Le infrastrutture, in particolare quelle di trasporto, nella loro qualità di “opere necessarie e strumentali allo svolgimento di attività economiche o indispensabili per (…) consentire la vita delle persone e delle comunità e migliorarne le condizioni” , sono le protagoniste di questa ricerca. Dopo averne studiato l’importanza quali condizioni di sviluppo socio-economico e parametro di competitività – per l’appunto -, la prima parte del lavoro tenta di definirle e di individuarne i tratti peculiari. Ne emerge un quadro interessante, fatto di incredibili potenzialità ma anche di rischi e paradossi. Le infrastrutture sono, infatti, beni pubblici e strumento per l’erogazione di servizi essenziali, ma presuppongono da sempre il coinvolgimento dei privati per il loro finanziamento, la loro realizzazione, la loro gestione; sono monopoli naturali e legali, ma non possono prescindere dal mercato e dalla concorrenza; appartengono al novero delle infrastrutture di rete, a carattere non duplicabile, e, dunque, richiedono di essere oggetto di scelte politiche nazionali, unitarie e lungimiranti, ma attraversano territori ed intersecano comunità che sempre più spesso non condividono queste scelte; sono parametro di ricchezza, ma di enormi risorse hanno pure bisogno, soprattutto nella loro fase di attivazione, e sono, dunque, particolarmente sensibili alle contingenze economico-finanziarie. La reale consistenza del c.d. gap infrastrutturale italiano, di cui si dà – sempre nella prima parte della tesi – ampio conto, impone, però, di andare oltre la ricognizione della realtà, per investigare le cause di un deficit importante e individuare linee-guida e proposte serie di sviluppo. La complessità del settore rende opportuno svolgere questa più approfondita analisi con riguardo ad una singola infrastruttura di trasporto, ritenuta significativa: quella autostradale. Allo studio delle infrastrutture autostradali è dedicata la seconda parte del lavoro. In essa, dopo una necessaria introduzione storica, si ripercorrono e analizzano tutti i principali momenti del governo delle autostrade: dalla programmazione delle opere, alla loro pianificazione, dal reperimento dei finanziamenti necessari, fino alla loro gestione, passando attraverso l’altrettanto cruciale e delicata fase della loro realizzazione. Il tutto dando conto delle numerose e non sempre coerenti riforme legislative intervenute durante il triennio di ricerca. I risultati raggiunti mediante l’osservazione empirica del settore autostradale consentono, poi, nella terza parte del lavoro, l’individuazione delle principali cause del deficit infrastrutturale che affligge il Paese, per ciascuna delle quali diviene anche possibile prospettare una o più soluzioni concrete. All’ultima parte della tesi è affidato, poi, l’ambizioso compito di trarre dai risultati raggiunti mediante lo studio del sistema infrastrutturale di trasporto alcune considerazioni a carattere più generale con riferimento ai rapporti tra lo Stato e l’economia, ma anche, infine, alla forma di Governo e la forma di Stato. L’inadeguatezza del governo infrastrutturale, infatti, non è che l’ennesimo riscontro della crisi della legge e delle istituzioni rappresentative e della confusione tra le funzioni che lo Stato di diritto imporrebbe separate. In questo contesto nascono e prosperano nuovi e opachi processi decisionali, altrimenti detti di governance, che surrogano la democrazia classica, pur essendo con essa difficilmente compatibili. Processi dei quali è necessario prendere consapevolezza.
IL GOVERNO DELLE INFRASTRUTTURE: IL CASO AUTOSTRADALE
MUTTONI, SILVIA
2011
Abstract
Le infrastrutture, in particolare quelle di trasporto, nella loro qualità di “opere necessarie e strumentali allo svolgimento di attività economiche o indispensabili per (…) consentire la vita delle persone e delle comunità e migliorarne le condizioni” , sono le protagoniste di questa ricerca. Dopo averne studiato l’importanza quali condizioni di sviluppo socio-economico e parametro di competitività – per l’appunto -, la prima parte del lavoro tenta di definirle e di individuarne i tratti peculiari. Ne emerge un quadro interessante, fatto di incredibili potenzialità ma anche di rischi e paradossi. Le infrastrutture sono, infatti, beni pubblici e strumento per l’erogazione di servizi essenziali, ma presuppongono da sempre il coinvolgimento dei privati per il loro finanziamento, la loro realizzazione, la loro gestione; sono monopoli naturali e legali, ma non possono prescindere dal mercato e dalla concorrenza; appartengono al novero delle infrastrutture di rete, a carattere non duplicabile, e, dunque, richiedono di essere oggetto di scelte politiche nazionali, unitarie e lungimiranti, ma attraversano territori ed intersecano comunità che sempre più spesso non condividono queste scelte; sono parametro di ricchezza, ma di enormi risorse hanno pure bisogno, soprattutto nella loro fase di attivazione, e sono, dunque, particolarmente sensibili alle contingenze economico-finanziarie. La reale consistenza del c.d. gap infrastrutturale italiano, di cui si dà – sempre nella prima parte della tesi – ampio conto, impone, però, di andare oltre la ricognizione della realtà, per investigare le cause di un deficit importante e individuare linee-guida e proposte serie di sviluppo. La complessità del settore rende opportuno svolgere questa più approfondita analisi con riguardo ad una singola infrastruttura di trasporto, ritenuta significativa: quella autostradale. Allo studio delle infrastrutture autostradali è dedicata la seconda parte del lavoro. In essa, dopo una necessaria introduzione storica, si ripercorrono e analizzano tutti i principali momenti del governo delle autostrade: dalla programmazione delle opere, alla loro pianificazione, dal reperimento dei finanziamenti necessari, fino alla loro gestione, passando attraverso l’altrettanto cruciale e delicata fase della loro realizzazione. Il tutto dando conto delle numerose e non sempre coerenti riforme legislative intervenute durante il triennio di ricerca. I risultati raggiunti mediante l’osservazione empirica del settore autostradale consentono, poi, nella terza parte del lavoro, l’individuazione delle principali cause del deficit infrastrutturale che affligge il Paese, per ciascuna delle quali diviene anche possibile prospettare una o più soluzioni concrete. All’ultima parte della tesi è affidato, poi, l’ambizioso compito di trarre dai risultati raggiunti mediante lo studio del sistema infrastrutturale di trasporto alcune considerazioni a carattere più generale con riferimento ai rapporti tra lo Stato e l’economia, ma anche, infine, alla forma di Governo e la forma di Stato. L’inadeguatezza del governo infrastrutturale, infatti, non è che l’ennesimo riscontro della crisi della legge e delle istituzioni rappresentative e della confusione tra le funzioni che lo Stato di diritto imporrebbe separate. In questo contesto nascono e prosperano nuovi e opachi processi decisionali, altrimenti detti di governance, che surrogano la democrazia classica, pur essendo con essa difficilmente compatibili. Processi dei quali è necessario prendere consapevolezza.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/176316
URN:NBN:IT:UNIPD-176316