L’area prende in esame il Friuli collinare compreso tra il fiume Tagliamento a ovest e il Torre a est; morfologicamente, il territorio si estende su una superficie di circa 500 kmq ed è caratterizzato dalle colline dell’anfiteatro morenico tilaventino, la cui formazione risale alle espansioni glaciali del Pleistocene medio – superiore. In epoca romana questa fascia di territorio faceva parte della Regio X; ancora discussa è l’attribuzione al municipium di Iulium Carnicum, piuttosto che all’agro di Aquileia, della porzione settentrionale del comprensorio indagato. Altrettanto difficili rimangono il riconoscimento e la ricostruzione delle pianificazioni centuriali, al punto che nel settore in questione si sono individuati resti iso-orientati riferibili alla centuriazione “classica” di Aquileia e alle cosiddette centuriazioni di San Daniele e Tricesimo. La ricerca affronta, prima con una sistematica raccolta della documentazione archivistico-bibliografica esistente e, in seconda battuta, attraverso un grosso lavoro di sintesi, lo studio approfondito delle necropoli e delle sepolture isolate di epoca romana note nel Friuli collinare. L’utilizzo di Quantum Gis e di Access come database ha permesso la predisposizione di numerose carte tematiche diacroniche, funzionali alla lettura del territorio in relazione all’organizzazione spaziale e alla circolazione dei prodotti. L’analisi dei riti e dei corredi funerari, sebbene inficiata in parte dalla limitata quantità e qualità delle notizie di scavi e di ritrovamenti, ha consentito l’acquisizione di nuovi dati relativi alla tipologia delle sepolture soprattutto per quanto riguarda le prime fasi dell’occupazione, che viene ora fissata non prima dell’epoca augustea, momento in cui si assiste ad un vero e proprio boom sia a livello numerico che socio-economico, con il completo assorbimento degli elementi culturali tipici del mondo romano. Sembra possibile inquadrare intorno al secondo quarto del I secolo d.C. il passaggio dal rito crematorio all’inumazione. Per la fase tardoantica, il censimento delle evidenze documenta un significativo calo nelle attestazioni e un cambiamento nei rituali funerari, con riduzione dei materiali di corredo sia nelle quantità che nella varietà e valore dei manufatti deposti. Nel quadro che presenta il rapporto tra necropoli rurali ed insediamenti, nel I-II secolo la distanza tra le evidenze sembra fissata intorno ai 300 m; per il periodo tardoantico una serie significativa di casi dimostra il riutilizzo a scopo sepolcrale dei siti di carattere abitativo, come già documentato per i centri urbani. Gli aspetti sociali, economici, culturali-rituali forniti dallo studio dei corredi sono stati confrontati, ove possibile, con i contesti regionali editi e con le attestazioni dei territori limitrofi, evidenziando una standardizzazione nelle forme ceramiche e nelle associazioni di materiali all’interno delle sepolture. Lo studio delle ceramiche ha dimostrato inoltre la scarsa circolazione di prodotti di importazione, di cui si sono riconosciute alcune imitazioni locali. Considerevole interesse riveste lo studio sulle iscrizioni funerarie attestate a Buja, San Daniele, Osoppo, Fagagna, Cassacco e Adorgnano di Tricesimo; si tratta di una preziosa fonte di informazione che fornisce interessanti dati onomastici, con ben 4 riferimenti alla tribù Claudia, indizio di un legame – amministrativo? – con il territorio di Iulium Carnicum, fino ad oggi solo postulato. La tipologia delle evidenze monumentali denota in alcuni casi le notevoli potenzialità economiche raggiunte da alcuni esponenti della borghesia locale.

Riti, sepolture e corredi di epoca romana nel Friuli collinare

CIVIDINI, TIZIANA
2014

Abstract

L’area prende in esame il Friuli collinare compreso tra il fiume Tagliamento a ovest e il Torre a est; morfologicamente, il territorio si estende su una superficie di circa 500 kmq ed è caratterizzato dalle colline dell’anfiteatro morenico tilaventino, la cui formazione risale alle espansioni glaciali del Pleistocene medio – superiore. In epoca romana questa fascia di territorio faceva parte della Regio X; ancora discussa è l’attribuzione al municipium di Iulium Carnicum, piuttosto che all’agro di Aquileia, della porzione settentrionale del comprensorio indagato. Altrettanto difficili rimangono il riconoscimento e la ricostruzione delle pianificazioni centuriali, al punto che nel settore in questione si sono individuati resti iso-orientati riferibili alla centuriazione “classica” di Aquileia e alle cosiddette centuriazioni di San Daniele e Tricesimo. La ricerca affronta, prima con una sistematica raccolta della documentazione archivistico-bibliografica esistente e, in seconda battuta, attraverso un grosso lavoro di sintesi, lo studio approfondito delle necropoli e delle sepolture isolate di epoca romana note nel Friuli collinare. L’utilizzo di Quantum Gis e di Access come database ha permesso la predisposizione di numerose carte tematiche diacroniche, funzionali alla lettura del territorio in relazione all’organizzazione spaziale e alla circolazione dei prodotti. L’analisi dei riti e dei corredi funerari, sebbene inficiata in parte dalla limitata quantità e qualità delle notizie di scavi e di ritrovamenti, ha consentito l’acquisizione di nuovi dati relativi alla tipologia delle sepolture soprattutto per quanto riguarda le prime fasi dell’occupazione, che viene ora fissata non prima dell’epoca augustea, momento in cui si assiste ad un vero e proprio boom sia a livello numerico che socio-economico, con il completo assorbimento degli elementi culturali tipici del mondo romano. Sembra possibile inquadrare intorno al secondo quarto del I secolo d.C. il passaggio dal rito crematorio all’inumazione. Per la fase tardoantica, il censimento delle evidenze documenta un significativo calo nelle attestazioni e un cambiamento nei rituali funerari, con riduzione dei materiali di corredo sia nelle quantità che nella varietà e valore dei manufatti deposti. Nel quadro che presenta il rapporto tra necropoli rurali ed insediamenti, nel I-II secolo la distanza tra le evidenze sembra fissata intorno ai 300 m; per il periodo tardoantico una serie significativa di casi dimostra il riutilizzo a scopo sepolcrale dei siti di carattere abitativo, come già documentato per i centri urbani. Gli aspetti sociali, economici, culturali-rituali forniti dallo studio dei corredi sono stati confrontati, ove possibile, con i contesti regionali editi e con le attestazioni dei territori limitrofi, evidenziando una standardizzazione nelle forme ceramiche e nelle associazioni di materiali all’interno delle sepolture. Lo studio delle ceramiche ha dimostrato inoltre la scarsa circolazione di prodotti di importazione, di cui si sono riconosciute alcune imitazioni locali. Considerevole interesse riveste lo studio sulle iscrizioni funerarie attestate a Buja, San Daniele, Osoppo, Fagagna, Cassacco e Adorgnano di Tricesimo; si tratta di una preziosa fonte di informazione che fornisce interessanti dati onomastici, con ben 4 riferimenti alla tribù Claudia, indizio di un legame – amministrativo? – con il territorio di Iulium Carnicum, fino ad oggi solo postulato. La tipologia delle evidenze monumentali denota in alcuni casi le notevoli potenzialità economiche raggiunte da alcuni esponenti della borghesia locale.
2014
Italiano
Friuli, sepolture, corredi; funerary objects; type of burials
BONETTO, JACOPO
SALEMI, GIUSEPPE
Università degli studi di Padova
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/177645
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPD-177645