Il lavoro di tesi esplora il processo di implementazione della metodologia Problem-Based Learning (PBL) nel sistema scolastico italiano, dalla scuola primaria alla secondaria di secondo grado, con particolare attenzione all’Educazione Civica e alla Cittadinanza. Partendo dall’analisi delle discrepanze tra le pratiche didattiche italiane e gli standard europei, la ricerca pone l’accento sulla necessità di aggiornare le competenze degli insegnanti per rispondere alle attuali sfide educative. In un contesto in cui le pratiche didattiche influenzano significativamente i risultati di apprendimento degli studenti, questo progetto si propone di esaminare come il PBL, focalizzato su problem-solving, pensiero critico e apprendimento collaborativo, possa trasformare le pratiche educative, generando un cambiamento migliorativo nell’agire professionale dei docenti (Schön, 1983). Il PBL, che situa l’apprendimento nel contesto della risoluzione di problemi complessi, non si limita a promuovere un approccio indiretto all'insegnamento incentrato sulla scoperta, la collaborazione e l'applicazione pratica del sapere, ma si rivela essere un valido strumento per organizzare il curricolo in moduli e rendere visibile l’apprendimento (Hattie, 2016; Lotti, 2018; Schmidt, 1983). La ricerca, di natura esplorativa, si propone di analizzare le modalità di implementazione del PBL e di esplorare le percezioni degli attori coinvolti per valutarne la sostenibilità. A tal fine, è stato sviluppato un disegno di ricerca che include due studi di caso descrittivi (Merriam, 1988) in una cornice di Ricerca-Formazione (Asquini, 2018). Il primo studio è stato condotto in una scuola secondaria di secondo grado di Roma, dove il PBL viene introdotto per la prima volta; il secondo in un Istituto Comprensivo di Teramo, unico in Italia ad aver implementato un curricolo verticale di Educazione Civica basato sul PBL. Il campione, selezionato su base di convenienza, include 6 insegnanti e 126 studenti a Roma, e 10 insegnanti (6 della scuola primaria e 4 della secondaria di primo grado) e 130 studenti a Teramo. Avvalendosi di un approccio metodologico misto, che combina osservazioni in aula, questionari e focus group, la ricerca ha raccolto un ampio spettro di dati sulle percezioni degli attori coinvolti e sui fattori che agevolano e ostacolano l’adozione del PBL. Queste evidenze, insieme alla creazione di un protocollo didattico specifico, offrono un quadro approfondito delle opportunità e delle sfide connesse a questa metodologia. L’approccio adottato si è rivelato particolarmente efficace nel cogliere la complessità delle pratiche educative, stimolando una riflessione critica tra gli insegnanti e favorendo la loro partecipazione attiva e consapevole al processo di innovazione didattica. La ricerca ha evidenziato il potenziale del PBL nell'influenzare l'autoefficacia degli insegnanti e nel ridurre le pratiche disciplinari, con ricadute positive sul coinvolgimento degli studenti e sulla qualità della gestione della classe. Nonostante questi benefici, la ricerca ha messo in luce alcune limitazioni pratiche che possono ostacolare una piena integrazione del PBL, come la numerosità delle classi, la rigidità dell'orario scolastico e la carenza di strumenti di valutazione strutturati. In termini di sostenibilità, emerge chiaramente come il successo del PBL dipenda dal supporto istituzionale e dalla collaborazione interdisciplinare tra docenti, i quali, attraverso processi di co-progettazione e condivisione di buone pratiche, possono adattare la metodologia alle esigenze di ciascun gruppo classe, favorendo un apprendimento partecipativo e motivante (Fullan, 2007). Il contributo teorico e applicativo di questa ricerca risiede nella possibilità di offrire alle istituzioni scolastiche italiane un modello di implementazione sostenibile per il PBL. I limiti emersi, quali la mancanza di un campione ampio e di un gruppo di controllo, indicano la necessità di studi futuri, preferibilmente longitudinali, per esplorare l’impatto del PBL nel lungo periodo e la sua efficacia in ambiti disciplinari diversificati (Trinchero & Robasto, 2019). In conclusione, la ricerca, tenendo in considerazione diverse limitazioni, fornisce un punto di partenza per futuri approfondimenti e sviluppi, atti a esplorare l'efficacia delle pratiche educative, con un'attenzione particolare al protocollo di adozione di metodologie innovative come il PBL, nell'ottica di promuovere lo sviluppo della professionalità docente (Vannini, 2018).
