1. Introduzione Il delicato equilibrio sul quale la persona tenta in età giovanile di poggiare la propria costruzione identitaria può venire in alcuni casi alterato da una malattia o da una condizione di cronicità quale il trapianto. Proprio in questa età, il paziente si trova inoltre coinvolto in un delicato processo di transizione dal servizio pediatrico al servizio di cura per adulti. La cornice teorica all'interno della quale si muove il presente progetto si riferisce a forme di educazione alla salute che privilegiano un'azione finalizzata all'empowerment della persona, alla promozione di abilità autoriflessive e di resilienza e al miglioramento di una serie di life skills attraverso la relazione educativa mediata dalla narrazione e dal dialogo. 2. Obiettivi Sono stati perseguiti due obiettivi: i) analisi del vissuto di trapianto e dell'esperienza di transizione; ii) strutturazione, implementazione e verifica dell'efficacia di una serie di interventi educativi mediati dall'uso di strumenti di dialogo originali in un gruppo di pazienti (tarda adolescenza, giovani adulti) sottoposti a trapianto di fegato. Gli interventi educativi (quattro in tutto, con specifici protocolli) si sono focalizzati sui seguenti aspetti: qualità di vita e aderenza dopo trapianto; processo di transizione; sviluppo di abilità di gestione autonoma della salute. 3. Disegno dello studio Lo studio prevede la messa in atto di un progetto pilota con metodologie di ricerca miste. I pazienti coinvolti nel progetto sono stati randomizzati in gruppo sperimentale (Gs) (con il quale sono stati realizzati gli incontri educativi) e gruppo di controllo (Gc) (non hanno partecipato agli incontri). 4. Materiali e metodi Sono state utilizzate metodologie e metodi differenti a seconda degli obiettivi perseguiti: - obiettivo i) analisi del vissuto di trapianto: intervista semi-strutturata con tutti i pazienti coinvolti. Tutte le interviste sono state audio registrate, trascritte e analizzate attraverso la ricognizione di temi ricorrenti (Atlas.ti, versione 7.1.8). - obiettivo ii) verifica di efficacia degli interventi educativi: conduzione di un'analisi pre e post interventi attraverso la somministrazione di una batteria di questionari atti a valutare le seguenti dimensioni: benessere complessivo: Satisfaction Profile (SAT-P); aderenza: Scala di Morisky per l'aderenza terapeutica (MMAS-4) e questionario ad hoc "Valutazione dell'aderenza in pazienti sottoposti a trapianto di fegato"; autoefficacia percepita nella gestione di situazioni problematiche: Scala di autoefficacia percepita nella soluzione di problemi (APSP); livello di competenza percepito rispetto al tema della transizione: questionario ad hoc "Gestione autonoma del proprio stato di salute in relazione al processo di transizione". Le statistiche descrittive e inferenziali sono state condotte mediante l'utilizzo del software SPSS, versione 23. 5. Risultati Lo studio ha preso avvio a luglio 2015 e si è concluso ad ottobre 2016. Sono stati coinvolti 14 pazienti con un'età media (±DS) di 23,9 (±4,7) anni (range: 16-30) e un'etè media (±DS) al trapianto di 8,7 (±7,2) anni (range: 1-25). Contenuti qualitativi: l'analisi delle interviste ha permesso di approfondire diversi aspetti legati al trapianto connessi al tema del ricordo, della comunicazione e del racconto. Ancora, il legame ambivalente con i genitori nella gestione della salute dopo il trapianto, il rapporto con amici e compagni di scuola e l'esperienza di transizione caratterizzata da una significativa tensione tra dipendenza e autonomia (soprattutto dalle figure genitoriali). Dati quantitativi: considerando l'intero gruppo di pazienti, i dati emersi dall'analisi pre indicano per il benessere soggettivo (SAT-P) medie (±DS) più elevate per la funzionalità fisica (67±15,3) e sociale (66±18,5) rispetto a quella psicologica (60±18,7), lavorativo/scolastica (62,8±22,2) e legata allo stile di vita (60,9±15,4). Quasi il 30% dei pazienti si colloca nella fascia di mancata aderenza (MMAS-4). Rispetto alla percezione di autoefficacia nella soluzione di problemi (APSP) emerge un punteggio medio (±DS) classificato come basso di 66 (±13,1). Al confronto operato entro i gruppi nel pre e post test, i dati evidenziano un miglioramento statisticamente significativo alla somministrazione post nel Gs per i punteggi del SAT-P inerenti il tono dell'umore (p<0,001), la stabilità emozionale (p<0,05) e la fiducia in se stessi (p<0,05). Si ravvisa inoltre un generale mantenimento o rinforzo dell'aderenza nel Gs e un mantenimento della mancata aderenza nel Gc (p=ns). Rispetto all'autoefficacia (APSP) si osserva un decremento significativo del punteggio complessivo al post test nel Gc (p<0,05). Decremento generale osservato, sempre nel Gc, per il livello di competenza percepito rispetto al tema della transizione a fronte di un generale miglioramento dei punteggi dello stesso nel Gs (p=ns). 