L’Implantologia è un ramo della chirurgia orale, si occupa della sostituzione dei denti mancanti con l'uso di impianti dentali, che possono essere utilizzati per sostituire un singolo dente o come supporti per ponti fissi o per ancorare protesi mobili. Infatti, la riabilitazione di uno o più elementi dentali con l'implantologia richiede un approccio multidisciplinare per ogni singolo caso da trattare. Dal 1952, anno in cui il prof. Branemark ha scoperto il fenomeno dell'ossei-integrazione implantare [1], ad oggi l'industria e la ricerca hanno prodotto impianti dentali con morfologie e superfici di rivestimento così innovative da garantire risultati sempre più affidabili al punto da permetterci di ridurre anche il tempo di attesa tra il momento in cui viene inserito l'impianto dentale e quello in cui è collegato alla protesi dentaria; infatti, da 6-8 mesi dei vecchi protocolli, allo stesso giorno (carico immediato) 2-3 mesi per quelli attuali. Un impianto dentale è una piccola vite di titanio progettata per sostituire la radice di un dente naturale mancante. Il titanio è perfettamente biocompatibile; è lo stesso materiale utilizzato per la costruzione di protesi ortopediche. Gli impianti dentali vengono inseriti nell'osso dove prima c'erano i denti naturali. Grazie alla biocompatibilità del titanio, l'impianto dentale si integra perfettamente con l'osso e diventa un buon punto di ancoraggio per il dente sostitutivo (corona). La riabilitazione implantare è una tecnica innovativa di implantologia che permette di riabilitare un intero arco dentale senza traumi eccessivi per il paziente e garantendo un comfort simile a quello dei denti naturali e certamente molto più elevato rispetto alle protesi o protesi rimovibili [2]. La riabilitazione implantare è necessaria quando il paziente ha perso tutti i denti e soprattutto nel caso in cui ha utilizzato protesi per anni, infatti, in questi casi vi è una perdita di materiale osseo dovuta al processo naturale di riassorbimento, a sua volta causato la mancanza del sistema radicolare del dente [2]. La mancanza di uno o più denti interessa 240 milioni di persone nel mondo industrializzato [3]. Le protesi prive di metallo hanno ora una quota di mercato del 7-8%. La lettura di questi dati è duplice: da un lato si può affermare che circa il 93% delle protesi dentarie sono ancora realizzate con materiali e metodi tradizionali attribuibili alle corone e ai ponti in metallo-ceramica, dal l'altro si può affermare che i margini di crescita in termini di mercato dei metalli-le protesi gratuite sono molto elevate, soprattutto se confrontate a una richiesta della stessa proveniente dalla società civile, sempre più sensibile agli aspetti legati alla biocompatibilità, l'estetica e le prestazioni funzionali e biomeccaniche delle protesi almeno superabili a quelle realizzate in metallo-ceramica [4]. Le nuove tecnologie guidate dal computer consentono al dentista di effettuare interventi implantologici sfruttando, per l'inserimento degli impianti dentali, le zone del l'osso mascellare o mandibolare in cui si è verificata una maggiore conservazione del materiale osseo; o in ogni caso una conservazione sufficiente per dare l'ancora giusta. Tutto parte dall'esecuzione di una Tomografia Computerizzata o Cone Beam, è un esame tridimensionale che, attraverso un software, permette di elaborare virtualmente un intero intervento implantare e quindi di esaminare la reale possibilità di eseguire, senza ulteriori interventi, una riabilitazione implantare dell'arco dentale con la tecnica "All on Four" o "All on Six". Con questa tecnologia è possibile individuare i punti del l'osso dove è possibile ancorare gli impianti dentali, quattro o sei, sui quali applicare le protesi, anzi in alcuni casi basta addirittura cambiare semplicemente l'inclinazione del perno per inserire l'impianto. senza ulteriore intervento. Se, dal trattamento virtuale, queste misure si rivelano insufficienti per dare il giusto ancoraggio agli impianti dentali, è possibile procedere con innesti tissutali, in questo modo la riabilitazione dell'impianto è possibile anche in caso di insufficienza ossea [5-7]. I trapianti possono essere eseguiti con diversi tipi di materiali, la scelta dipende dalla volontà del paziente o dalle sue condizioni cliniche, può essere materiale autologo (prelevato dallo stesso paziente), eterologo o allopsotico [8,9]. Grazie alla bioingegneria, oggi è stato possibile migliorare tutte le componenti protesiche e aumentare la prevedibilità delle riabilitazioni. Uno strumento utile messo in atto è l'analisi degli elementi finiti (FEM) [10,11].
