L’obiettivo del progetto di ricerca è stato quello di sperimentare nuovi sistemi e procedure di indagine dei beni culturali, quali opere d’arte e d’architettura, finalizzati alla definizione di protocolli per la rappresentazione, la trasmissione e la fruizione a soggetti iposensibili (in particolare disabili visivi), integrando le opportune procedure tradizionali di rappresentazione tattile con le nuove tecnologie di acquisizione, modellazione e riproduzione, sfruttando queste ultime per creare degli artefatti tattili ad alto contenuto informativo. Il fine ultimo della ricerca ha riguardato la realizzazione di riproduzioni di architetture e pitture, opportunamente codificate in modo da consentire la riconoscibilità dell’oggetto a seconda del livello informativo richiesto, necessario alla creazione dell’immagine mentale della persona non vedente, attraverso la ricostruzione digitale, la discretizzazione numerica e la prototipazione rapida, auspicando che i nuovi strumenti tecnologici per la diffusione della cultura possano avvicinare le persone alla scoperta del patrimonio. Nello specifico, dopo un’analisi dello stato dell’arte sulla disponibilità e le modalità di fruizione delle opere per i non vedenti, apprendendo tecniche adottate presso specifici musei tattili e all’interno di progetti inerenti alle tematiche dell’inclusività per non vedenti, è stato individuato il caso studio della ricerca, pertinente con gli obiettivi della borsa della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, inerenti al tema Isontino. L’oggetto di indagine ha interessato la Chiesa di Sant’Ignazio Confessore di Gorizia, simbolo che contraddistingue la città per l’interessante morfologia architettonica barocca che integra i caratteri romani, veneziani e d’oltralpe dal punto di vista architettonico e per l’affresco illusionista, Gloria di Sant’Ignazio (1721) conservato all’interno della stessa sulla parete di fondo del presbiterio, opera del coadiutore laico Christoph Tausch, uno dei principali allievi di Andrea Pozzo, di quella che nel Settecento era conosciuta come Provincia Austriae. Le metodologie e la strumentazione tecnologica avanzata, utilizzate per la realizzazione degli obiettivi, hanno riguardato approcci diversi e particolari definizioni di nuove modalità operative, con la necessaria integrazione a seconda delle casistiche. I risultati acquisiti da tale lavoro di ricerca dimostrano come l’integrazione di nuove tecnologie di rilievo (fotogrammetria digitale automatizzata, scansione a luce strutturata, laser scannig) unite alle pratiche tradizionali (rilievo diretto, a vista e fotografico, metodologie grafico-geometriche di indagine quali la restituzione prospettica) siano utili per la risoluzione di problemi, ma non sufficienti per determinare i contenuti dimensionali, formali e rappresentativi finalizzati alla digitalizzazione del patrimonio architettonico artistico. È infatti indispensabile un’integrazione delle varie tecnologie e la definizione di protocolli operativi ad hoc. Le opere rilevate ed elaborate digitalmente attraverso la modellazione tridimensionale parametrica, idoneamente impostata su parametri congrui alla percezione e comprensione tattile, possono essere riprodotte mediante le metodologie di prototipazione rapida impiegando differenti materiali, con la definizione di particolari criteri di impiego e una attività di ricerca specifica.
RAPPRESENTAZIONI TATTILI DI ARCHITETTURA E PITTURA: RICOSTRUZIONE GEOMETRICA DELLA CHIESA DI SANT’IGNAZIO A GORIZIA E RESTITUZIONE PROSPETTICA DELL’AFFRESCO PARIETALE
RIAVIS, VERONICA
2020
Abstract
L’obiettivo del progetto di ricerca è stato quello di sperimentare nuovi sistemi e procedure di indagine dei beni culturali, quali opere d’arte e d’architettura, finalizzati alla definizione di protocolli per la rappresentazione, la trasmissione e la fruizione a soggetti iposensibili (in particolare disabili visivi), integrando le opportune procedure tradizionali di rappresentazione tattile con le nuove tecnologie di acquisizione, modellazione e riproduzione, sfruttando queste ultime per creare degli artefatti tattili ad alto contenuto informativo. Il fine ultimo della ricerca ha riguardato la realizzazione di riproduzioni di architetture e pitture, opportunamente codificate in modo da consentire la riconoscibilità dell’oggetto a seconda del livello informativo richiesto, necessario alla creazione dell’immagine mentale della persona non vedente, attraverso la ricostruzione digitale, la discretizzazione numerica e la prototipazione rapida, auspicando che i nuovi strumenti tecnologici per la diffusione della cultura possano avvicinare le persone alla scoperta del patrimonio. Nello specifico, dopo un’analisi dello stato dell’arte sulla disponibilità e le modalità di fruizione delle opere per i non vedenti, apprendendo tecniche adottate presso specifici musei tattili e all’interno di progetti inerenti alle tematiche dell’inclusività per non vedenti, è stato individuato il caso studio della ricerca, pertinente con gli obiettivi della borsa della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, inerenti al tema Isontino. L’oggetto di indagine ha interessato la Chiesa di Sant’Ignazio Confessore di Gorizia, simbolo che contraddistingue la città per l’interessante morfologia architettonica barocca che integra i caratteri romani, veneziani e d’oltralpe dal punto di vista architettonico e per l’affresco illusionista, Gloria di Sant’Ignazio (1721) conservato all’interno della stessa sulla parete di fondo del presbiterio, opera del coadiutore laico Christoph Tausch, uno dei principali allievi di Andrea Pozzo, di quella che nel Settecento era conosciuta come Provincia Austriae. Le metodologie e la strumentazione tecnologica avanzata, utilizzate per la realizzazione degli obiettivi, hanno riguardato approcci diversi e particolari definizioni di nuove modalità operative, con la necessaria integrazione a seconda delle casistiche. I risultati acquisiti da tale lavoro di ricerca dimostrano come l’integrazione di nuove tecnologie di rilievo (fotogrammetria digitale automatizzata, scansione a luce strutturata, laser scannig) unite alle pratiche tradizionali (rilievo diretto, a vista e fotografico, metodologie grafico-geometriche di indagine quali la restituzione prospettica) siano utili per la risoluzione di problemi, ma non sufficienti per determinare i contenuti dimensionali, formali e rappresentativi finalizzati alla digitalizzazione del patrimonio architettonico artistico. È infatti indispensabile un’integrazione delle varie tecnologie e la definizione di protocolli operativi ad hoc. Le opere rilevate ed elaborate digitalmente attraverso la modellazione tridimensionale parametrica, idoneamente impostata su parametri congrui alla percezione e comprensione tattile, possono essere riprodotte mediante le metodologie di prototipazione rapida impiegando differenti materiali, con la definizione di particolari criteri di impiego e una attività di ricerca specifica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/177668
URN:NBN:IT:UNITS-177668