La ricerca mira a fornire una maggiore conoscenza globale, tramite un approccio organico e integrato, di un fenomeno finora indagato solo parzialmente, in maniera discontinua e puntale: le dinamiche insediative degli architetti e le diverse forme che le loro case hanno assunto all’interno della città di Roma tra i secoli XVI e XVII. Per «case degli architetti» si intendono le abitazioni di figure che si occupano a vario titolo dell’architettura e le residenze di architetti, pittori o scultori in cui si evidenzia un intervento progettuale diretto da parte degli stessi, che dunque risultano, allo stesso tempo, committenti, progettisti e inquilini. La ricerca si sviluppa su tre fronti: la mappatura dei luoghi di abitazione, l’analisi delle dinamiche insediative e lo studio dei caratteri architettonici delle realizzazioni notevoli. Nonostante le case degli architetti siano spesso tra le opere più interessanti dei loro artefici, esse non sono ascrivibili a una tipologia edilizia a sé stante; è, dunque, fondamentale cercare di comprendere quali siano le ragioni alla base delle scelte insediative, che influiscono anche su quelle più specificamente architettoniche. In seguito alla definizione dei personaggi da includere nella trattazione, ne vengono mappate le diverse residenze all’interno della città. L'individuazione delle case in determinate aree urbane e in periodi specifici tiene conto, al contempo, delle circostanze individuali e del contesto più ampio, urbano, politico, sociale e professionale, in cui gli architetti si muovono. Questa operazione di mappatura fornisce una base conoscitiva che permette, senza forzare nessi di causalità, di osservare e riconoscere alcuni fenomeni ricorrenti nelle dinamiche insediative delle figure prese in considerazione (ad esempio, la comune provenienza geografica, la concentrazione in aree di nuova urbanizzazione oppure l’insediamento in dimore messe a disposizione, a vario titolo, dalla committenza). In seconda battuta, si entra nel merito dei caratteri architettonici attraverso l’approfondimento di casi studio notevoli in cui è possibile apprezzare l’intervento diretto del progettista e l’intento programmatico delle scelte formali. Nei dodici edifici esaminati si evidenzia una grande varietà di soluzioni; si riscontrano sperimentazioni, ibridazioni e invenzioni, ma anche l’impiego, da parte degli architetti, di elementi peculiari della propria poetica o il riferimento a modelli coevi. Il fine ultimo, che accomuna le diverse realizzazioni, è l’esplicitazione, attraverso la configurazione di una dimora signorile, dello status professionale e sociale che alcuni architetti riescono a raggiungere.

Le case degli architetti a Roma in età moderna

PIETROPAOLO, GIORGIA
2024

Abstract

La ricerca mira a fornire una maggiore conoscenza globale, tramite un approccio organico e integrato, di un fenomeno finora indagato solo parzialmente, in maniera discontinua e puntale: le dinamiche insediative degli architetti e le diverse forme che le loro case hanno assunto all’interno della città di Roma tra i secoli XVI e XVII. Per «case degli architetti» si intendono le abitazioni di figure che si occupano a vario titolo dell’architettura e le residenze di architetti, pittori o scultori in cui si evidenzia un intervento progettuale diretto da parte degli stessi, che dunque risultano, allo stesso tempo, committenti, progettisti e inquilini. La ricerca si sviluppa su tre fronti: la mappatura dei luoghi di abitazione, l’analisi delle dinamiche insediative e lo studio dei caratteri architettonici delle realizzazioni notevoli. Nonostante le case degli architetti siano spesso tra le opere più interessanti dei loro artefici, esse non sono ascrivibili a una tipologia edilizia a sé stante; è, dunque, fondamentale cercare di comprendere quali siano le ragioni alla base delle scelte insediative, che influiscono anche su quelle più specificamente architettoniche. In seguito alla definizione dei personaggi da includere nella trattazione, ne vengono mappate le diverse residenze all’interno della città. L'individuazione delle case in determinate aree urbane e in periodi specifici tiene conto, al contempo, delle circostanze individuali e del contesto più ampio, urbano, politico, sociale e professionale, in cui gli architetti si muovono. Questa operazione di mappatura fornisce una base conoscitiva che permette, senza forzare nessi di causalità, di osservare e riconoscere alcuni fenomeni ricorrenti nelle dinamiche insediative delle figure prese in considerazione (ad esempio, la comune provenienza geografica, la concentrazione in aree di nuova urbanizzazione oppure l’insediamento in dimore messe a disposizione, a vario titolo, dalla committenza). In seconda battuta, si entra nel merito dei caratteri architettonici attraverso l’approfondimento di casi studio notevoli in cui è possibile apprezzare l’intervento diretto del progettista e l’intento programmatico delle scelte formali. Nei dodici edifici esaminati si evidenzia una grande varietà di soluzioni; si riscontrano sperimentazioni, ibridazioni e invenzioni, ma anche l’impiego, da parte degli architetti, di elementi peculiari della propria poetica o il riferimento a modelli coevi. Il fine ultimo, che accomuna le diverse realizzazioni, è l’esplicitazione, attraverso la configurazione di una dimora signorile, dello status professionale e sociale che alcuni architetti riescono a raggiungere.
27-mag-2024
Italiano
SAMPERI, renata
BARDATI, Flaminia
ZAMPA, Paola
CAPERNA, Maurizio
Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
378
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/183035
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIROMA1-183035