Questo lavoro prende le mosse dalla ricerca dei caratteri propri del materialismo di Sebastiano Timpanaro per farne emergere i contenuti più strettamente filosofici e linguistici. La prima parte è dedicata alla ricostruzione delle linee fondamentali del materialismo filosofico di Timpanaro, che recupera a positivo la teoria del piacere ed il materialismo leopardiani per farli dialogare con le categorie più classiche del materialismo storico marxiano. In questa parte vengono isolati e analizzati in particolare i concetti di «passività», in relazione con il concetto di limiti e vincoli nella capacità conoscitiva dell'essere umano e quello delle «perdite secche», in relazione alla categoria di progresso. Nella seconda parte la ricerca si concentra sui lavori di critica della psicoanalisi e di confronto con la tradizione freudiana, che Timpanaro ha messo all'opera a partire dagli anni '70, e di dialogo con lo strutturalismo linguistico. L'obiettivo è di evidenziare la proposta di criteri minimi di scientificità declinandola insieme all'esigenza di raggiungere una definizione minima soddisfacente del concetto di verità relativa raggiunta per successive approssimazioni, mettendo l'accento sull'importanza dell'astrazione nei processi conoscitivi. Nella terza parte il tema centrale dell'analisi del concetto di passività elaborato da Timpanaro è impiegato per verificarne la pertinenza e consonanza con le riflessioni sui temi dell'arbitrarietà semiotica radicale, della formatività del linguaggio e arbitrarietà del segno. In conclusione si propone la verifica della possibile risonanza del materialismo linguistico di Sebastiano Timpanaro con alcune formulazioni interne alla tradizione del dialogo tra il marxismo e gli studi di linguistica e semiotica per verificare le potenzialità delle categorie materialistiche qui analizzate, con un focus particolare sul rapporto tra le lingue e l'ideologia.
Il materialismo di Sebastiano Timpanaro: originalità di una proposta filosofica
SIGHINOLFI, NICOLA
2025
Abstract
Questo lavoro prende le mosse dalla ricerca dei caratteri propri del materialismo di Sebastiano Timpanaro per farne emergere i contenuti più strettamente filosofici e linguistici. La prima parte è dedicata alla ricostruzione delle linee fondamentali del materialismo filosofico di Timpanaro, che recupera a positivo la teoria del piacere ed il materialismo leopardiani per farli dialogare con le categorie più classiche del materialismo storico marxiano. In questa parte vengono isolati e analizzati in particolare i concetti di «passività», in relazione con il concetto di limiti e vincoli nella capacità conoscitiva dell'essere umano e quello delle «perdite secche», in relazione alla categoria di progresso. Nella seconda parte la ricerca si concentra sui lavori di critica della psicoanalisi e di confronto con la tradizione freudiana, che Timpanaro ha messo all'opera a partire dagli anni '70, e di dialogo con lo strutturalismo linguistico. L'obiettivo è di evidenziare la proposta di criteri minimi di scientificità declinandola insieme all'esigenza di raggiungere una definizione minima soddisfacente del concetto di verità relativa raggiunta per successive approssimazioni, mettendo l'accento sull'importanza dell'astrazione nei processi conoscitivi. Nella terza parte il tema centrale dell'analisi del concetto di passività elaborato da Timpanaro è impiegato per verificarne la pertinenza e consonanza con le riflessioni sui temi dell'arbitrarietà semiotica radicale, della formatività del linguaggio e arbitrarietà del segno. In conclusione si propone la verifica della possibile risonanza del materialismo linguistico di Sebastiano Timpanaro con alcune formulazioni interne alla tradizione del dialogo tra il marxismo e gli studi di linguistica e semiotica per verificare le potenzialità delle categorie materialistiche qui analizzate, con un focus particolare sul rapporto tra le lingue e l'ideologia.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/188613
URN:NBN:IT:UNIROMA1-188613