L’istologia del tessuto osseo comporta peculiari difficoltà a causa della mineralizzazione che lo rende particolarmente duro. In alternativa alla tradizionale decalcificazione dopo fissazione, la tecnica di della decalcificazione di superficie del campione paraffinato non interferisce con la conservazione degli antigeni. Per simulare gli effetti del trattamento decalcificante sui tessuti neoplastici senza sacrificare biopsie originali di metastasi ossee, è possibile eseguire una decalcificazione sperimentale di tessuti non contenenti osso. Tali metodiche, che hanno già dato risultati positivi nei tessuti umani, possono essere applicate anche in modelli sperimentali al fine di standardizzare i protocolli di decalcificazione. Abbiamo applicato la decalcificazione tradizionale dopo fissazione e la decalcificazione di superficie del blocchetto paraffinato su arti murini normali e su tessuti neoplastici umani impiantati nei topi (modello xenograft eterotopico), utilizzando due tipi di soluzione decalcificante (acido cloridrico ed EDTA). Per ognuna delle quattro tipologie di campioni sono stati valutati parametri morfologici (completezza del campione, efficacia della decalcificazione, tingibilità nucleare e tingibilità citoplasmatica/acidofilia tissutale) e immunoistochimici (percentuale di cellule colorate e intensità della colorazione) utilizzando 14 diversi anticorpi monoclonali e policlonali). I dettagli del trattamento decalcificante influiscono pesantemente sull’esito della ricerca, condizionando la qualità delle sezioni, la tingibilità dei tessuti e la conservazione degli epitopi antigenici. Il presente studio aggiunge alle diverse variabili la fase della processazione in cui effettuare il trattamento, proponendo l’impiego della decalcificazione di superficie del materiale già incluso in paraffina e l’utilizzo dell’EDTA come strategia migliore per ottimizzare la conservazione degli antigeni tissutali necessari per le successive valutazioni immunoistochimiche. La ricerca intende costituire una guida di riferimento per i ricercatori operanti nel campo della patologia sperimentale, previa validazione degli anticorpi immunoistochimici necessari sul materiale utilizzato.
Standardizzazione dei protocolli di decalcificazione dei tessuti per immunocolorazione: implicazioni pratiche per i modelli sperimentali che interessano il compartimento osseo
LUCA, VENTURA
2024
Abstract
L’istologia del tessuto osseo comporta peculiari difficoltà a causa della mineralizzazione che lo rende particolarmente duro. In alternativa alla tradizionale decalcificazione dopo fissazione, la tecnica di della decalcificazione di superficie del campione paraffinato non interferisce con la conservazione degli antigeni. Per simulare gli effetti del trattamento decalcificante sui tessuti neoplastici senza sacrificare biopsie originali di metastasi ossee, è possibile eseguire una decalcificazione sperimentale di tessuti non contenenti osso. Tali metodiche, che hanno già dato risultati positivi nei tessuti umani, possono essere applicate anche in modelli sperimentali al fine di standardizzare i protocolli di decalcificazione. Abbiamo applicato la decalcificazione tradizionale dopo fissazione e la decalcificazione di superficie del blocchetto paraffinato su arti murini normali e su tessuti neoplastici umani impiantati nei topi (modello xenograft eterotopico), utilizzando due tipi di soluzione decalcificante (acido cloridrico ed EDTA). Per ognuna delle quattro tipologie di campioni sono stati valutati parametri morfologici (completezza del campione, efficacia della decalcificazione, tingibilità nucleare e tingibilità citoplasmatica/acidofilia tissutale) e immunoistochimici (percentuale di cellule colorate e intensità della colorazione) utilizzando 14 diversi anticorpi monoclonali e policlonali). I dettagli del trattamento decalcificante influiscono pesantemente sull’esito della ricerca, condizionando la qualità delle sezioni, la tingibilità dei tessuti e la conservazione degli epitopi antigenici. Il presente studio aggiunge alle diverse variabili la fase della processazione in cui effettuare il trattamento, proponendo l’impiego della decalcificazione di superficie del materiale già incluso in paraffina e l’utilizzo dell’EDTA come strategia migliore per ottimizzare la conservazione degli antigeni tissutali necessari per le successive valutazioni immunoistochimiche. La ricerca intende costituire una guida di riferimento per i ricercatori operanti nel campo della patologia sperimentale, previa validazione degli anticorpi immunoistochimici necessari sul materiale utilizzato.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
TESI Dott.pdf
embargo fino al 12/12/2025
Dimensione
3.52 MB
Formato
Adobe PDF
|
3.52 MB | Adobe PDF | |
TESI Dott_1.pdf
embargo fino al 12/12/2025
Dimensione
3.52 MB
Formato
Adobe PDF
|
3.52 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/189074
URN:NBN:IT:UNIVAQ-189074