La tesi affronta il tema del lavoro educativo con adolescenti autori di reato nelle comunità per minori; argomento scarsamente indagato in letteratura da una prospettiva educativa e pedagogica. Il contributo guarda alla complessità del fenomeno della devianza minorile osservando le peculiarità che lo caratterizzano alla luce della delicata fase evolutiva dell’adolescenza e dei diversi fattori che possono orientare le traiettorie evolutive in senso deviante. In ambito penale minorile, le comunità del privato sociale sono frequentemente coinvolte nella presa in carico di adolescenti autori di reato, svolgendo un prezioso ruolo di cura che si affianca a quello di controllo, conseguente alla particolare condizione giuridica dei minori. Le comunità sono una realtà plurale nel territorio nazionale, hanno infatti modelli organizzativi e di lavoro eterogenei che si riflettono sull’utilizzo di pratiche educative diverse. Le comunità sono chiamate a prendersi cura degli adolescenti nel contesto della vita quotidiana e al contempo a promuovere la loro responsabilizzazione e il loro reinserimento. Alla luce della crescente diffusione della giustizia riparativa in ambito penale, nel lavoro educativo è particolarmente importante rivolgere attenzione al significato riparativo dei percorsi dei minori. L’indagine condotta si sviluppa a partire dal bisogno conoscitivo di mettere in luce le pratiche educative adottate nelle comunità per accompagnare gli adolescenti durante il loro percorso penale. A partire da tale bisogno, la ricerca si propone di esplorare le pratiche educative messe in campo nel lavoro con gli adolescenti autori di reato, di identificare i fattori che agevolano e ostacolano la realizzazione dell’intervento e di indagare l’esperienza delle comunità rispetto alla giustizia riparativa. Per raggiungere tali obiettivi, il disegno di ricerca ha previsto la realizzazione di tre studi che hanno esplorato l’oggetto di indagine a partire da diversi livelli di analisi (regionale, nazionale, locale) al fine di giungere a una comprensione complessiva e approfondita del tema. La struttura globale della ricerca si sviluppa a partire da una visione sistemica dell’intervento residenziale e considera, quindi, il lavoro che la comunità svolge ai diversi livelli: microsistema, mesosistema, esosistema e mesosistema. Il primo studio di carattere qualitativo ha previsto la realizzazione di un’indagine esplorativa, punto di partenza necessario a orientare i successivi studi. Questa fase di ricerca ha coinvolto coordinatori e responsabili delle comunità che accolgono minori di area penale nel Lazio al fine di identificare le pratiche educative, i fattori agevolanti e ostacolanti l’intervento nonché l’esperienza rispetto alla giustizia riparativa a livello regionale. Il secondo studio di carattere quantitativo ha permesso di svolgere una ricognizione delle pratiche, dei fattori agevolanti e ostacolanti e dell’esperienza rispetto alla giustizia riparativa da una prospettiva nazionale, coinvolgendo gli operatori impegnati nel lavoro con adolescenti autori di reato in comunità. Il terzo studio, relativo a uno studio di caso, ha permesso di approfondire il tema delle pratiche educative in una comunità della provincia di Roma. Data la natura qualitativa del primo e del terzo studio, per l’analisi dei dati è stata utilizzata la Computer Assisted Qualitative Data Analysis e nello specifico il software MAXQDA. I risultati della ricerca mettono in luce la centralità della relazione educativa nel lavoro con i minori in comunità, fondamentale per affrontare con l’adolescente il tema del reato e promuovere consapevolezza e responsabilizzazione rispetto a quanto commesso. Emergono inoltre diverse difficoltà incontrate nel lavoro con gli altri attori presenti nella vita del minore, in particolare con la famiglia. La collaborazione con quest’ultima rappresenta una preziosa risorsa che, se assente, può ostacolare gli obiettivi educativi. Il lavoro di rete, spesso di difficile attuazione, non solo con gli altri servizi, ma anche con il territorio, si rivela fondamentale per il reinserimento degli adolescenti e per un reale cambiamento nel loro percorso di vita. Risulta inoltre che un breve tempo di permanenza del minore in comunità e misure particolarmente restrittive possono ostacolare l’attivazione di pratiche volte alla costruzione di percorsi orientati al futuro. Per quanto riguarda la giustizia riparativa si riscontra infine una limitata esperienza degli operatori, probabilmente motivata dal fatto che i programmi di giustizia riparativa non siano frequentemente inseriti nei percorsi dei minori. Nonostante ciò sono riconosciute le potenzialità della giustizia riparativa per la responsabilizzazione degli adolescenti come dimostrano le pratiche adottate orientate a tale paradigma nel lavoro educativo in comunità. L’indagine condotta mette in luce la necessità di formazione delle figure professionali coinvolte (responsabili, coordinatori, educatori) sul tema della giustizia riparativa, considerando il delicato ruolo che sono chiamate a svolgere nel lavoro con minori autori di reato in comunità.

