Razionale e scopo. Il colangiocarcinoma (CCA) è una neoplasia epatica estremamente aggressiva e chemioresistente, caratterizzata da un’abbondante desmoplasia. Le interazioni stroma-tumore possono promuovere lo sviluppo tumorale e per questo possono risultare dei buoni bersagli per una terapia potenzialmente curativa. Il leukaemia inhibitory factor (LIF), è una citochina appartenente alla famiglia dell’IL-6 ed è in grado di promuovere lo sviluppo e la progressione di un ampio numero di tumori epiteliali, ma poco si sa della sua funzione e dei suoi effetti nel CCA. Il nostro scopo è quello di studiare il ruolo di LIF e del suo recettore (LIFR) nella patogenesi del CCA. Metodi. La distribuzione di LIF, LIFR e gp130 è stata valutata tramite immunoistochimica su tessuti umani di archivio derivanti da resezioni chirurgiche per CCA (n=19). La secrezione di LIF (ELISA) e l’espressione di LIFR (Western blotting) sono state valutate su colture primarie di colangiociti umani ottenuti da resezioni per CCA (n=8) e su linee stabili di CCA (n=3). Abbiamo quindi testato su due linee stabilizzate di CCA esprimenti LIFR: la proliferazione, la vitalità (entrambi con MTS) e l’apoptosi cellulare (attivazione delle caspasi 3/7) con/senza trattamento con agenti chemioterapici (cis-platino, gemcitabina, paclitaxel o camptotecina), la migrazione (scratch assay), l’invasione (camere di Boyden), l’induzione di un fenotipo simil-staminale (espressione genica di Nanog e Oct4 con real-time PCR) ed infine i livelli di espressione di proteine pro- (pBax) ed anti-apoptotiche (Mcl-1 con/senza inibizione di PI3K) e di pSTAT3 (Western blot). Risultati. LIF e LIFR risultano maggiormente espressi nelle strutture neoplastiche che nei dotti biliari peritumorali; LIF risulta inoltre espressa da gran parte delle cellule dello stroma tumorale. Gli effetti del LIF su proliferazione, migrazione, invasione e induzione di un fenotipo simil-staminale sono minimi, di contro esso protegge le cellule tumorali dall’apoptosi indotta da farmaci. Dopo la stimolazione con LIF, si osserva una riduzione dell’attivazione delle caspasi 3/7 associata ad un aumento dell’espressione di Mcl-1, la quale viene diminuita dall’inibizione della PI3K; l’espressione di pBax e pSTAT3 non risultano invece modulate. Conclusioni. Il segnale di LIF può promuovere, sia per via autocrina che paracrina, la chemioresistenza del CCA aumentando i livelli di espressione di Mcl-1. Queste capacità favorenti la sopravvivenza cellulare sono mediate da una nuova via di segnale STAT3-indipendente e PI3K-dipendente.
Leukaemia inhibitory factor protects cholangiocarcinoma cells from drug-induced apoptosis via a STAT3-independent, PI3K-dependent, Mcl-1 activation
MORTON, STUART DUNCAN
2015
Abstract
Razionale e scopo. Il colangiocarcinoma (CCA) è una neoplasia epatica estremamente aggressiva e chemioresistente, caratterizzata da un’abbondante desmoplasia. Le interazioni stroma-tumore possono promuovere lo sviluppo tumorale e per questo possono risultare dei buoni bersagli per una terapia potenzialmente curativa. Il leukaemia inhibitory factor (LIF), è una citochina appartenente alla famiglia dell’IL-6 ed è in grado di promuovere lo sviluppo e la progressione di un ampio numero di tumori epiteliali, ma poco si sa della sua funzione e dei suoi effetti nel CCA. Il nostro scopo è quello di studiare il ruolo di LIF e del suo recettore (LIFR) nella patogenesi del CCA. Metodi. La distribuzione di LIF, LIFR e gp130 è stata valutata tramite immunoistochimica su tessuti umani di archivio derivanti da resezioni chirurgiche per CCA (n=19). La secrezione di LIF (ELISA) e l’espressione di LIFR (Western blotting) sono state valutate su colture primarie di colangiociti umani ottenuti da resezioni per CCA (n=8) e su linee stabili di CCA (n=3). Abbiamo quindi testato su due linee stabilizzate di CCA esprimenti LIFR: la proliferazione, la vitalità (entrambi con MTS) e l’apoptosi cellulare (attivazione delle caspasi 3/7) con/senza trattamento con agenti chemioterapici (cis-platino, gemcitabina, paclitaxel o camptotecina), la migrazione (scratch assay), l’invasione (camere di Boyden), l’induzione di un fenotipo simil-staminale (espressione genica di Nanog e Oct4 con real-time PCR) ed infine i livelli di espressione di proteine pro- (pBax) ed anti-apoptotiche (Mcl-1 con/senza inibizione di PI3K) e di pSTAT3 (Western blot). Risultati. LIF e LIFR risultano maggiormente espressi nelle strutture neoplastiche che nei dotti biliari peritumorali; LIF risulta inoltre espressa da gran parte delle cellule dello stroma tumorale. Gli effetti del LIF su proliferazione, migrazione, invasione e induzione di un fenotipo simil-staminale sono minimi, di contro esso protegge le cellule tumorali dall’apoptosi indotta da farmaci. Dopo la stimolazione con LIF, si osserva una riduzione dell’attivazione delle caspasi 3/7 associata ad un aumento dell’espressione di Mcl-1, la quale viene diminuita dall’inibizione della PI3K; l’espressione di pBax e pSTAT3 non risultano invece modulate. Conclusioni. Il segnale di LIF può promuovere, sia per via autocrina che paracrina, la chemioresistenza del CCA aumentando i livelli di espressione di Mcl-1. Queste capacità favorenti la sopravvivenza cellulare sono mediate da una nuova via di segnale STAT3-indipendente e PI3K-dipendente.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/176889
URN:NBN:IT:UNIPD-176889