali è possibile negoziare e ridefinire i confini sempre più sfumati che separano le pratiche di cura non convenzionali dalla medicina scientifica. Nonostante, infatti, le pratiche di cura non convenzionali, rappresentino ancora, per molti aspetti, un tutt’uno indifferenziato ed eterogeneo Colombo e Rebughini (2003, 2006) la ricerca vuole essere un tentativo di cogliere le possibili modalità di strutturazione all’interno di questo campo, descrivendo le diverse strategie messe in atto dagli operatori per ottenere una legittimazione istituzionale. L’analisi è volta a comprendere come l’esistenza di specifiche culture organizzative, che trovano espressione nelle pratiche e nel tipo di conoscenza che viene condivisa dai membri delle differenti strutture formative, con particolare riferimento alla figura dei fondatori e alla peculiarità della natura delle competenze trasmesse, che si basano largamente su un sapere primariamente pratico ed esperienziale, contribuiscano all’esistenza di posizioni piuttosto differenti all’interno del panorama organizzativo rispetto al processo di legittimazione. In particolare viene messo in evidenza come il mancato riconoscimento istituzionale possa essere connesso con il difficile processo di definizione della figura professionale dell’operatore shiatsu, degli standard formativi e delle modalità attraverso cui queste conoscenze debbano essere trasmesse
18-feb-2010
Italiano
pratiche di cura non convenzionali, shiatsu, medicine alternative e complementari, confini, riconoscimento
Università degli studi di Padova
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Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-175762