Nel rapporto di lavoro, i casi in cui la dignità umana del lavoratore viene lesa o sminuita, sono numerosi e frequenti. Nonostante l'esistenza di un apparato normativo volto a riconoscere e tutelare i diritti fondamentali della persona del lavoratore, tra cui, innanzi tutto, quello al rispetto della libertà, della dignità e della personalità morale del lavoratore, molto spesso l'esercizio dei poteri imprenditoriali avviene al di fuori dei limiti posti dalla legge, come dimostra ampiamente la giurisprudenza lavoristica in materia. Scopo principale della trattazione dell'argomento è quello di fornire un quadro generale delle ipotesi più ricorrenti in cui il lavoratore, a causa di un esercizio scorretto dei poteri datoriali, viene leso nella propria dignità e personalità morale. Gli elaboratori elettronici permettono di registrare dettagliatamente le informazioni apprese nella fase dell'assunzione (come i curricula, le aspirazioni professionali, l'estrazione sociale, i tratti psicologici) e durante il rapporto di lavoro (ad esempio il quadro disciplinare e la partecipazione a scioperi), oltre a quelle che possono essere attinte da banche dati esterne all'azienda. Inoltre, grazie all'incrocio delle notizie memorizzate, si può trarre un dato nuovo e diverso rispetto a quelli di partenza. Così anche la raccolta di dati non strettamente personali, individuabili facilmente e senza destare sospetti nella normale vita aziendale, può essere utilizzata per costruire un profilo particolareggiato del dipendente e operare delle scelte fondamentali per la sua carriera, sulla base di pregiudizi e altri elementi del tutto estranei alla sua professionalità. Le nuove tecnologie, dunque, accentuano decisamente la possibilità di ledere riservatezza e dignità dei lavoratori. Va visto quindi, con favore l'avvento nel nostro mondo del lavoro di una più aggiornata disciplina della privacy. Una disciplina che però talvolta prevede meccanismi normativi di difficile interpretazione e di ardua applicazione. L'estrema complessità della legge sulla tutela dei dati personali (d.lgs, n. 196/2003) è ben evidenziata dal numero di chiarimenti rilasciato dall'Autorità Garante per la protezione dei dati personali nel primo anno di vigenza. La mancanza di una disciplina ad hoc chiama così a nuova vita le disposizioni dettate nel 1970, dallo Statuto dei lavoratori, in un contesto storico completamente superato ma con riferimento a valori ancora attuali. Dunque la legge sul trattamento dei dati personali, oltre a catalizzare l'attenzione sulle pronunce del Garante, facendo salva l'applicabilità dei principi stabiliti dallo Statuto dei lavoratori, ha riportato in primo piano la precedente giurisprudenza in tema di privacy dei dipendenti. L’analisi verrà condotta richiamando le principali norme in materia, a partire da quelle introdotte dalla legge n. 675/96, e provvedendo quindi ad esaminare la giurisprudenza e le decisioni del Garante della privacy rilevanti ai fini della presente trattazione.
La tutela della privacy nel rapporto di lavoro
ZUMBO, ANTONIO DIMITRI
2010
Abstract
Nel rapporto di lavoro, i casi in cui la dignità umana del lavoratore viene lesa o sminuita, sono numerosi e frequenti. Nonostante l'esistenza di un apparato normativo volto a riconoscere e tutelare i diritti fondamentali della persona del lavoratore, tra cui, innanzi tutto, quello al rispetto della libertà, della dignità e della personalità morale del lavoratore, molto spesso l'esercizio dei poteri imprenditoriali avviene al di fuori dei limiti posti dalla legge, come dimostra ampiamente la giurisprudenza lavoristica in materia. Scopo principale della trattazione dell'argomento è quello di fornire un quadro generale delle ipotesi più ricorrenti in cui il lavoratore, a causa di un esercizio scorretto dei poteri datoriali, viene leso nella propria dignità e personalità morale. Gli elaboratori elettronici permettono di registrare dettagliatamente le informazioni apprese nella fase dell'assunzione (come i curricula, le aspirazioni professionali, l'estrazione sociale, i tratti psicologici) e durante il rapporto di lavoro (ad esempio il quadro disciplinare e la partecipazione a scioperi), oltre a quelle che possono essere attinte da banche dati esterne all'azienda. Inoltre, grazie all'incrocio delle notizie memorizzate, si può trarre un dato nuovo e diverso rispetto a quelli di partenza. Così anche la raccolta di dati non strettamente personali, individuabili facilmente e senza destare sospetti nella normale vita aziendale, può essere utilizzata per costruire un profilo particolareggiato del dipendente e operare delle scelte fondamentali per la sua carriera, sulla base di pregiudizi e altri elementi del tutto estranei alla sua professionalità. Le nuove tecnologie, dunque, accentuano decisamente la possibilità di ledere riservatezza e dignità dei lavoratori. Va visto quindi, con favore l'avvento nel nostro mondo del lavoro di una più aggiornata disciplina della privacy. Una disciplina che però talvolta prevede meccanismi normativi di difficile interpretazione e di ardua applicazione. L'estrema complessità della legge sulla tutela dei dati personali (d.lgs, n. 196/2003) è ben evidenziata dal numero di chiarimenti rilasciato dall'Autorità Garante per la protezione dei dati personali nel primo anno di vigenza. La mancanza di una disciplina ad hoc chiama così a nuova vita le disposizioni dettate nel 1970, dallo Statuto dei lavoratori, in un contesto storico completamente superato ma con riferimento a valori ancora attuali. Dunque la legge sul trattamento dei dati personali, oltre a catalizzare l'attenzione sulle pronunce del Garante, facendo salva l'applicabilità dei principi stabiliti dallo Statuto dei lavoratori, ha riportato in primo piano la precedente giurisprudenza in tema di privacy dei dipendenti. L’analisi verrà condotta richiamando le principali norme in materia, a partire da quelle introdotte dalla legge n. 675/96, e provvedendo quindi ad esaminare la giurisprudenza e le decisioni del Garante della privacy rilevanti ai fini della presente trattazione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/195581
URN:NBN:IT:UNIROMA2-195581