Il lavoro educativo con adolescenti autori di reato nelle comunità per minori in Italia

MONNIELLO, ARIANNA
2024

Abstract

La tesi affronta il tema del lavoro educativo con adolescenti autori di reato nelle comunità per minori; argomento scarsamente indagato in letteratura da una prospettiva educativa e pedagogica. Il contributo guarda alla complessità del fenomeno della devianza minorile osservando le peculiarità che lo caratterizzano alla luce della delicata fase evolutiva dell’adolescenza e dei diversi fattori che possono orientare le traiettorie evolutive in senso deviante. In ambito penale minorile, le comunità del privato sociale sono frequentemente coinvolte nella presa in carico di adolescenti autori di reato, svolgendo un prezioso ruolo di cura che si affianca a quello di controllo, conseguente alla particolare condizione giuridica dei minori. Le comunità sono una realtà plurale nel territorio nazionale, hanno infatti modelli organizzativi e di lavoro eterogenei che si riflettono sull’utilizzo di pratiche educative diverse. Le comunità sono chiamate a prendersi cura degli adolescenti nel contesto della vita quotidiana e al contempo a promuovere la loro responsabilizzazione e il loro reinserimento. Alla luce della crescente diffusione della giustizia riparativa in ambito penale, nel lavoro educativo è particolarmente importante rivolgere attenzione al significato riparativo dei percorsi dei minori. L’indagine condotta si sviluppa a partire dal bisogno conoscitivo di mettere in luce le pratiche educative adottate nelle comunità per accompagnare gli adolescenti durante il loro percorso penale. A partire da tale bisogno, la ricerca si propone di esplorare le pratiche educative messe in campo nel lavoro con gli adolescenti autori di reato, di identificare i fattori che agevolano e ostacolano la realizzazione dell’intervento e di indagare l’esperienza delle comunità rispetto alla giustizia riparativa. Per raggiungere tali obiettivi, il disegno di ricerca ha previsto la realizzazione di tre studi che hanno esplorato l’oggetto di indagine a partire da diversi livelli di analisi (regionale, nazionale, locale) al fine di giungere a una comprensione complessiva e approfondita del tema. La struttura globale della ricerca si sviluppa a partire da una visione sistemica dell’intervento residenziale e considera, quindi, il lavoro che la comunità svolge ai diversi livelli: microsistema, mesosistema, esosistema e mesosistema. Il primo studio di carattere qualitativo ha previsto la realizzazione di un’indagine esplorativa, punto di partenza necessario a orientare i successivi studi. Questa fase di ricerca ha coinvolto coordinatori e responsabili delle comunità che accolgono minori di area penale nel Lazio al fine di identificare le pratiche educative, i fattori agevolanti e ostacolanti l’intervento nonché l’esperienza rispetto alla giustizia riparativa a livello regionale. Il secondo studio di carattere quantitativo ha permesso di svolgere una ricognizione delle pratiche, dei fattori agevolanti e ostacolanti e dell’esperienza rispetto alla giustizia riparativa da una prospettiva nazionale, coinvolgendo gli operatori impegnati nel lavoro con adolescenti autori di reato in comunità. Il terzo studio, relativo a uno studio di caso, ha permesso di approfondire il tema delle pratiche educative in una comunità della provincia di Roma. Data la natura qualitativa del primo e del terzo studio, per l’analisi dei dati è stata utilizzata la Computer Assisted Qualitative Data Analysis e nello specifico il software MAXQDA. I risultati della ricerca mettono in luce la centralità della relazione educativa nel lavoro con i minori in comunità, fondamentale per affrontare con l’adolescente il tema del reato e promuovere consapevolezza e responsabilizzazione rispetto a quanto commesso. Emergono inoltre diverse difficoltà incontrate nel lavoro con gli altri attori presenti nella vita del minore, in particolare con la famiglia. La collaborazione con quest’ultima rappresenta una preziosa risorsa che, se assente, può ostacolare gli obiettivi educativi. Il lavoro di rete, spesso di difficile attuazione, non solo con gli altri servizi, ma anche con il territorio, si rivela fondamentale per il reinserimento degli adolescenti e per un reale cambiamento nel loro percorso di vita. Risulta inoltre che un breve tempo di permanenza del minore in comunità e misure particolarmente restrittive possono ostacolare l’attivazione di pratiche volte alla costruzione di percorsi orientati al futuro. Per quanto riguarda la giustizia riparativa si riscontra infine una limitata esperienza degli operatori, probabilmente motivata dal fatto che i programmi di giustizia riparativa non siano frequentemente inseriti nei percorsi dei minori. Nonostante ciò sono riconosciute le potenzialità della giustizia riparativa per la responsabilizzazione degli adolescenti come dimostrano le pratiche adottate orientate a tale paradigma nel lavoro educativo in comunità. L’indagine condotta mette in luce la necessità di formazione delle figure professionali coinvolte (responsabili, coordinatori, educatori) sul tema della giustizia riparativa, considerando il delicato ruolo che sono chiamate a svolgere nel lavoro con minori autori di reato in comunità.
18-dic-2024
Italiano
SALERNI, Anna
STANZIONE, IRENE
BENVENUTO, Guido
Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/184494
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIROMA1-184494