Empirismo e semantica: da Rudolf Carnap all’episteologia contemporanea La ricerca condotta intende ricostruire un percorso storico-filosofico e concettuale che, a partire dall’empirismo neopositivista del Circolo di Vienna, giunge fino ad alcune posizioni largamente condivise dalla filosofia della scienza contemporanea in merito alla formalizzazione, alla struttura logica delle teorie scientifiche e al problema del significato. La parte preponderante del lavoro si è concentrata sull’analisi di due testi di Rudolf Carnap, Der logische Aufbau der Welt (1928) e Logische Syntax der Sprache (1934), in cui vengono esposte e applicate in modo rigoroso due strategie teoriche che costituiscono forse gli assi portanti dell’epistemologia novecentesca di ambito analitico: la determinazione del rapporto tra concetti scientifici e dato empirico e l’analisi delle relazioni inferenziali tra gli enunciati di una teoria. Il primo capitolo, analizzando l’opera carnapiana del 1928, ne identifica da un lato l’aspetto più innovativo nell’impiego dell’apparato logico dei Principia Mathematica di Russell e Whitehead per la costruzione di un linguaggio artificiale in cui tradurre gli enunciati delle singole scienze; dall’altro lato, ricostruisce la filiazione della nozione di esperienza utilizzata da Carnap rispetto alla psicologia sperimentale, alla tradizione empirista inglese e austriaca e alla fenomenologia husserliana. Il verificazionismo dell’Aufbau viene ricollegato all’orizzonte concettuale dell’Erkenntnistheorie neokantiana, soprattutto a proposito dell’enfasi posta sul problema del passaggio dalla dimensione solipsistica e privata del vissuto esperienziale all’intersoggettività propria della scienza. Il secondo capitolo tratta gli sviluppi del pensiero di Carnap negli anni Trenta: il legame con la gnoseologia ottocentesca si indebolisce a vantaggio di un approfondimento di questioni tecniche di logica matematica. Dalle precedenti riflessioni filosofiche sul concetto di esperienza si passa al dibattito sulla forma logica degli enunciati protocollari, oggetto di disputa tra Carnap, Schlick, Neurath e Popper, di cui si cerca di dare un quadro complessivo. Il capitolo procede quindi ad analizzare le definizioni di conseguenza logica e di analiticità proposte in Logische Syntax der Sprache, argomento che consente di instaurare un confronto con il contemporaneo emergere della semantica tarskiana, cui Carnap aderirà negli anni successivi. Infine, vengono presentati alcuni recenti esempi di utilizzo della semantica nel campo della filosofia della scienza. Nel terzo capitolo viene invece esposto l’approccio ai problemi dell’epistemologia e della formalizzazione sviluppato negli anni Sessanta e Settanta da Paul Lorenzen. La proposta di questo autore viene considerata rilevante in quanto ristruttura la consueta opposizione tra sintassi e semantica che Tarski e Carnap hanno contribuito ad affermare. L’impostazione di Lorenzen, mettendo l’accento sugli aspetti tecnico-operativi della pratica scientifica, elabora una concezione del linguaggio in cui la dimensione pragmatica svolge il ruolo dominante. In tal modo, questioni epistemologiche come quelle dell’analiticità o della base empirica, affrontate da Carnap attraverso concetti sintattici o semantici, vengono risolte in modo originale
Empirismo e semantica: da Rudolf Carnap all'epistemologia contemporanea
DEL DIN, GUIDO
2013
Abstract
Empirismo e semantica: da Rudolf Carnap all’episteologia contemporanea La ricerca condotta intende ricostruire un percorso storico-filosofico e concettuale che, a partire dall’empirismo neopositivista del Circolo di Vienna, giunge fino ad alcune posizioni largamente condivise dalla filosofia della scienza contemporanea in merito alla formalizzazione, alla struttura logica delle teorie scientifiche e al problema del significato. La parte preponderante del lavoro si è concentrata sull’analisi di due testi di Rudolf Carnap, Der logische Aufbau der Welt (1928) e Logische Syntax der Sprache (1934), in cui vengono esposte e applicate in modo rigoroso due strategie teoriche che costituiscono forse gli assi portanti dell’epistemologia novecentesca di ambito analitico: la determinazione del rapporto tra concetti scientifici e dato empirico e l’analisi delle relazioni inferenziali tra gli enunciati di una teoria. Il primo capitolo, analizzando l’opera carnapiana del 1928, ne identifica da un lato l’aspetto più innovativo nell’impiego dell’apparato logico dei Principia Mathematica di Russell e Whitehead per la costruzione di un linguaggio artificiale in cui tradurre gli enunciati delle singole scienze; dall’altro lato, ricostruisce la filiazione della nozione di esperienza utilizzata da Carnap rispetto alla psicologia sperimentale, alla tradizione empirista inglese e austriaca e alla fenomenologia husserliana. Il verificazionismo dell’Aufbau viene ricollegato all’orizzonte concettuale dell’Erkenntnistheorie neokantiana, soprattutto a proposito dell’enfasi posta sul problema del passaggio dalla dimensione solipsistica e privata del vissuto esperienziale all’intersoggettività propria della scienza. Il secondo capitolo tratta gli sviluppi del pensiero di Carnap negli anni Trenta: il legame con la gnoseologia ottocentesca si indebolisce a vantaggio di un approfondimento di questioni tecniche di logica matematica. Dalle precedenti riflessioni filosofiche sul concetto di esperienza si passa al dibattito sulla forma logica degli enunciati protocollari, oggetto di disputa tra Carnap, Schlick, Neurath e Popper, di cui si cerca di dare un quadro complessivo. Il capitolo procede quindi ad analizzare le definizioni di conseguenza logica e di analiticità proposte in Logische Syntax der Sprache, argomento che consente di instaurare un confronto con il contemporaneo emergere della semantica tarskiana, cui Carnap aderirà negli anni successivi. Infine, vengono presentati alcuni recenti esempi di utilizzo della semantica nel campo della filosofia della scienza. Nel terzo capitolo viene invece esposto l’approccio ai problemi dell’epistemologia e della formalizzazione sviluppato negli anni Sessanta e Settanta da Paul Lorenzen. La proposta di questo autore viene considerata rilevante in quanto ristruttura la consueta opposizione tra sintassi e semantica che Tarski e Carnap hanno contribuito ad affermare. L’impostazione di Lorenzen, mettendo l’accento sugli aspetti tecnico-operativi della pratica scientifica, elabora una concezione del linguaggio in cui la dimensione pragmatica svolge il ruolo dominante. In tal modo, questioni epistemologiche come quelle dell’analiticità o della base empirica, affrontate da Carnap attraverso concetti sintattici o semantici, vengono risolte in modo originaleFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/176210
URN:NBN:IT:UNIPD-176210