È ormai noto a tutti come le limitazioni sui quantitativi di azoto di origine zootecnica distribuibili al campo stanno penalizzando in modo particolare gli allevatori le cui unità produttive insistono in territori nei quali ad una elevata densità zootecnica si somma la qualifica di Vulnerabilità ai Nitrati dei terreni utilizzati per la distribuzione agronomica degli effluenti. In questi ambiti, il reperimento di terreni su cui effettuare la distribuzione si traduce in un consistente aumento dei costi, diretti e indiretti, di tale operazione, spesso ben oltre i limiti della convenienza economica (per l’eccessiva distanza dal centro aziendale) e senza la sicurezza della disponibilità di tali superfici nel tempo. Ne deriva la necessità di una gestione alternativa degli effluenti, almeno per quella quota il cui contenuto in azoto eccede la capacità ricettiva dei terreni presenti ad una distanza economicamente accettabile. Obiettivo della tesi è stato quello di prendere in esame un gruppo di tecnologie “emergenti”, e quindi non ancora applicate su scala commerciale nel comparto zootecnico, ed altre “collaudate” ma poco diffuse nel nostro Paese, ritenute interessanti per la soluzione delle problematiche indotte dall’applicazione della Direttiva Nitrati. Queste tecnologie sono state valutate dal punto di vista: dell’affidabilità tecnologica, delle efficienze di processo, delle ricadute ambientali derivanti dal processo stesso (emissioni, sottoprodotti del processo di trattamento) nonché dei vantaggi che possono offrire all’allevatore nella gestione complessiva delle deiezioni in conformità con quanto previsto dalle normative vigenti in materia (Direttive Nitrati 676/91/CE e IPPC 96/61/CE). Particolare attenzione è stata rivolta anche al fosforo: sebbene non ancora ufficialmente sottoposto a regolamentazione come l’azoto, il fosforo è comunque oggetto delle nuove politiche comunitarie di gestione degli effluenti zootecnici, trattandosi di un elemento responsabile, forse più dell’azoto, dell’eutrofizzazione delle acque interne. La scelta è ricaduta sul seguente gruppo di soluzioni tecnologiche e gestionali, parte di queste afferenti, o comprendenti, soluzioni di tipo distruttivo (nei confronti dell’azoto e della sostanza organica), altre di tipo conservativo: - evaporazione sotto-vuoto di digestato; - combustione con impianto aziendale di deiezioni avicole (nello specifico lettiere di polli da carne); - “stoccaggio controllato” di deiezioni avicole finalizzato alla loro trasformazione in fertilizzanti organici; - gestione di tipo consortile di effluenti zootecnici (nello specifico liquami suinicoli).
Sistemi innovativi di gestione degli effluenti zootecnici finalizzati al controllo dei nutrienti, in particolare azoto e fosforo.
RUMOR, CLELIA
2012
Abstract
È ormai noto a tutti come le limitazioni sui quantitativi di azoto di origine zootecnica distribuibili al campo stanno penalizzando in modo particolare gli allevatori le cui unità produttive insistono in territori nei quali ad una elevata densità zootecnica si somma la qualifica di Vulnerabilità ai Nitrati dei terreni utilizzati per la distribuzione agronomica degli effluenti. In questi ambiti, il reperimento di terreni su cui effettuare la distribuzione si traduce in un consistente aumento dei costi, diretti e indiretti, di tale operazione, spesso ben oltre i limiti della convenienza economica (per l’eccessiva distanza dal centro aziendale) e senza la sicurezza della disponibilità di tali superfici nel tempo. Ne deriva la necessità di una gestione alternativa degli effluenti, almeno per quella quota il cui contenuto in azoto eccede la capacità ricettiva dei terreni presenti ad una distanza economicamente accettabile. Obiettivo della tesi è stato quello di prendere in esame un gruppo di tecnologie “emergenti”, e quindi non ancora applicate su scala commerciale nel comparto zootecnico, ed altre “collaudate” ma poco diffuse nel nostro Paese, ritenute interessanti per la soluzione delle problematiche indotte dall’applicazione della Direttiva Nitrati. Queste tecnologie sono state valutate dal punto di vista: dell’affidabilità tecnologica, delle efficienze di processo, delle ricadute ambientali derivanti dal processo stesso (emissioni, sottoprodotti del processo di trattamento) nonché dei vantaggi che possono offrire all’allevatore nella gestione complessiva delle deiezioni in conformità con quanto previsto dalle normative vigenti in materia (Direttive Nitrati 676/91/CE e IPPC 96/61/CE). Particolare attenzione è stata rivolta anche al fosforo: sebbene non ancora ufficialmente sottoposto a regolamentazione come l’azoto, il fosforo è comunque oggetto delle nuove politiche comunitarie di gestione degli effluenti zootecnici, trattandosi di un elemento responsabile, forse più dell’azoto, dell’eutrofizzazione delle acque interne. La scelta è ricaduta sul seguente gruppo di soluzioni tecnologiche e gestionali, parte di queste afferenti, o comprendenti, soluzioni di tipo distruttivo (nei confronti dell’azoto e della sostanza organica), altre di tipo conservativo: - evaporazione sotto-vuoto di digestato; - combustione con impianto aziendale di deiezioni avicole (nello specifico lettiere di polli da carne); - “stoccaggio controllato” di deiezioni avicole finalizzato alla loro trasformazione in fertilizzanti organici; - gestione di tipo consortile di effluenti zootecnici (nello specifico liquami suinicoli).File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/176121
URN:NBN:IT:UNIPD-176121