Il contributo che questa tesi intende fornire è quello di sviluppare un’impostazione metodologica possibilista nell’ambito della valutazione di impatto sociale degli interventi di politiche pubbliche e sociali. In tal senso, il presente contributo di ricerca empirica ha l’obiettivo di affrontare il tema della valutazione - in itinere e di impatto sociale -, in chiave possibilista (Hirschman, 1967; Tendler, 1992), degli interventi implementati per far fronte ai problemi sociali legati alla povertà educativa e all’abbandono scolastico nelle aree urbane connotate da forte disagio socioeducativo. In particolare, si affronta la valutazione del progetto Tornasole, co-finanziato dalla Fondazione Paolo Bulgari e dall’Impresa Sociale Con I Bambini e implementato nelle zone più marginali di Roma (Municipi V, VI e VII) al fine di contrastare l’abbandono scolastico, la povertà educativa e per rafforzare la comunità educante nel quadrante est della Capitale. Il tema della povertà educativa, negli ultimi anni, ha acquisito crescente importanza nell’ambito del dibattito sulle politiche pubbliche e sociali, tanto che dal 2016 è attiva una misura introdotta con la Legge di Stabilità, ossia l’istituzione del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, rivolto quindi a tutti i bambini e gli adolescenti che vivono in contesti sociali svantaggiati. L’obiettivo di questa iniziativa è dunque quello di sostenere interventi innovativi volti a rimuovere gli ostacoli che limitano l'accesso dei minori ai processi educativi. La povertà educativa non può essere ristretta a una sola componente, poiché rappresenta un fenomeno multidimensionale che include vari tipi di debolezze (Checchi, 1998) frutto del contesto economico, sociale, familiare in cui vivono i minori. Il problema della povertà educativa interessa largamente le aree interne e le zone periferiche delle grandi città. Le periferie urbane, nelle quali il fenomeno è particolarmente acuito, vengono definite tali non solo in senso spaziale; dunque, vengono intese in senso più ampio e complesso: la periferia culturale, esistenziale, urbana (Nanni, Pellegrino, 2018). Al fine di tentare di contrastare i fenomeni di deprivazione educativa è necessario costruire solide comunità educanti che si prendano cura del processo educativo del minore, di cui infatti è responsabile l’intera comunità (Del Gottardo, 2016) e non solo l’istituzione scolastica. L’idea di fondo è che sia fondamentale dare vita alla “positive action” (Rossi-Doria, 2022) tesa a costruire e a consolidare le comunità educanti intese come l’insieme di figure e competenze volte alla cura del benessere del minore. La valutazione affrontata nella presente tesi si sviluppa con l’intento di ricostruire i principali cambiamenti avvenuti nelle aree interessate dal progetto Tornasole. A tal fine, si propone un disegno valutativo alternativo a quello dominante, fondato su una logica pluralista e democratica (Stame, 2016), grazie al quale si orienta un piano di valutazione costruito su misura delle specifiche caratteristiche del contesto valutativo preso in considerazione. La presente tesi, perseguendo l’obiettivo di proporre il caso di una valutazione in itinere e di impatto sociale condotta in chiave possibilista, si focalizza sulle teorizzazioni dei principali esponenti del framework del possibilismo. In primis, si indaga il pensiero di Eugenio Colorni in merito alle origini del possibilismo, affrontando poi l’influenza che queste hanno avuto sul pensiero di Albert Hirschman e su come quest’ultimo sia stato concretamente applicato alla ricerca valutativa da Judith Tendler. Traendo ispirazione dall’attività di ricerca condotta da Tendler (1992), si tenta di legare l’utilizzo dell’analisi comparativa alla valutazione di impatto sociale, intesa come processo democratico e pluralista, aperto alla scoperta e all’inatteso, e di dimostrare come gli approcci di Positive Thinking (Stame, Lo Presti, 2015; Lo Presti, 2020) possano aiutare a leggere il cambiamento come opportunità di apprendimento e miglioramento a partire dalle esperienze di successo attivate nei contesti di interesse, in un processo di partecipazione e coinvolgimento di tutti gli stakeholder che a vario titolo si inseriscono nel processo valutativo. Al fine di rendere il processo valutativo partecipativo e aperto al coinvolgimento degli stakeholder, si prediligono tecniche di ricerca non standard, quali interviste, focus group e osservazioni partecipanti proprio con l’intento di immergersi nei contesti valutativi e di rintracciare, nel modo più diretto possibile, cambiamenti, cambi di rotta e opportunità registrati nei territori. L’obiettivo è dimostrare dunque come sia possibile individuare le costellazioni di circostanze che rintracciano l’emergere di casi di successo e come ricorrere alla valutazione come strumento per promuovere cambiamento, miglioramento e capacità d’azione nei territori.

