DSA significa Disturbo specifico dell’apprendimento e viene classificato come disturbo specifico del neurosviluppo, di origine neurobiologica. Vi è un accordo sulla prevalente origine genetico-costituzionale che determina piccole ma significative anomalie nelle sedi cerebrali coinvolte nell’organizzazione delle funzioni linguistico-cognitive della lettura. È tuttavia altrettanto importante sottolineare che l’espressività del disturbo di natura neurobiologica è mediata e modulata da fattori ambientali in quanto questi ultimi possono favorire o ostacolare l’acquisizione di un’abilità che in genere, per i bambini di lingua italiana, richiede pochi mesi. I principali modelli teorici per spiegare le possibili cause di DSA sono: teoria del deficit fonologico; teoria del deficit di automatizzazione (cerebellare); teoria del deficit visivo/uditivo (magnocellulare); teoria del deficit attentivo. Partendo dalla constatazione, documentata in letteratura, che un allievo con DSA puro in un solo dominio presenti una persistenza maggiore nella difficoltà deficitaria sul lungo periodo (Alnaim, 2016; Re et al. 2014; Di Cesare et al. 2017; Flamini et al. 2019; Kranzler et al, 2019; Zoccolotti et al. 2020), il seguente lavoro si interroga su quanto e come questa differenza trovi risposte di abilitazione scolastiche adeguate nei Piani Didattici Personalizzati relativi, e nelle visioni da parte degli insegnanti, relativamente ai DSA e strumenti compensativi e misure dispensative implementate nei Piani Didattici Personalizzati per l’intervento didattico specializzato. Il lavoro si pone come obiettivo quello di indagare la relazione esistente tra certificazioni cliniche e scelte metodologiche-didattiche adottate nei PDP (Piano Didattico Personalizzato) in un gruppo di alunni e alunne con DSA misto delle abilità accademiche e DSA «puro». DSA significa Disturbo specifico dell’apprendimento e viene classificato come disturbo specifico del neurosviluppo, di origine neurobiologica. Vi è un accordo sulla prevalente origine genetico-costituzionale che determina piccole ma significative anomalie nelle sedi cerebrali coinvolte nell’organizzazione delle funzioni linguistico-cognitive della lettura. È tuttavia altrettanto importante sottolineare che l’espressività del disturbo di natura neurobiologica è mediata e modulata da fattori ambientali in quanto questi ultimi possono favorire o ostacolare l’acquisizione di un’abilità che in genere, per i bambini di lingua italiana, richiede pochi mesi. I principali modelli teorici per spiegare le possibili cause di DSA sono: teoria del deficit fonologico; teoria del deficit di automatizzazione (cerebellare); teoria del deficit visivo/uditivo (magnocellulare); teoria del deficit attentivo. Partendo dalla constatazione, documentata in letteratura, che un allievo con DSA puro in un solo dominio presenti una persistenza maggiore nella difficoltà deficitaria sul lungo periodo (Alnaim, 2016; Re et al. 2014; Di Cesare et al. 2017; Flamini et al. 2019; Kranzler et al, 2019; Zoccolotti et al. 2020), il seguente lavoro si interroga su quanto e come questa differenza trovi risposte di abilitazione scolastiche adeguate nei Piani Didattici Personalizzati relativi, e nelle visioni da parte degli insegnanti, relativamente ai DSA e strumenti compensativi e misure dispensative implementate nei Piani Didattici Personalizzati per l’intervento didattico specializzato. Il lavoro si pone come obiettivo quello di indagare la relazione esistente tra certificazioni cliniche e scelte metodologiche-didattiche adottate nei PDP (Piano Didattico Personalizzato) in un gruppo di alunni e alunne con DSA misto delle abilità accademiche e DSA «puro».
