La mia tesi di dottorato consiste in uno studio delle Satire Menippe di Varrone focalizzato sull’utilizzo fatto in esse di elementi propri del teatro comico e della commedia plautina in particolare. Vista la presenza pressoché costante dell’elemento dialogico nelle Menippee, e sulla base di quanto si può desumere dalla testimonianza di Cicerone (Ac., I, 8-9), nonché, soprattutto, da un possibile indizio interno al testo, dal momento che nel fr. 304 B. (Modius) Varrone menziona lo scaenatilis modus con il quale ha composto le sue satire, mi sono proposta di verificare la plausibilità della tesi per cui le Menippee, o perlomeno alcune di esse, presentassero dei marcati tratti teatrali e fossero state concepite sotto forma, per così dire, di commedie, la cui destinazione, certo, non fosse la recitazione ma la lettura. Vi propongo dunque un esame dettagliato (ricostruzione dell’argomento e della trama, proposta di ordinamento dei frammenti, analisi dei singoli frammenti) di quelle satire in cui sia possibile scorgere particolarità che rimandino in maniera specifica alla commedia (ricorrenza di motivi, stilemi, personaggi, lessico tipicamente comici) o, in generale, al teatro (presenza di prologhi e/o epiloghi, di appelli ad un ipotetico pubblico, di deittici, di elementi “scenografici”).Scopo ultimo del lavoro è stato quello di porre in evidenza il fondamentale sottotono comico e parodico che, unitamente alle istanze di ordine etico e morale, contraddistingue le Satire Menippee.
Le Satire Menippee di Varrone e la Commedia. Un'ipotesi di lettura in chiave teatrale
FARESE, MARTINA
2019
Abstract
La mia tesi di dottorato consiste in uno studio delle Satire Menippe di Varrone focalizzato sull’utilizzo fatto in esse di elementi propri del teatro comico e della commedia plautina in particolare. Vista la presenza pressoché costante dell’elemento dialogico nelle Menippee, e sulla base di quanto si può desumere dalla testimonianza di Cicerone (Ac., I, 8-9), nonché, soprattutto, da un possibile indizio interno al testo, dal momento che nel fr. 304 B. (Modius) Varrone menziona lo scaenatilis modus con il quale ha composto le sue satire, mi sono proposta di verificare la plausibilità della tesi per cui le Menippee, o perlomeno alcune di esse, presentassero dei marcati tratti teatrali e fossero state concepite sotto forma, per così dire, di commedie, la cui destinazione, certo, non fosse la recitazione ma la lettura. Vi propongo dunque un esame dettagliato (ricostruzione dell’argomento e della trama, proposta di ordinamento dei frammenti, analisi dei singoli frammenti) di quelle satire in cui sia possibile scorgere particolarità che rimandino in maniera specifica alla commedia (ricorrenza di motivi, stilemi, personaggi, lessico tipicamente comici) o, in generale, al teatro (presenza di prologhi e/o epiloghi, di appelli ad un ipotetico pubblico, di deittici, di elementi “scenografici”).Scopo ultimo del lavoro è stato quello di porre in evidenza il fondamentale sottotono comico e parodico che, unitamente alle istanze di ordine etico e morale, contraddistingue le Satire Menippee.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/180750
URN:NBN:IT:UNIROMA1-180750