Nel primo capitolo, effettuo una ricognizione, per quanto possibile esaustiva, delle soglie di punibilità che caratterizzano i reati tributari, a partire da una delle prime apparizioni (la grande riforma tributaria generale degli anni settanta) fino alla nuovissima legge di delega per la riforma del sistema penale tributario approvata dal Parlamento il 27 febbraio 2014. Seppur per sommi capi, ne illustro il contesto di riferimento, inquadrando la loro funzione nell’alveo dell’ideologia ispiratrice delle diverse svolte che hanno concorso a plasmare il diritto penale tributario attualmente vigente. Lo scopo dichiarato è quello di mettere in luce la possibile coerenza del fenomeno con le direttrici di politica criminale che il legislatore ha voluto imprimere, a più riprese, al palesato scopo di contenere un’evasione generalizzata e di significativa lesività. Affianco allo sviluppo del dato positivo tributario, un rapido cenno ai più rilevanti esempi di applicazione di valori limite in altri settori del diritto penale, al solo fine di cogliere per analogia utili elementi di riflessione. L’approccio è descrittivo-analitico, funzionale ad una interpretazione principalmente letterale e sussidiariamente sistematica. Antepongo tale parte come ideale premessa al cuore del problema che sviluppo nei capitoli secondo e terzo laddove condivido la tesi che la soglia di punibilità che conforma (e non si appone a) i reati tributari rappresenta un elemento costitutivo del reato. In particolare, nel capitolo secondo, illustro le teorie che spiegano la natura delle soglie premettendo alcuni richiami di teoria generale del reato. Allo scopo, è apparso naturale richiamare gli elementi fondamentali della dogmatica generale, del modo di concepire il reato, poiché le opzioni possibili circa la natura di elementi che ineriscono al medesimo, vuoi per identità di struttura, vuoi per funzione pratica, vanno necessariamente ricercati in quell’ambito sistematico che ripete la costante relazione di inclusione-esclusione in (da) ciò che debba intendersi per reato. In questo senso, un approccio che tenesse conto delle coordinate costituzionali, è apparso imprescindibile. Così, attraverso rivalutazioni di una concezione sostanzialistica del reato sono state gettate le basi per avvicinare il significato della soglia agli elementi che concorrono a definirne la struttura. Nell’indagine volta a chiarire la natura e, di conseguenza, il regime da ascrivere alle soglie, non poteva essere trascurato il pensiero della giurisprudenza. Completano la ricerca alcune considerazioni intorno alle relazioni di sistema, fatte emergere ponendo a confronto le soglie con i più importanti principi di sistema e con gli altri elementi del reato.
Contributo allo studio delle soglie di punibilità nei reati tributari
CONTE - PAPUZZI, LUCA
2014
Abstract
Nel primo capitolo, effettuo una ricognizione, per quanto possibile esaustiva, delle soglie di punibilità che caratterizzano i reati tributari, a partire da una delle prime apparizioni (la grande riforma tributaria generale degli anni settanta) fino alla nuovissima legge di delega per la riforma del sistema penale tributario approvata dal Parlamento il 27 febbraio 2014. Seppur per sommi capi, ne illustro il contesto di riferimento, inquadrando la loro funzione nell’alveo dell’ideologia ispiratrice delle diverse svolte che hanno concorso a plasmare il diritto penale tributario attualmente vigente. Lo scopo dichiarato è quello di mettere in luce la possibile coerenza del fenomeno con le direttrici di politica criminale che il legislatore ha voluto imprimere, a più riprese, al palesato scopo di contenere un’evasione generalizzata e di significativa lesività. Affianco allo sviluppo del dato positivo tributario, un rapido cenno ai più rilevanti esempi di applicazione di valori limite in altri settori del diritto penale, al solo fine di cogliere per analogia utili elementi di riflessione. L’approccio è descrittivo-analitico, funzionale ad una interpretazione principalmente letterale e sussidiariamente sistematica. Antepongo tale parte come ideale premessa al cuore del problema che sviluppo nei capitoli secondo e terzo laddove condivido la tesi che la soglia di punibilità che conforma (e non si appone a) i reati tributari rappresenta un elemento costitutivo del reato. In particolare, nel capitolo secondo, illustro le teorie che spiegano la natura delle soglie premettendo alcuni richiami di teoria generale del reato. Allo scopo, è apparso naturale richiamare gli elementi fondamentali della dogmatica generale, del modo di concepire il reato, poiché le opzioni possibili circa la natura di elementi che ineriscono al medesimo, vuoi per identità di struttura, vuoi per funzione pratica, vanno necessariamente ricercati in quell’ambito sistematico che ripete la costante relazione di inclusione-esclusione in (da) ciò che debba intendersi per reato. In questo senso, un approccio che tenesse conto delle coordinate costituzionali, è apparso imprescindibile. Così, attraverso rivalutazioni di una concezione sostanzialistica del reato sono state gettate le basi per avvicinare il significato della soglia agli elementi che concorrono a definirne la struttura. Nell’indagine volta a chiarire la natura e, di conseguenza, il regime da ascrivere alle soglie, non poteva essere trascurato il pensiero della giurisprudenza. Completano la ricerca alcune considerazioni intorno alle relazioni di sistema, fatte emergere ponendo a confronto le soglie con i più importanti principi di sistema e con gli altri elementi del reato.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/196923
URN:NBN:IT:UNIROMA2-196923