La tesi verte primariamente sul terzo trattato della quinta Enneade di Plotino (d’ora in poi V 3), quarantanovesimo nella cronologia relativa degli scritti plotiniani che ci è nota grazie a Porfirio, Vita Plotini 4-6. Essa consta di una nuova traduzione italiana della prima metà dello scritto, un ampio commento e un saggio introduttivo. Il saggio introduttivo consta di tre parti. La prima parte contiene un bilancio riassuntivo delle varie interpretazioni di V 3 che sono state proposte nella storia degli studi. La seconda parte ricostruisce alcuni dibattiti teologici ed epistemologici di età imperiale che risultano rilevanti ai fini di una corretta comprensione delle posizioni assunte da Plotino in materia di teoria dell’intelletto. Protagonisti di questa parte sono l'Adversus logicos di Sesto Empirico, gli scritti psicologici del filosofo peripatetico Alessandro di Afrodisia (De anima e De intellectu = De an. mant. 106.18-113.24 Bruns) e i frammenti teologici del platonico Numenio di Apamea (riportati principalmente da Eusebio di Cesarea e da Proclo e raccolti nell’edizione Belles Lettres curata da E. Des Places). Contesto la tesi di W. Kühn, secondo cui l'elaborazione teorica sviluppata da Plotino in V 3, 5 rappresenta una risposta alle obiezioni di Sesto Empirico contro la possibilità della conoscenza di sé, e sostengo che la sistemazione alessandrista della teoria aristotelica dell’intelletto e la teoria numeniana dei due intelletti divini hanno esercitato, seppur in forma e con gradi differenti, un’influenza notevole su diversi aspetti della riflessione plotiniana: rispettivamente sulla teoria della facoltà razionale umana e del pensiero divino e sulla concezione del pensiero di sé dell’intelletto divino. La terza parte si concentra su due questioni interne alla filosofia di Plotino, nell'ambito delle quali l'influenza della teoria aristotelico-peripatetica dell'intelletto è particolarmente evidente: il rapporto fra la facoltà razionale umana e l’intelletto divino e il rapporto che l’intelletto divino intrattiene con le forme intelligibili, che sono l’oggetto della sua attività intellettiva e con le quali esso si identifica. Entrambi questi temi sono affrontati ampiamente in V 3. Di conseguenza, questa sezione si limita ad esporre in modo sintetico i risultati raggiunti e motivati in modo analitico nel commento. La traduzione di V 3, 1-9 si basa sul testo dell’edizione oxoniense delle Enneadi curata da P. Henry e H.-R. Schwyzer e tiene conto delle aggiunte e correzioni pubblicate dagli editori negli anni successivi alla pubblicazione dell’edizione. Nei pochi casi in cui mi discosto dalle scelte degli editori, motivo il mio dissenso nel commento. Nel commento, che procede riga per riga, lavoro su più livelli. A un primo livello discuto le difficoltà testuali, tenendo conto di tutte le soluzioni e le argomentazioni proposte dai vari interpreti ed editori che si sono occupati di V 3. A un secondo livello, motivo le mie scelte in fatto di traduzione, confrontandomi con le altre traduzioni esistenti di V 3. A un terzo livello, ricostruisco la struttura argomentativa di V 3, 1-9 laddove essa non è del tutto perspicua. A un livello ancora ulteriore, colloco la trattazione nel contesto dottrinale ricavabile dal resto della produzione plotiniana e nel contesto argomentativo costituito dai dibattiti teologici ed epistemologici di età imperiale, esplicitando i richiami intertestuali che Plotino lascia impliciti.
La recezione plotiniana della noetica aristotelica
FRASSON, SIMONE
2020
Abstract
La tesi verte primariamente sul terzo trattato della quinta Enneade di Plotino (d’ora in poi V 3), quarantanovesimo nella cronologia relativa degli scritti plotiniani che ci è nota grazie a Porfirio, Vita Plotini 4-6. Essa consta di una nuova traduzione italiana della prima metà dello scritto, un ampio commento e un saggio introduttivo. Il saggio introduttivo consta di tre parti. La prima parte contiene un bilancio riassuntivo delle varie interpretazioni di V 3 che sono state proposte nella storia degli studi. La seconda parte ricostruisce alcuni dibattiti teologici ed epistemologici di età imperiale che risultano rilevanti ai fini di una corretta comprensione delle posizioni assunte da Plotino in materia di teoria dell’intelletto. Protagonisti di questa parte sono l'Adversus logicos di Sesto Empirico, gli scritti psicologici del filosofo peripatetico Alessandro di Afrodisia (De anima e De intellectu = De an. mant. 106.18-113.24 Bruns) e i frammenti teologici del platonico Numenio di Apamea (riportati principalmente da Eusebio di Cesarea e da Proclo e raccolti nell’edizione Belles Lettres curata da E. Des Places). Contesto la tesi di W. Kühn, secondo cui l'elaborazione teorica sviluppata da Plotino in V 3, 5 rappresenta una risposta alle obiezioni di Sesto Empirico contro la possibilità della conoscenza di sé, e sostengo che la sistemazione alessandrista della teoria aristotelica dell’intelletto e la teoria numeniana dei due intelletti divini hanno esercitato, seppur in forma e con gradi differenti, un’influenza notevole su diversi aspetti della riflessione plotiniana: rispettivamente sulla teoria della facoltà razionale umana e del pensiero divino e sulla concezione del pensiero di sé dell’intelletto divino. La terza parte si concentra su due questioni interne alla filosofia di Plotino, nell'ambito delle quali l'influenza della teoria aristotelico-peripatetica dell'intelletto è particolarmente evidente: il rapporto fra la facoltà razionale umana e l’intelletto divino e il rapporto che l’intelletto divino intrattiene con le forme intelligibili, che sono l’oggetto della sua attività intellettiva e con le quali esso si identifica. Entrambi questi temi sono affrontati ampiamente in V 3. Di conseguenza, questa sezione si limita ad esporre in modo sintetico i risultati raggiunti e motivati in modo analitico nel commento. La traduzione di V 3, 1-9 si basa sul testo dell’edizione oxoniense delle Enneadi curata da P. Henry e H.-R. Schwyzer e tiene conto delle aggiunte e correzioni pubblicate dagli editori negli anni successivi alla pubblicazione dell’edizione. Nei pochi casi in cui mi discosto dalle scelte degli editori, motivo il mio dissenso nel commento. Nel commento, che procede riga per riga, lavoro su più livelli. A un primo livello discuto le difficoltà testuali, tenendo conto di tutte le soluzioni e le argomentazioni proposte dai vari interpreti ed editori che si sono occupati di V 3. A un secondo livello, motivo le mie scelte in fatto di traduzione, confrontandomi con le altre traduzioni esistenti di V 3. A un terzo livello, ricostruisco la struttura argomentativa di V 3, 1-9 laddove essa non è del tutto perspicua. A un livello ancora ulteriore, colloco la trattazione nel contesto dottrinale ricavabile dal resto della produzione plotiniana e nel contesto argomentativo costituito dai dibattiti teologici ed epistemologici di età imperiale, esplicitando i richiami intertestuali che Plotino lascia impliciti.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Tesi_dottorato_Frasson.pdf
accesso aperto
Dimensione
1.76 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.76 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/180776
URN:NBN:IT:UNIROMA1-180776