6. Discussione I diversi risultati presentati hanno permesso di elaborare alcune riflessioni in merito al vissuto dopo trapianto, a partire da alcune generali difficoltà espresse dai ragazzi nel parlare e raccontare questa esperienza. Difficoltà ravvisate anche e soprattutto sul piano psicologico ed emotivo (per quanto riguarda, ad esempio, la stabilità emozionale e il tono dell'umore). Criticità sono state inoltre riscontrate rispetto all'aderenza, soprattutto all'assunzione della terapia immunosoppressiva. Entrambi questi dati trovano conferma nella letteratura specifica di riferimento. I risultati (sia qualitativi che quantitativi) hanno permesso di identificare alcune possibili aree di intervento educativo. Tra queste, la promozione dell'autoriflessione e dell'elaborazione dell'esperienza del trapianto, il lavoro più mirato sull'acquisizione e rinforzo di determinate competenze psicosociali con i pazienti e il supporto e l'accompagnamento dei genitori nel corso del processo di transizione. 7. Conclusioni Questo studio rappresenta una prima esperienza a carattere interventistico rispetto all'educazione in questo ambito. Essendo questo un progetto pilota che ha coinvolto un gruppo ristretto di pazienti non risulta possibile operare delle generalizzazioni per quanto concerne i risultati identificati. Le prospettive future, ed auspicabili, al termine dello studio consisteranno in una revisione degli interventi (alla luce dei risultati conseguiti) e una loro possibile implementazione con un campione pià ampio di giovani pazienti. Il progetto potrebbe inoltre fornire un nuovo punto di vista rispetto al tema della transizione nelle sue implicazioni clinico - pratiche.

Trapianto di fegato in tarda adolescenza e giovane età adulta e processo di transizione dal servizio pediatrico al servizio per adulti. Progetto pilota di strutturazione e implementazione di interventi educativi e strumenti di dialogo ad hoc: una esperienza condotta presso l'Azienda Ospedaliera - Università di Padova

LAZZARO, SILVIA
2017

Abstract

1. Introduzione Il delicato equilibrio sul quale la persona tenta in età giovanile di poggiare la propria costruzione identitaria può venire in alcuni casi alterato da una malattia o da una condizione di cronicità quale il trapianto. Proprio in questa età, il paziente si trova inoltre coinvolto in un delicato processo di transizione dal servizio pediatrico al servizio di cura per adulti. La cornice teorica all'interno della quale si muove il presente progetto si riferisce a forme di educazione alla salute che privilegiano un'azione finalizzata all'empowerment della persona, alla promozione di abilità autoriflessive e di resilienza e al miglioramento di una serie di life skills attraverso la relazione educativa mediata dalla narrazione e dal dialogo. 2. Obiettivi Sono stati perseguiti due obiettivi: i) analisi del vissuto di trapianto e dell'esperienza di transizione; ii) strutturazione, implementazione e verifica dell'efficacia di una serie di interventi educativi mediati dall'uso di strumenti di dialogo originali in un gruppo di pazienti (tarda adolescenza, giovani adulti) sottoposti a trapianto di fegato. Gli interventi educativi (quattro in tutto, con specifici protocolli) si sono focalizzati sui seguenti aspetti: qualità di vita e aderenza dopo trapianto; processo di transizione; sviluppo di abilità di gestione autonoma della salute. 3. Disegno dello studio Lo studio prevede la messa in atto di un progetto pilota con metodologie di ricerca miste. I pazienti coinvolti nel progetto sono stati randomizzati in gruppo sperimentale (Gs) (con il quale sono stati realizzati gli incontri educativi) e gruppo di controllo (Gc) (non hanno partecipato agli incontri). 4. Materiali e metodi Sono state utilizzate metodologie e metodi differenti a seconda degli obiettivi perseguiti: - obiettivo i) analisi del vissuto di trapianto: intervista semi-strutturata con tutti i pazienti coinvolti. Tutte le interviste sono state audio registrate, trascritte e analizzate attraverso la ricognizione di temi ricorrenti (Atlas.ti, versione 7.1.8). - obiettivo ii) verifica di efficacia degli interventi educativi: conduzione di un'analisi pre e post interventi attraverso la somministrazione di una batteria di questionari atti a valutare le seguenti dimensioni: benessere complessivo: Satisfaction Profile (SAT-P); aderenza: Scala di Morisky per l'aderenza terapeutica (MMAS-4) e questionario ad hoc "Valutazione dell'aderenza in pazienti sottoposti a trapianto di fegato"; autoefficacia percepita nella gestione di situazioni problematiche: Scala di autoefficacia percepita nella soluzione di problemi (APSP); livello di competenza percepito rispetto al tema della transizione: questionario ad hoc "Gestione autonoma del proprio stato di salute in relazione al processo di transizione". Le statistiche descrittive e inferenziali sono state condotte mediante l'utilizzo del software SPSS, versione 23. 