Valutazione possibilista e impatto sociale. Il caso del progetto Tornasole

SALVI, VERONICA
2025

Abstract

Il contributo che questa tesi intende fornire è quello di sviluppare un’impostazione metodologica possibilista nell’ambito della valutazione di impatto sociale degli interventi di politiche pubbliche e sociali. In tal senso, il presente contributo di ricerca empirica ha l’obiettivo di affrontare il tema della valutazione - in itinere e di impatto sociale -, in chiave possibilista (Hirschman, 1967; Tendler, 1992), degli interventi implementati per far fronte ai problemi sociali legati alla povertà educativa e all’abbandono scolastico nelle aree urbane connotate da forte disagio socioeducativo. In particolare, si affronta la valutazione del progetto Tornasole, co-finanziato dalla Fondazione Paolo Bulgari e dall’Impresa Sociale Con I Bambini e implementato nelle zone più marginali di Roma (Municipi V, VI e VII) al fine di contrastare l’abbandono scolastico, la povertà educativa e per rafforzare la comunità educante nel quadrante est della Capitale. Il tema della povertà educativa, negli ultimi anni, ha acquisito crescente importanza nell’ambito del dibattito sulle politiche pubbliche e sociali, tanto che dal 2016 è attiva una misura introdotta con la Legge di Stabilità, ossia l’istituzione del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, rivolto quindi a tutti i bambini e gli adolescenti che vivono in contesti sociali svantaggiati. L’obiettivo di questa iniziativa è dunque quello di sostenere interventi innovativi volti a rimuovere gli ostacoli che limitano l'accesso dei minori ai processi educativi. La povertà educativa non può essere ristretta a una sola componente, poiché rappresenta un fenomeno multidimensionale che include vari tipi di debolezze (Checchi, 1998) frutto del contesto economico, sociale, familiare in cui vivono i minori. Il problema della povertà educativa interessa largamente le aree interne e le zone periferiche delle grandi città. Le periferie urbane, nelle quali il fenomeno è particolarmente acuito, vengono definite tali non solo in senso spaziale; dunque, vengono intese in senso più ampio e complesso: la periferia culturale, esistenziale, urbana (Nanni, Pellegrino, 2018). Al fine di tentare di contrastare i fenomeni di deprivazione educativa è necessario costruire solide comunità educanti che si prendano cura del processo educativo del minore, di cui infatti è responsabile l’intera comunità (Del Gottardo, 2016) e non solo l’istituzione scolastica. L’idea di fondo è che sia fondamentale dare vita alla “positive action” (Rossi-Doria, 2022) tesa a costruire e a consolidare le comunità educanti intese come l’insieme di figure e competenze volte alla cura del benessere del minore. La valutazione affrontata nella presente tesi si sviluppa con l’intento di ricostruire i principali cambiamenti avvenuti nelle aree interessate dal progetto Tornasole. A tal fine, si propone un disegno valutativo alternativo a quello dominante, fondato su una logica pluralista e democratica (Stame, 2016), grazie al quale si orienta un piano di valutazione costruito su misura delle specifiche caratteristiche del contesto valutativo preso in considerazione. La presente tesi, perseguendo l’obiettivo di proporre il caso di una valutazione in itinere e di impatto sociale condotta in chiave possibilista, si focalizza sulle teorizzazioni dei principali esponenti del framework del possibilismo. In primis, si indaga il pensiero di Eugenio Colorni in merito alle origini del possibilismo, affrontando poi l’influenza che queste hanno avuto sul pensiero di Albert Hirschman e su come quest’ultimo sia stato concretamente applicato alla ricerca valutativa da Judith Tendler. Traendo ispirazione dall’attività di ricerca condotta da Tendler (1992), si tenta di legare l’utilizzo dell’analisi comparativa alla valutazione di impatto sociale, intesa come processo democratico e pluralista, aperto alla scoperta e all’inatteso, e di dimostrare come gli approcci di Positive Thinking (Stame, Lo Presti, 2015; Lo Presti, 2020) possano aiutare a leggere il cambiamento come opportunità di apprendimento e miglioramento a partire dalle esperienze di successo attivate nei contesti di interesse, in un processo di partecipazione e coinvolgimento di tutti gli stakeholder che a vario titolo si inseriscono nel processo valutativo. Al fine di rendere il processo valutativo partecipativo e aperto al coinvolgimento degli stakeholder, si prediligono tecniche di ricerca non standard, quali interviste, focus group e osservazioni partecipanti proprio con l’intento di immergersi nei contesti valutativi e di rintracciare, nel modo più diretto possibile, cambiamenti, cambi di rotta e opportunità registrati nei territori. L’obiettivo è dimostrare dunque come sia possibile individuare le costellazioni di circostanze che rintracciano l’emergere di casi di successo e come ricorrere alla valutazione come strumento per promuovere cambiamento, miglioramento e capacità d’azione nei territori.
13-gen-2025
Italiano
Valutazione impatto sociale; positive thinking; possibilismo; goal-free evaluation
LO PRESTI, Veronica
FASANELLA, Antonio
BENTIVEGNA, Sara
Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
466
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Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIROMA1-188042