La tesi dottorale Collezioni di musica operistica nell’Italia del primo Ottocento: repertori, istituzioni, identità, si concentra sull'esaminazione dei contenuti di tre collezioni (Grimani, Borbone, Greggiati) compilate da collezionisti, amatori e cantanti o musicisti dilettanti o studiosi del primo Ottocento, nelle quali la musica teatrale rappresenta una parte sostanziosa. Partendo dall'idea che una collezione musicale sia l’esternazione, la manifestazione di una dimensione identitaria, e che l’atto stesso di collezionare conferisca un ulteriore significato sociale e intellettuale a quanto è collezionato, sono scaturite diverse questioni riguardo l'uso pratico o meno di musiche collezionate. Le tre collezioni, nonostante siano formate in parte importante da repertorio teatrale rappresentato a cavallo tra Sette e Ottocento e con molti titoli e numeri singoli in comune, sono infatti indicative dell’uso abbastanza diverso che questi collezionisti hanno effettuato dei loro materiali: le esibizioni in ambiti pubblici e privati, lo studio del canto, della tastiera e della composizione, l’analisi filologica e la ricerca bibliografica. Le domande complesse che derivano circa la funzione di queste collezioni, fra la dimensione pubblica e quella privata, risultano dunque essere in relazione diretta con i profili diversi di tre collezionisti: Leonardo Grimani (1778?-1832?), mecenate, cantante e organizzatore dei programmi di un’istituzione educativa veneziana; la sovrana Maria Luisa di Borbone (1782-1824), cantante, suonatrice e compositrice dilettante; e infine l’erudito, bibliografo e compositore dilettante Giuseppe Greggiati (1793-1866). Analizzando da diversi punti di vista le relazioni tra repertorio, collezionista, evento e finalità della collezione, sono emerse domande sia sulle scelte individuali dei collezionisti, sia sul contesto sociale e intellettuale in cui le collezioni si sono formate, nonchè considerazioni sulla storicizzazione di alcune opere e numeri specifici. In questo senso, le tre collezioni sono tra le testimonianze più preziose dell’interesse per il repertorio teatrale d’epoca, delineate da una forte dimensione identitaria, motivo per cui la loro storia non può essere esemplificata seguendo un semplice percorso narrativo lineare.
Collezioni di musica operistica nell’Italia del primo Ottocento: repertori, istituzioni, identità
SMAILBEGOVIC, EMINA
2024
Abstract
La tesi dottorale Collezioni di musica operistica nell’Italia del primo Ottocento: repertori, istituzioni, identità, si concentra sull'esaminazione dei contenuti di tre collezioni (Grimani, Borbone, Greggiati) compilate da collezionisti, amatori e cantanti o musicisti dilettanti o studiosi del primo Ottocento, nelle quali la musica teatrale rappresenta una parte sostanziosa. Partendo dall'idea che una collezione musicale sia l’esternazione, la manifestazione di una dimensione identitaria, e che l’atto stesso di collezionare conferisca un ulteriore significato sociale e intellettuale a quanto è collezionato, sono scaturite diverse questioni riguardo l'uso pratico o meno di musiche collezionate. Le tre collezioni, nonostante siano formate in parte importante da repertorio teatrale rappresentato a cavallo tra Sette e Ottocento e con molti titoli e numeri singoli in comune, sono infatti indicative dell’uso abbastanza diverso che questi collezionisti hanno effettuato dei loro materiali: le esibizioni in ambiti pubblici e privati, lo studio del canto, della tastiera e della composizione, l’analisi filologica e la ricerca bibliografica. Le domande complesse che derivano circa la funzione di queste collezioni, fra la dimensione pubblica e quella privata, risultano dunque essere in relazione diretta con i profili diversi di tre collezionisti: Leonardo Grimani (1778?-1832?), mecenate, cantante e organizzatore dei programmi di un’istituzione educativa veneziana; la sovrana Maria Luisa di Borbone (1782-1824), cantante, suonatrice e compositrice dilettante; e infine l’erudito, bibliografo e compositore dilettante Giuseppe Greggiati (1793-1866). Analizzando da diversi punti di vista le relazioni tra repertorio, collezionista, evento e finalità della collezione, sono emerse domande sia sulle scelte individuali dei collezionisti, sia sul contesto sociale e intellettuale in cui le collezioni si sono formate, nonchè considerazioni sulla storicizzazione di alcune opere e numeri specifici. In questo senso, le tre collezioni sono tra le testimonianze più preziose dell’interesse per il repertorio teatrale d’epoca, delineate da una forte dimensione identitaria, motivo per cui la loro storia non può essere esemplificata seguendo un semplice percorso narrativo lineare.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/183910
URN:NBN:IT:UNIROMA1-183910