Implementare il Problem-Based Learning a scuola: un percorso di Ricerca-Formazione
VINCENTI, GIULIA
2024
Abstract
Il lavoro di tesi esplora il processo di implementazione della metodologia Problem-Based Learning (PBL) nel sistema scolastico italiano, dalla scuola primaria alla secondaria di secondo grado, con particolare attenzione all’Educazione Civica e alla Cittadinanza. Partendo dall’analisi delle discrepanze tra le pratiche didattiche italiane e gli standard europei, la ricerca pone l’accento sulla necessità di aggiornare le competenze degli insegnanti per rispondere alle attuali sfide educative. In un contesto in cui le pratiche didattiche influenzano significativamente i risultati di apprendimento degli studenti, questo progetto si propone di esaminare come il PBL, focalizzato su problem-solving, pensiero critico e apprendimento collaborativo, possa trasformare le pratiche educative, generando un cambiamento migliorativo nell’agire professionale dei docenti (Schön, 1983). Il PBL, che situa l’apprendimento nel contesto della risoluzione di problemi complessi, non si limita a promuovere un approccio indiretto all'insegnamento incentrato sulla scoperta, la collaborazione e l'applicazione pratica del sapere, ma si rivela essere un valido strumento per organizzare il curricolo in moduli e rendere visibile l’apprendimento (Hattie, 2016; Lotti, 2018; Schmidt, 1983). La ricerca, di natura esplorativa, si propone di analizzare le modalità di implementazione del PBL e di esplorare le percezioni degli attori coinvolti per valutarne la sostenibilità. A tal fine, è stato sviluppato un disegno di ricerca che include due studi di caso descrittivi (Merriam, 1988) in una cornice di Ricerca-Formazione (Asquini, 2018). Il primo studio è stato condotto in una scuola secondaria di secondo grado di Roma, dove il PBL viene introdotto per la prima volta; il secondo in un Istituto Comprensivo di Teramo, unico in Italia ad aver implementato un curricolo verticale di Educazione Civica basato sul PBL. Il campione, selezionato su base di convenienza, include 6 insegnanti e 126 studenti a Roma, e 10 insegnanti (6 della scuola primaria e 4 della secondaria di primo grado) e 130 studenti a Teramo. Avvalendosi di un approccio metodologico misto, che combina osservazioni in aula, questionari e focus group, la ricerca ha raccolto un ampio spettro di dati sulle percezioni degli attori coinvolti e sui fattori che agevolano e ostacolano l’adozione del PBL. Queste evidenze, insieme alla creazione di un protocollo didattico specifico, offrono un quadro approfondito delle opportunità e delle sfide connesse a questa metodologia. L’approccio adottato si è rivelato particolarmente efficace nel cogliere la complessità delle pratiche educative, stimolando una riflessione critica tra gli insegnanti e favorendo la loro partecipazione attiva e consapevole al processo di innovazione didattica. La ricerca ha evidenziato il potenziale del PBL nell'influenzare l'autoefficacia degli insegnanti e nel ridurre le pratiche disciplinari, con ricadute positive sul coinvolgimento degli studenti e sulla qualità della gestione della classe. Nonostante questi benefici, la ricerca ha messo in luce alcune limitazioni pratiche che possono ostacolare una piena integrazione del PBL, come la numerosità delle classi, la rigidità dell'orario scolastico e la carenza di strumenti di valutazione strutturati. In termini di sostenibilità, emerge chiaramente come il successo del PBL dipenda dal supporto istituzionale e dalla collaborazione interdisciplinare tra docenti, i quali, attraverso processi di co-progettazione e condivisione di buone pratiche, possono adattare la metodologia alle esigenze di ciascun gruppo classe, favorendo un apprendimento partecipativo e motivante (Fullan, 2007). Il contributo teorico e applicativo di questa ricerca risiede nella possibilità di offrire alle istituzioni scolastiche italiane un modello di implementazione sostenibile per il PBL. I limiti emersi, quali la mancanza di un campione ampio e di un gruppo di controllo, indicano la necessità di studi futuri, preferibilmente longitudinali, per esplorare l’impatto del PBL nel lungo periodo e la sua efficacia in ambiti disciplinari diversificati (Trinchero & Robasto, 2019). In conclusione, la ricerca, tenendo in considerazione diverse limitazioni, fornisce un punto di partenza per futuri approfondimenti e sviluppi, atti a esplorare l'efficacia delle pratiche educative, con un'attenzione particolare al protocollo di adozione di metodologie innovative come il PBL, nell'ottica di promuovere lo sviluppo della professionalità docente (Vannini, 2018).File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/184501
URN:NBN:IT:UNIROMA1-184501