Lo scopo primario del lavoro è quello di operare una disamina delle recenti tendenze che possono riscontrarsi nel costituzionalismo britannico a partire dalla più recente giurisprudenza della Supreme Court, anzitutto (ma non solo) a seguito del recesso del Regno Unito dall’Unione europea – vero e proprio constitutional moment per l’ordinamento d’Oltremanica –, analizzando in particolare il ruolo che l’organo di alta giurisdizione è venuto ad assumere nei confronti degli altri poteri dello Stato, e come queste peculiarità integrino la forma di governo dell’ordinamento, modificandone alcuni assiomi. Ritenendo che il ruolo svolto dalla Corte sia sempre più assimilabile a un discorso di constitutional adjudication, e che tale risultato possa considerarsi come la sommatoria di un’incrementale sedimentazione di fattori interni ed esterni, contemporanei ma pure risalenti, anzitutto di tipo convettivo, lo studio decide di adottare un approccio eminentemente diacronico. La prima parte dell’analisi è, dunque, dedicata all’influenza che il pensiero giuridico inglese sulla fundamental law, di epoca medioevale e primo-moderna, ha avuto in territorio nordamericano, culla della constitutional review of legislation. Tale influenza si rinviene, altresì, nel discorso imperiale ottocentesco, coincidente peraltro con una risolutiva sistematizzazione dell’organo giudiziario di vertice, quel Judicial Committee del Consiglio privato che ha avuto un ruolo fondamentale (e fondante) nei confronti dei dominions che hanno conosciuto la sua giurisdizione. L’analisi muoverà, dunque, verso l’esame della riforma giudiziaria coinvolgente l’organo imperiale, e soprattutto della giurisprudenza da questo assunta nei territori coloniali, e delle eredità a questi lasciate dopo l’affrancamento da Londra. All’esame dell’organo giudiziario di vertice “esterno” sarà accompagnato quello della corte apicale britannica, ossia di quella Camera dei Lord che, almeno a partire dalla prima età moderna, diventava depositaria della giurisdizione di vertice dell’ordinamento. Dopo l’analisi diacronica, il passo seguente consiste nell’approfondimento dello studio dei rapporti tra poteri dello Stato nei primi anni di funzionamento della Corte suprema britannica, nominalmente in quelli che precedono la giurisprudenza sulla Brexit. L’esame successivo verte sull’analisi del punto di svolta vero e proprio, concretizzatosi a seguito dell’avvio del recesso del Regno Unito dall’Unione europea dopo il referendum del giugno 2016. Nelle conclusioni dello studio appare utile generalizzare il discorso operando una comparazione sincronica con quegli ordinamenti di common law in cui, con i dovuti distinguo, sembra viversi un momento simile di stimolo costituzionale.
La Corte suprema del Regno Unito tra sovereignty of Parliament e Rule of Law. Uno studio sulle fondamenta storico-giuridiche di un rinnovato costituzionalismo britannico alla luce del diritto interno e comparato
GABRIELE, EMANUELE
2025
Abstract
Lo scopo primario del lavoro è quello di operare una disamina delle recenti tendenze che possono riscontrarsi nel costituzionalismo britannico a partire dalla più recente giurisprudenza della Supreme Court, anzitutto (ma non solo) a seguito del recesso del Regno Unito dall’Unione europea – vero e proprio constitutional moment per l’ordinamento d’Oltremanica –, analizzando in particolare il ruolo che l’organo di alta giurisdizione è venuto ad assumere nei confronti degli altri poteri dello Stato, e come queste peculiarità integrino la forma di governo dell’ordinamento, modificandone alcuni assiomi. Ritenendo che il ruolo svolto dalla Corte sia sempre più assimilabile a un discorso di constitutional adjudication, e che tale risultato possa considerarsi come la sommatoria di un’incrementale sedimentazione di fattori interni ed esterni, contemporanei ma pure risalenti, anzitutto di tipo convettivo, lo studio decide di adottare un approccio eminentemente diacronico. La prima parte dell’analisi è, dunque, dedicata all’influenza che il pensiero giuridico inglese sulla fundamental law, di epoca medioevale e primo-moderna, ha avuto in territorio nordamericano, culla della constitutional review of legislation. Tale influenza si rinviene, altresì, nel discorso imperiale ottocentesco, coincidente peraltro con una risolutiva sistematizzazione dell’organo giudiziario di vertice, quel Judicial Committee del Consiglio privato che ha avuto un ruolo fondamentale (e fondante) nei confronti dei dominions che hanno conosciuto la sua giurisdizione. L’analisi muoverà, dunque, verso l’esame della riforma giudiziaria coinvolgente l’organo imperiale, e soprattutto della giurisprudenza da questo assunta nei territori coloniali, e delle eredità a questi lasciate dopo l’affrancamento da Londra. All’esame dell’organo giudiziario di vertice “esterno” sarà accompagnato quello della corte apicale britannica, ossia di quella Camera dei Lord che, almeno a partire dalla prima età moderna, diventava depositaria della giurisdizione di vertice dell’ordinamento. Dopo l’analisi diacronica, il passo seguente consiste nell’approfondimento dello studio dei rapporti tra poteri dello Stato nei primi anni di funzionamento della Corte suprema britannica, nominalmente in quelli che precedono la giurisprudenza sulla Brexit. L’esame successivo verte sull’analisi del punto di svolta vero e proprio, concretizzatosi a seguito dell’avvio del recesso del Regno Unito dall’Unione europea dopo il referendum del giugno 2016. Nelle conclusioni dello studio appare utile generalizzare il discorso operando una comparazione sincronica con quegli ordinamenti di common law in cui, con i dovuti distinguo, sembra viversi un momento simile di stimolo costituzionale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/190306
URN:NBN:IT:UNIROMA1-190306