La tesi analizza le traduzioni greche e latine di Pasolini, di natura teatrale e letteraria. La prima parte è dedicata alle traduzioni dal greco, la seconda a quelle dal latino. Nella prima parte l’analisi si concentra sulle traduzioni giovanili di alcuni frammenti di Saffo, tutte anteriori al 1949 (primo capitolo); sull’Orestiade, la versione dell’Orestea di Eschilo realizzata da Pasolini nel 1960 per una messa in scena del Teatro Popolare Italiano (secondo capitolo; un’analisi è stata dedicata anche al film Appunti per un’Orestiade africana, nel quale sono inseriti brani dell’Orestiade, nel capitolo 2 b); sulla traduzione solamente abbozzata dell’Antigone di Sofocle (terzo capitolo); sulla presenza di alcuni versi tratti dalle Trachinie di Sofocle in Affabulazione, una delle tragedie composte da Pasolini. In essa, infatti, all’interno della prima stesura del VI episodio (poi sostituito nella veste definitiva), sono stati inseriti dei versi della tragedia greca, all’interno di un rifacimento del dialogo finale fra i personaggi di Eracle e di suo figlio Illo (capitolo quarto). Il quinto capitolo, infine, è dedicato alle sceneggiature dei film Edipo re (1967) e Medea (1969) per individuare, all’interno di esse, la presenza di traduzioni letterali del testo greco originale. La seconda parte, nel primo capitolo, prende in esame la traduzione dei circa trecento versi iniziali del libro I dell’Eneide, alla quale il poeta pose mano nel 1959 e che può bene essere considerata come un importante ‘laboratorio’ testuale nel quale Pasolini sperimenta la propria tecnica di traduttore. Nel capitolo secondo, invece, l’analisi si sposta su un’altra importante traduzione pasoliniana di un classico portata sulle scene: il Vantone, dal Miles gloriosus di Plauto, una versione in romanesco realizzata nel 1961.
Pasolini traduttore dei classici greci e latini
LAGO, PAOLO
2018
Abstract
La tesi analizza le traduzioni greche e latine di Pasolini, di natura teatrale e letteraria. La prima parte è dedicata alle traduzioni dal greco, la seconda a quelle dal latino. Nella prima parte l’analisi si concentra sulle traduzioni giovanili di alcuni frammenti di Saffo, tutte anteriori al 1949 (primo capitolo); sull’Orestiade, la versione dell’Orestea di Eschilo realizzata da Pasolini nel 1960 per una messa in scena del Teatro Popolare Italiano (secondo capitolo; un’analisi è stata dedicata anche al film Appunti per un’Orestiade africana, nel quale sono inseriti brani dell’Orestiade, nel capitolo 2 b); sulla traduzione solamente abbozzata dell’Antigone di Sofocle (terzo capitolo); sulla presenza di alcuni versi tratti dalle Trachinie di Sofocle in Affabulazione, una delle tragedie composte da Pasolini. In essa, infatti, all’interno della prima stesura del VI episodio (poi sostituito nella veste definitiva), sono stati inseriti dei versi della tragedia greca, all’interno di un rifacimento del dialogo finale fra i personaggi di Eracle e di suo figlio Illo (capitolo quarto). Il quinto capitolo, infine, è dedicato alle sceneggiature dei film Edipo re (1967) e Medea (1969) per individuare, all’interno di esse, la presenza di traduzioni letterali del testo greco originale. La seconda parte, nel primo capitolo, prende in esame la traduzione dei circa trecento versi iniziali del libro I dell’Eneide, alla quale il poeta pose mano nel 1959 e che può bene essere considerata come un importante ‘laboratorio’ testuale nel quale Pasolini sperimenta la propria tecnica di traduttore. Nel capitolo secondo, invece, l’analisi si sposta su un’altra importante traduzione pasoliniana di un classico portata sulle scene: il Vantone, dal Miles gloriosus di Plauto, una versione in romanesco realizzata nel 1961.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/176456
URN:NBN:IT:UNIPD-176456