Introduzione Il carcinoma papillare della tiroide (CPT) è il più frequente delle neoplasie tiroidee e il suo trattamento rimane per alcuni aspetti controverso, soprattutto per le scarse informazioni preoperatorie sul livello di aggressività del tumore stesso. Scopo dello studio Questo studio si propone di verificare il ruolo prognostico della mutazione BRAFV600E e di conseguenza la ricaduta di tale mutazione sul trattamento in termini di estensione dell’intervento chirurgico e terapia radioiodometabolica. Materiali e metodi Abbiamo considerato 136 casi di CPT all’esame istologico e li abbiamo distinti in 2 gruppi BRAF + e BRAF– confrontandoli sulla base delle seguenti variabili: sesso, età, istologia definitiva, diametro della lesione, stadiazione, metastasi linfonodali, infiltrazione della capsula, Tireoglobulina (Tg) nel follow up. Abbiamo inoltre ricercato la mutazione BRAFV600E su agoaspirato tiroideo in 266 casi sottoposti a intervento chirurgico di tiroidectomia totale +/- dissezione linfonodale tra ottobre 2008 e settembre 2009 distinti nelle 5 categorie citodiagnostiche (THY1, THY2, THY3, THY4, THY5) e per ciascuna categoria abbiamo verificato la diagnosi istologica di CPT distinguendo i casi BRAF + e BRAF –. Risultati La prevalenza di BRAF mutato nei pazienti operati con diagnosi istologica di CPT è risultata pari a 69%. La mutazione BRAFV600E si è associata a una maggior età, ad una minore frequenza di istotipo papillare variante follicolare e una più elevata frequenza di variante a cellule alte, ad una prevalenza degli stadi 3 e 4 nei pazienti di età > 45 anni. La ricerca di mutazione BRAFV600E ha incrementato la sensibilità della sola citologia dall’84 all'88%. Conclusioni Si conferma una associazione statisticamente significativa tra la presenza di mutazione in BRAF e caratteristiche clinico patologiche più aggressive del CPT, quali età più elevata, varianti istologiche a prognosi peggiore (variante tall cell), stadio più avanzato di malattia. La ricerca di mutazioni BRAF migliora la sensibilità della sola indagine citologica, in particolare in nodi la cui diagnosi citologica possa essere non conclusiva.
MUTAZIONI BRAF NEL CARCINOMA PAPILLARE DELLA TIROIDE
MERANTE BOSCHIN, ISABELLA
2010
Abstract
Introduzione Il carcinoma papillare della tiroide (CPT) è il più frequente delle neoplasie tiroidee e il suo trattamento rimane per alcuni aspetti controverso, soprattutto per le scarse informazioni preoperatorie sul livello di aggressività del tumore stesso. Scopo dello studio Questo studio si propone di verificare il ruolo prognostico della mutazione BRAFV600E e di conseguenza la ricaduta di tale mutazione sul trattamento in termini di estensione dell’intervento chirurgico e terapia radioiodometabolica. Materiali e metodi Abbiamo considerato 136 casi di CPT all’esame istologico e li abbiamo distinti in 2 gruppi BRAF + e BRAF– confrontandoli sulla base delle seguenti variabili: sesso, età, istologia definitiva, diametro della lesione, stadiazione, metastasi linfonodali, infiltrazione della capsula, Tireoglobulina (Tg) nel follow up. Abbiamo inoltre ricercato la mutazione BRAFV600E su agoaspirato tiroideo in 266 casi sottoposti a intervento chirurgico di tiroidectomia totale +/- dissezione linfonodale tra ottobre 2008 e settembre 2009 distinti nelle 5 categorie citodiagnostiche (THY1, THY2, THY3, THY4, THY5) e per ciascuna categoria abbiamo verificato la diagnosi istologica di CPT distinguendo i casi BRAF + e BRAF –. Risultati La prevalenza di BRAF mutato nei pazienti operati con diagnosi istologica di CPT è risultata pari a 69%. La mutazione BRAFV600E si è associata a una maggior età, ad una minore frequenza di istotipo papillare variante follicolare e una più elevata frequenza di variante a cellule alte, ad una prevalenza degli stadi 3 e 4 nei pazienti di età > 45 anni. La ricerca di mutazione BRAFV600E ha incrementato la sensibilità della sola citologia dall’84 all'88%. Conclusioni Si conferma una associazione statisticamente significativa tra la presenza di mutazione in BRAF e caratteristiche clinico patologiche più aggressive del CPT, quali età più elevata, varianti istologiche a prognosi peggiore (variante tall cell), stadio più avanzato di malattia. La ricerca di mutazioni BRAF migliora la sensibilità della sola indagine citologica, in particolare in nodi la cui diagnosi citologica possa essere non conclusiva.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Tesi_isabella_merante_boschin.pdf
accesso aperto
Dimensione
843.37 kB
Formato
Adobe PDF
|
843.37 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/175865
URN:NBN:IT:UNIPD-175865