L’intelligenza artificiale (IA) ci aiuta a compiere la maggior parte delle attività quotidiane ed il fenomeno sarà presto destinato a permeare anche il mondo giuridico. Lo sviluppo tecnologico, unitamente alla crisi in cui da tempo versa il principio di legalità in materia penale e alla necessità di implementare l’efficienza del sistema giustizia, costringe il giurista a sottoporre a vaglio critico alcune credenze che si sono stabilizzate nel tempo e a riflettere – in modo più concreto di quanto avvenuto fino ad ora – sulla possibilità di addivenire ad una parziale automazione dell’attività giurisdizionale (anche in materia penale). Il primo capitolo del lavoro di tesi, dopo un’esposizione dei fattori che hanno determinato la nascita dell’IA ed il superamento del problema teorico relativo alla capacità di pensiero delle macchine che a lungo ha costituito un limite al loro sviluppo, fornisce una panoramica sul funzionamento dei moderni sistemi di Intelligenza artificiale, ponendo altresì l’accento sugli aspetti che devono essere ulteriormente implementati. Infine, analizza la regolamentazione giuridica di questa nuova tecnologia in ambito comunitario (anche alla luce del contenuto del regolamento sull’IA che a breve entrerà in vigore), con specifico riferimento all’uso che di essa si potrà astrattamente fare nell’ambito dell’amministrazione della giustizia. Il secondo capitolo è dedicato all’analisi delle ragioni di diritto sostanziale che farebbero propendere per il ricorso alla c.d. “giustizia predittiva”, ponendo l’accento sulla crisi del principio di legalità formale e sui fattori “intrinseci” ed “estrinseci” (derivanti, cioè, sia dall’ordinamento interno sia dal diritto comunitario e convenzionale) che la alimentano. Il terzo capitolo, per contro, ha un taglio spiccatamente processuale ed è volto a dimostrare come la transizione digitale della giustizia penale, iniziata con la riforma Cartabia (nello specifico: la parziale “despazializzazione” del processo penale, nonché la traduzione e la redazione in formato digitale degli atti del procedimento), insieme all’attenzione riservata sia a livello nazionale sia a livello locale all’implementazione delle banche dati esistenti e alla creazione di raccolte della giurisprudenza di merito, renda sempre più probabile il ricorso alla c.d. “giustizia predittiva”. Nella parte conclusiva della tesi, invece, si è cercato di immaginare quale potrebbe essere l’impiego dell’IA con riferimento ai vari momenti che caratterizzano la decisione penale, allo scopo di analizzare i vantaggi ed i rischi connessi al suo impiego quale ausilio alla decisione penale e di verificare se sia davvero auspicabile l’avvento di una giustizia penale parzialmente automatizzata, senza però dimenticare che l’approccio al tema è influenzato dal modello di giustizia che si intende perseguire.
Intelligenza artificiale e decisione penale
MARZANO, MARZIA GAIA
2024
Abstract
L’intelligenza artificiale (IA) ci aiuta a compiere la maggior parte delle attività quotidiane ed il fenomeno sarà presto destinato a permeare anche il mondo giuridico. Lo sviluppo tecnologico, unitamente alla crisi in cui da tempo versa il principio di legalità in materia penale e alla necessità di implementare l’efficienza del sistema giustizia, costringe il giurista a sottoporre a vaglio critico alcune credenze che si sono stabilizzate nel tempo e a riflettere – in modo più concreto di quanto avvenuto fino ad ora – sulla possibilità di addivenire ad una parziale automazione dell’attività giurisdizionale (anche in materia penale). Il primo capitolo del lavoro di tesi, dopo un’esposizione dei fattori che hanno determinato la nascita dell’IA ed il superamento del problema teorico relativo alla capacità di pensiero delle macchine che a lungo ha costituito un limite al loro sviluppo, fornisce una panoramica sul funzionamento dei moderni sistemi di Intelligenza artificiale, ponendo altresì l’accento sugli aspetti che devono essere ulteriormente implementati. Infine, analizza la regolamentazione giuridica di questa nuova tecnologia in ambito comunitario (anche alla luce del contenuto del regolamento sull’IA che a breve entrerà in vigore), con specifico riferimento all’uso che di essa si potrà astrattamente fare nell’ambito dell’amministrazione della giustizia. Il secondo capitolo è dedicato all’analisi delle ragioni di diritto sostanziale che farebbero propendere per il ricorso alla c.d. “giustizia predittiva”, ponendo l’accento sulla crisi del principio di legalità formale e sui fattori “intrinseci” ed “estrinseci” (derivanti, cioè, sia dall’ordinamento interno sia dal diritto comunitario e convenzionale) che la alimentano. Il terzo capitolo, per contro, ha un taglio spiccatamente processuale ed è volto a dimostrare come la transizione digitale della giustizia penale, iniziata con la riforma Cartabia (nello specifico: la parziale “despazializzazione” del processo penale, nonché la traduzione e la redazione in formato digitale degli atti del procedimento), insieme all’attenzione riservata sia a livello nazionale sia a livello locale all’implementazione delle banche dati esistenti e alla creazione di raccolte della giurisprudenza di merito, renda sempre più probabile il ricorso alla c.d. “giustizia predittiva”. Nella parte conclusiva della tesi, invece, si è cercato di immaginare quale potrebbe essere l’impiego dell’IA con riferimento ai vari momenti che caratterizzano la decisione penale, allo scopo di analizzare i vantaggi ed i rischi connessi al suo impiego quale ausilio alla decisione penale e di verificare se sia davvero auspicabile l’avvento di una giustizia penale parzialmente automatizzata, senza però dimenticare che l’approccio al tema è influenzato dal modello di giustizia che si intende perseguire.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/189787
URN:NBN:IT:UNIFG-189787