La ricerca rientra nel tema dell’associazionismo del clero urbano ed è incentrata sullo studio della congregazione del clero intrinseco di Verona nel medioevo. Dopo una indagine di carattere introduttivo e generale sul materiale del fondo archivistico e una presentazione di quello specificamente utilizzato per compiere la ricerca e a seguito di una ricognizione sulla storiografia prodotta su tale tema, è stato possibile ampliare la conoscenza della congregazione del clero di Verona grazie agli studi locali e all’abbondante materiale documentario che fu redatto nel secondo ventennio del Trecento quando venne istituita una cancelleria di notai provenienti dalla curia episcopale. Essi nel 1323, assieme all’arciprete e ai membri della congregazione, furono parte attiva nella stesura degli statuti, in cui è possibile riconoscere la rielaborazione di mores e la presenza di consuetudini, già documentate nel 1177. All’interno di essi prevalgono la ritualità basata sulla regolamentazione della cura animarum vivorum ac defunctorum e degli aspetti corporativi propri dell’ente religioso. Gli stessi notai nel 1326, sulla base di precise indicazioni della costituzione 50,51 e 52 del corpus statutario, procedettero alla compilazione di due poderosi registri riguardanti la raccolta del materiale prodotto fino a quella data
La congregazione del clero intrinseco dalle origini alla stesura degli statuti
BIANCHINI, CHIARA
2011
Abstract
La ricerca rientra nel tema dell’associazionismo del clero urbano ed è incentrata sullo studio della congregazione del clero intrinseco di Verona nel medioevo. Dopo una indagine di carattere introduttivo e generale sul materiale del fondo archivistico e una presentazione di quello specificamente utilizzato per compiere la ricerca e a seguito di una ricognizione sulla storiografia prodotta su tale tema, è stato possibile ampliare la conoscenza della congregazione del clero di Verona grazie agli studi locali e all’abbondante materiale documentario che fu redatto nel secondo ventennio del Trecento quando venne istituita una cancelleria di notai provenienti dalla curia episcopale. Essi nel 1323, assieme all’arciprete e ai membri della congregazione, furono parte attiva nella stesura degli statuti, in cui è possibile riconoscere la rielaborazione di mores e la presenza di consuetudini, già documentate nel 1177. All’interno di essi prevalgono la ritualità basata sulla regolamentazione della cura animarum vivorum ac defunctorum e degli aspetti corporativi propri dell’ente religioso. Gli stessi notai nel 1326, sulla base di precise indicazioni della costituzione 50,51 e 52 del corpus statutario, procedettero alla compilazione di due poderosi registri riguardanti la raccolta del materiale prodotto fino a quella dataFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/177634
URN:NBN:IT:UNIPD-177634