Oggetto principale della tesi è quello di illustrare, sulla base di un vasto studio della produzione scientifica di Joachim Hruschka, la sua personale e, per molti versi, originale dottrina penale. Accanto ad esso, scopo altrettanto centrale dell'opera è di riportare alla luce regole e dinamiche del tradizionale "giudizio imputativo", posta la sua diretta influenza sulla pratica applicazione del diritto. Tale ultimo rilievo ha due obiettivi. In primo luogo, esso mira a disvelare la funzione creatrice di diritto inevitabilmente svolta dal giurista positivo. In secondo luogo, la disamina della "teoria dell'imputazione", e della sua storia, vuole essere un invito ad un rinnovato e più attento interesse a un pensiero antico ma ancora capace di dar prova del profondo radicamento del "giudizio" nella realtà esperienziale dell'uomo. A collegare i diversi temi è il fatto che la menzionata originalità del pensiero del professor Hruschka, contemporaneo penalista tedesco, derivi dal suo aver posto alla base dei propri ragionamenti giuridici e delle proprie opinioni dottrinali, non già il dato positivo, ma una vera e propria "Zurechnungstheorie" - teoria dell'imputazione -, da lui stesso elaborata. Tale teoria, largamente erede del pensiero dei filosofi morali appartenenti al filone del giusnaturalismo, è lo scheletro attorno al quale Hruschka ricostruisce l'intero sistema del diritto penale. Essa rappresenta lo strumento che a lui consente di provare la fallacia o, invece, l'intrinseca ragionevolezza, di specifici dettati normativi, di precisi orientamenti giurisprudenziali, di generali dottrine penalistiche. L'opera è suddivisa in due parti, una di carattere teoretico e l'altra applicativa. La prima parte si sviluppa nel primo, secondo e terzo capitolo. In essa, dopo aver introduttivamente esplicitato le ragioni che rendono interessante uno studio sull'imputazione (cap. I), l'Autrice si dedica estensivamente all'analisi del pensiero, filosofico e giuridico, che sta alla base della hruschkiana Zurechnungstheorie (cap. II) per poi dar conto, esaustivamente, della struttura del giudizio imputativo da quest'ultimo elaborata (cap. III). Nella seconda parte, massimamente pratica, l'Autrice illustra come Hruschka pervenga alla soluzione di tipici hard-cases del diritto penale, proprio applicando la Zurechnungstheorie e adottando un metodo che egli definisce "logico-analitico". Qui, ai risultati di indagine del penalista tedesco, ed alle sue conclusioni, si affiancano quelli di dottrina e giurisprudenza italiane, allo scopo di verificarne l'eventuale conformità o dedurre opportune modifiche delle une o delle altre (cap. IV). Nell'ultimo capitolo si esaminano alcune criticità del pensiero hruschkiano nel quadro di un approfondimento di carattere epistemologico delle tesi da lui prospettate. (cap. V).
Una riscoperta della "teoria dell'imputazione". La dottrina penale di Joachim Hruschka.
ORLANDI, MARIANNA
2015
Abstract
Oggetto principale della tesi è quello di illustrare, sulla base di un vasto studio della produzione scientifica di Joachim Hruschka, la sua personale e, per molti versi, originale dottrina penale. Accanto ad esso, scopo altrettanto centrale dell'opera è di riportare alla luce regole e dinamiche del tradizionale "giudizio imputativo", posta la sua diretta influenza sulla pratica applicazione del diritto. Tale ultimo rilievo ha due obiettivi. In primo luogo, esso mira a disvelare la funzione creatrice di diritto inevitabilmente svolta dal giurista positivo. In secondo luogo, la disamina della "teoria dell'imputazione", e della sua storia, vuole essere un invito ad un rinnovato e più attento interesse a un pensiero antico ma ancora capace di dar prova del profondo radicamento del "giudizio" nella realtà esperienziale dell'uomo. A collegare i diversi temi è il fatto che la menzionata originalità del pensiero del professor Hruschka, contemporaneo penalista tedesco, derivi dal suo aver posto alla base dei propri ragionamenti giuridici e delle proprie opinioni dottrinali, non già il dato positivo, ma una vera e propria "Zurechnungstheorie" - teoria dell'imputazione -, da lui stesso elaborata. Tale teoria, largamente erede del pensiero dei filosofi morali appartenenti al filone del giusnaturalismo, è lo scheletro attorno al quale Hruschka ricostruisce l'intero sistema del diritto penale. Essa rappresenta lo strumento che a lui consente di provare la fallacia o, invece, l'intrinseca ragionevolezza, di specifici dettati normativi, di precisi orientamenti giurisprudenziali, di generali dottrine penalistiche. L'opera è suddivisa in due parti, una di carattere teoretico e l'altra applicativa. La prima parte si sviluppa nel primo, secondo e terzo capitolo. In essa, dopo aver introduttivamente esplicitato le ragioni che rendono interessante uno studio sull'imputazione (cap. I), l'Autrice si dedica estensivamente all'analisi del pensiero, filosofico e giuridico, che sta alla base della hruschkiana Zurechnungstheorie (cap. II) per poi dar conto, esaustivamente, della struttura del giudizio imputativo da quest'ultimo elaborata (cap. III). Nella seconda parte, massimamente pratica, l'Autrice illustra come Hruschka pervenga alla soluzione di tipici hard-cases del diritto penale, proprio applicando la Zurechnungstheorie e adottando un metodo che egli definisce "logico-analitico". Qui, ai risultati di indagine del penalista tedesco, ed alle sue conclusioni, si affiancano quelli di dottrina e giurisprudenza italiane, allo scopo di verificarne l'eventuale conformità o dedurre opportune modifiche delle une o delle altre (cap. IV). Nell'ultimo capitolo si esaminano alcune criticità del pensiero hruschkiano nel quadro di un approfondimento di carattere epistemologico delle tesi da lui prospettate. (cap. V).File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/176869
URN:NBN:IT:UNIPD-176869