5. Risultati Lo studio ha preso avvio a luglio 2015 e si è concluso ad ottobre 2016. Sono stati coinvolti 14 pazienti con un'età media (±DS) di 23,9 (±4,7) anni (range: 16-30) e un'etè media (±DS) al trapianto di 8,7 (±7,2) anni (range: 1-25). Contenuti qualitativi: l'analisi delle interviste ha permesso di approfondire diversi aspetti legati al trapianto connessi al tema del ricordo, della comunicazione e del racconto. Ancora, il legame ambivalente con i genitori nella gestione della salute dopo il trapianto, il rapporto con amici e compagni di scuola e l'esperienza di transizione caratterizzata da una significativa tensione tra dipendenza e autonomia (soprattutto dalle figure genitoriali). Dati quantitativi: considerando l'intero gruppo di pazienti, i dati emersi dall'analisi pre indicano per il benessere soggettivo (SAT-P) medie (±DS) più elevate per la funzionalità fisica (67±15,3) e sociale (66±18,5) rispetto a quella psicologica (60±18,7), lavorativo/scolastica (62,8±22,2) e legata allo stile di vita (60,9±15,4). Quasi il 30% dei pazienti si colloca nella fascia di mancata aderenza (MMAS-4). Rispetto alla percezione di autoefficacia nella soluzione di problemi (APSP) emerge un punteggio medio (±DS) classificato come basso di 66 (±13,1). Al confronto operato entro i gruppi nel pre e post test, i dati evidenziano un miglioramento statisticamente significativo alla somministrazione post nel Gs per i punteggi del SAT-P inerenti il tono dell'umore (p<0,001), la stabilità emozionale (p<0,05) e la fiducia in se stessi (p<0,05). Si ravvisa inoltre un generale mantenimento o rinforzo dell'aderenza nel Gs e un mantenimento della mancata aderenza nel Gc (p=ns). Rispetto all'autoefficacia (APSP) si osserva un decremento significativo del punteggio complessivo al post test nel Gc (p<0,05). Decremento generale osservato, sempre nel Gc, per il livello di competenza percepito rispetto al tema della transizione a fronte di un generale miglioramento dei punteggi dello stesso nel Gs (p=ns). 6. Discussione I diversi risultati presentati hanno permesso di elaborare alcune riflessioni in merito al vissuto dopo trapianto, a partire da alcune generali difficoltà espresse dai ragazzi nel parlare e raccontare questa esperienza. Difficoltà ravvisate anche e soprattutto sul piano psicologico ed emotivo (per quanto riguarda, ad esempio, la stabilità emozionale e il tono dell'umore). Criticità sono state inoltre riscontrate rispetto all'aderenza, soprattutto all'assunzione della terapia immunosoppressiva. Entrambi questi dati trovano conferma nella letteratura specifica di riferimento. I risultati (sia qualitativi che quantitativi) hanno permesso di identificare alcune possibili aree di intervento educativo. Tra queste, la promozione dell'autoriflessione e dell'elaborazione dell'esperienza del trapianto, il lavoro più mirato sull'acquisizione e rinforzo di determinate competenze psicosociali con i pazienti e il supporto e l'accompagnamento dei genitori nel corso del processo di transizione. 7. Conclusioni Questo studio rappresenta una prima esperienza a carattere interventistico rispetto all'educazione in questo ambito. Essendo questo un progetto pilota che ha coinvolto un gruppo ristretto di pazienti non risulta possibile operare delle generalizzazioni per quanto concerne i risultati identificati. Le prospettive future, ed auspicabili, al termine dello studio consisteranno in una revisione degli interventi (alla luce dei risultati conseguiti) e una loro possibile implementazione con un campione pià ampio di giovani pazienti. Il progetto potrebbe inoltre fornire un nuovo punto di vista rispetto al tema della transizione nelle sue implicazioni clinico - pratiche.
30-gen-2017
Italiano
trapianto, transizione, educazione del paziente, strumenti di dialogo transplantation, transition, patient education, dialogue tools
MILAN, GIUSEPPE
SANTI, MARINA
Università degli studi di Padova
396
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/176175
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-176175