Tradurre definizioni diagnostiche nel linguaggio dei PDP: Uno studio sui rapporti tra clinica del Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) misto o puro e didattica inclusiva
PELLIZZARI, MONIA
2024
Abstract
DSA significa Disturbo specifico dell’apprendimento e viene classificato come disturbo specifico del neurosviluppo, di origine neurobiologica. Vi è un accordo sulla prevalente origine genetico-costituzionale che determina piccole ma significative anomalie nelle sedi cerebrali coinvolte nell’organizzazione delle funzioni linguistico-cognitive della lettura. È tuttavia altrettanto importante sottolineare che l’espressività del disturbo di natura neurobiologica è mediata e modulata da fattori ambientali in quanto questi ultimi possono favorire o ostacolare l’acquisizione di un’abilità che in genere, per i bambini di lingua italiana, richiede pochi mesi. I principali modelli teorici per spiegare le possibili cause di DSA sono: teoria del deficit fonologico; teoria del deficit di automatizzazione (cerebellare); teoria del deficit visivo/uditivo (magnocellulare); teoria del deficit attentivo. Partendo dalla constatazione, documentata in letteratura, che un allievo con DSA puro in un solo dominio presenti una persistenza maggiore nella difficoltà deficitaria sul lungo periodo (Alnaim, 2016; Re et al. 2014; Di Cesare et al. 2017; Flamini et al. 2019; Kranzler et al, 2019; Zoccolotti et al. 2020), il seguente lavoro si interroga su quanto e come questa differenza trovi risposte di abilitazione scolastiche adeguate nei Piani Didattici Personalizzati relativi, e nelle visioni da parte degli insegnanti, relativamente ai DSA e strumenti compensativi e misure dispensative implementate nei Piani Didattici Personalizzati per l’intervento didattico specializzato. Il lavoro si pone come obiettivo quello di indagare la relazione esistente tra certificazioni cliniche e scelte metodologiche-didattiche adottate nei PDP (Piano Didattico Personalizzato) in un gruppo di alunni e alunne con DSA misto delle abilità accademiche e DSA «puro». DSA significa Disturbo specifico dell’apprendimento e viene classificato come disturbo specifico del neurosviluppo, di origine neurobiologica. Vi è un accordo sulla prevalente origine genetico-costituzionale che determina piccole ma significative anomalie nelle sedi cerebrali coinvolte nell’organizzazione delle funzioni linguistico-cognitive della lettura. È tuttavia altrettanto importante sottolineare che l’espressività del disturbo di natura neurobiologica è mediata e modulata da fattori ambientali in quanto questi ultimi possono favorire o ostacolare l’acquisizione di un’abilità che in genere, per i bambini di lingua italiana, richiede pochi mesi. I principali modelli teorici per spiegare le possibili cause di DSA sono: teoria del deficit fonologico; teoria del deficit di automatizzazione (cerebellare); teoria del deficit visivo/uditivo (magnocellulare); teoria del deficit attentivo. Partendo dalla constatazione, documentata in letteratura, che un allievo con DSA puro in un solo dominio presenti una persistenza maggiore nella difficoltà deficitaria sul lungo periodo (Alnaim, 2016; Re et al. 2014; Di Cesare et al. 2017; Flamini et al. 2019; Kranzler et al, 2019; Zoccolotti et al. 2020), il seguente lavoro si interroga su quanto e come questa differenza trovi risposte di abilitazione scolastiche adeguate nei Piani Didattici Personalizzati relativi, e nelle visioni da parte degli insegnanti, relativamente ai DSA e strumenti compensativi e misure dispensative implementate nei Piani Didattici Personalizzati per l’intervento didattico specializzato. Il lavoro si pone come obiettivo quello di indagare la relazione esistente tra certificazioni cliniche e scelte metodologiche-didattiche adottate nei PDP (Piano Didattico Personalizzato) in un gruppo di alunni e alunne con DSA misto delle abilità accademiche e DSA «puro».File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Tesi_dottorato_Pellizzari.pdf
accesso aperto
Dimensione
1.89 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.89 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/188442
URN:NBN:IT:UNIROMA1-188442