Le Riabilitazioni implanto-protesiche associate alla Bioingegneria. Approcci interdisciplinari associati alla chirurgia orale
D'AMICO, CESARE
2024
Abstract
L’Implantologia è un ramo della chirurgia orale, si occupa della sostituzione dei denti mancanti con l'uso di impianti dentali, che possono essere utilizzati per sostituire un singolo dente o come supporti per ponti fissi o per ancorare protesi mobili. Infatti, la riabilitazione di uno o più elementi dentali con l'implantologia richiede un approccio multidisciplinare per ogni singolo caso da trattare. Dal 1952, anno in cui il prof. Branemark ha scoperto il fenomeno dell'ossei-integrazione implantare [1], ad oggi l'industria e la ricerca hanno prodotto impianti dentali con morfologie e superfici di rivestimento così innovative da garantire risultati sempre più affidabili al punto da permetterci di ridurre anche il tempo di attesa tra il momento in cui viene inserito l'impianto dentale e quello in cui è collegato alla protesi dentaria; infatti, da 6-8 mesi dei vecchi protocolli, allo stesso giorno (carico immediato) 2-3 mesi per quelli attuali. Un impianto dentale è una piccola vite di titanio progettata per sostituire la radice di un dente naturale mancante. Il titanio è perfettamente biocompatibile; è lo stesso materiale utilizzato per la costruzione di protesi ortopediche. Gli impianti dentali vengono inseriti nell'osso dove prima c'erano i denti naturali. Grazie alla biocompatibilità del titanio, l'impianto dentale si integra perfettamente con l'osso e diventa un buon punto di ancoraggio per il dente sostitutivo (corona). La riabilitazione implantare è una tecnica innovativa di implantologia che permette di riabilitare un intero arco dentale senza traumi eccessivi per il paziente e garantendo un comfort simile a quello dei denti naturali e certamente molto più elevato rispetto alle protesi o protesi rimovibili [2]. La riabilitazione implantare è necessaria quando il paziente ha perso tutti i denti e soprattutto nel caso in cui ha utilizzato protesi per anni, infatti, in questi casi vi è una perdita di materiale osseo dovuta al processo naturale di riassorbimento, a sua volta causato la mancanza del sistema radicolare del dente [2]. La mancanza di uno o più denti interessa 240 milioni di persone nel mondo industrializzato [3]. Le protesi prive di metallo hanno ora una quota di mercato del 7-8%. La lettura di questi dati è duplice: da un lato si può affermare che circa il 93% delle protesi dentarie sono ancora realizzate con materiali e metodi tradizionali attribuibili alle corone e ai ponti in metallo-ceramica, dal l'altro si può affermare che i margini di crescita in termini di mercato dei metalli-le protesi gratuite sono molto elevate, soprattutto se confrontate a una richiesta della stessa proveniente dalla società civile, sempre più sensibile agli aspetti legati alla biocompatibilità, l'estetica e le prestazioni funzionali e biomeccaniche delle protesi almeno superabili a quelle realizzate in metallo-ceramica [4]. Le nuove tecnologie guidate dal computer consentono al dentista di effettuare interventi implantologici sfruttando, per l'inserimento degli impianti dentali, le zone del l'osso mascellare o mandibolare in cui si è verificata una maggiore conservazione del materiale osseo; o in ogni caso una conservazione sufficiente per dare l'ancora giusta. Tutto parte dall'esecuzione di una Tomografia Computerizzata o Cone Beam, è un esame tridimensionale che, attraverso un software, permette di elaborare virtualmente un intero intervento implantare e quindi di esaminare la reale possibilità di eseguire, senza ulteriori interventi, una riabilitazione implantare dell'arco dentale con la tecnica "All on Four" o "All on Six". Con questa tecnologia è possibile individuare i punti del l'osso dove è possibile ancorare gli impianti dentali, quattro o sei, sui quali applicare le protesi, anzi in alcuni casi basta addirittura cambiare semplicemente l'inclinazione del perno per inserire l'impianto. senza ulteriore intervento. Se, dal trattamento virtuale, queste misure si rivelano insufficienti per dare il giusto ancoraggio agli impianti dentali, è possibile procedere con innesti tissutali, in questo modo la riabilitazione dell'impianto è possibile anche in caso di insufficienza ossea [5-7]. I trapianti possono essere eseguiti con diversi tipi di materiali, la scelta dipende dalla volontà del paziente o dalle sue condizioni cliniche, può essere materiale autologo (prelevato dallo stesso paziente), eterologo o allopsotico [8,9]. Grazie alla bioingegneria, oggi è stato possibile migliorare tutte le componenti protesiche e aumentare la prevedibilità delle riabilitazioni. Uno strumento utile messo in atto è l'analisi degli elementi finiti (FEM) [10,11].File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/188022
URN:NBN:IT:UNIME-188022