L’Angiofibroma nasofaringeo giovanile (JNA) è un raro tumore fibrovascolare benigno, ma localmente aggressivo. Origina dalla porzione postero-laterale delle cavità nasali, presentandosi sotto forma di massa sporgente nel rinofaringe e nella cavità nasale e provocando una sintomatologia tipica (ostruzione nasale, rinorrea, rinolalia…). È definito giovanile poiché colpisce prevalentemente individui maschi durante la tarda infanzia e l’adolescenza (la malattia esordisce di solito tra i 7 e i 19 anni). Questo tumore si configura come altamente invalidante per le sue conseguenze cliniche, per l’età particolare in cui si presenta, per il trattamento invasivo richiesto e per l’alto tasso di recidive. Attualmente, infatti, il miglior trattamento disponibile consiste nella resezione chirurgica radicale, preceduta da embolizzazione preoperatoria dei vasi nutritizi del tumore (antecedentemente individuati tramite arteriografia). L’unica alternativa valida è la radioterapia, utilizzata in alcune circostanze specifiche. L’obiettivo principale dello studio è stato la valutazione, in campioni di tessuti di mucosa nasofaringea ottenuti in seguito ad asportazione chirurgica da 16 pazienti affetti da Angiofibroma nasofaringeo, del diverso pattern di espressione delle molecole TGF-β1, TNF-α e VEGF rispetto al tessuto normale di controllo, ottenuto dal prelievo di mucosa nasofaringea da 6 pazienti sani. La valutazione dell’espressione di tali fattori è stata svolta per verificare un’eventuale correlazione tra l’espressione di queste molecole e la fisiopatologia del tumore, ossia la sua insorgenza e successiva progressione. Comprendere al meglio il ruolo di TGF-β1, TNF-α e VEGF è fondamentale nell’ottica della progettazione e dello sviluppo di terapie innovative che possano migliorare la qualità di vita dei pazienti con JNA. Inoltre, la comprensione dei meccanismi cellulari e molecolari che portano allo sviluppo dello JNA potrebbe consentire di progettare nuovi approcci terapeutici atti perfino a prevenire l’insorgenza della malattia, al fine di evitare prolungati stati morbosi in ragazzi giovani e trattamenti chirurgici e/o radioterapici altamente invasivi a causa della localizzazione critica del tumore. Questo lavoro si inserisce in un percorso comune a molti altri laboratori nel mondo, volto a catalizzare un aumento dell’attenzione della ricerca nei confronti di questa patologia che si configura come altamente invalidante per le sue conseguenze cliniche e per l’età delicata in cui tende a presentarsi.
Profilo IHC di fattori trofici nei tessuti normali e in alcuni tumori del distretto testa-collo
SANTARELLI, MARIA TERESA
2022
Abstract
L’Angiofibroma nasofaringeo giovanile (JNA) è un raro tumore fibrovascolare benigno, ma localmente aggressivo. Origina dalla porzione postero-laterale delle cavità nasali, presentandosi sotto forma di massa sporgente nel rinofaringe e nella cavità nasale e provocando una sintomatologia tipica (ostruzione nasale, rinorrea, rinolalia…). È definito giovanile poiché colpisce prevalentemente individui maschi durante la tarda infanzia e l’adolescenza (la malattia esordisce di solito tra i 7 e i 19 anni). Questo tumore si configura come altamente invalidante per le sue conseguenze cliniche, per l’età particolare in cui si presenta, per il trattamento invasivo richiesto e per l’alto tasso di recidive. Attualmente, infatti, il miglior trattamento disponibile consiste nella resezione chirurgica radicale, preceduta da embolizzazione preoperatoria dei vasi nutritizi del tumore (antecedentemente individuati tramite arteriografia). L’unica alternativa valida è la radioterapia, utilizzata in alcune circostanze specifiche. L’obiettivo principale dello studio è stato la valutazione, in campioni di tessuti di mucosa nasofaringea ottenuti in seguito ad asportazione chirurgica da 16 pazienti affetti da Angiofibroma nasofaringeo, del diverso pattern di espressione delle molecole TGF-β1, TNF-α e VEGF rispetto al tessuto normale di controllo, ottenuto dal prelievo di mucosa nasofaringea da 6 pazienti sani. La valutazione dell’espressione di tali fattori è stata svolta per verificare un’eventuale correlazione tra l’espressione di queste molecole e la fisiopatologia del tumore, ossia la sua insorgenza e successiva progressione. Comprendere al meglio il ruolo di TGF-β1, TNF-α e VEGF è fondamentale nell’ottica della progettazione e dello sviluppo di terapie innovative che possano migliorare la qualità di vita dei pazienti con JNA. Inoltre, la comprensione dei meccanismi cellulari e molecolari che portano allo sviluppo dello JNA potrebbe consentire di progettare nuovi approcci terapeutici atti perfino a prevenire l’insorgenza della malattia, al fine di evitare prolungati stati morbosi in ragazzi giovani e trattamenti chirurgici e/o radioterapici altamente invasivi a causa della localizzazione critica del tumore. Questo lavoro si inserisce in un percorso comune a molti altri laboratori nel mondo, volto a catalizzare un aumento dell’attenzione della ricerca nei confronti di questa patologia che si configura come altamente invalidante per le sue conseguenze cliniche e per l’età delicata in cui tende a presentarsi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/189664
URN:NBN:IT:UNIROMA1-189664