Vi è ancora oggi, nell’ordinamento italiano, l’utilità di una fattispecie dell’impresa agricola? Vi è, in altri termini, ancora oggi e alla luce della riforma dell’impresa agricola operata dai tre decreti legislativi nn. 226, 227 e 228 del 18 maggio 2001, la necessità di continuare a distinguere l’impresa agricola dalla impresa commerciale? Sono questi gli interrogativi di fondo di questo lavoro. L’indagine muove dalla ricerca del proprium della agrarietà. Il risultato cui perviene mette in luce, non senza sorprese, da un lato, la profonda crisi in cui da tempo versava la nozione tradizionale dell’impresa agricola - tutta fondata sulla centralità del fondo -, e, dall’altro, la tendenza dell’ordinamento ad assegnare all’impresa agricola un nuovo ruolo e una nuova funzione. Ne emerge una nuova fattispecie di impresa agricola, fondata sul principio, di derivazione comunitaria, della “agricoltura sostenibile”, nella quale la scelta ordinamentale (desumibile dal complesso sistema di norme, sia interne che comunitarie) di imporre un limite all’esercizio della attività agricola allo scopo di coordinare il fine produttivistico con le istanze di tutela dell’ambiente, finisce per costituire la nuova ratio del favor legis riservato alla materia agricola, che giustifica attualmente il permanere, nell’ambito dell’ordinamento italiano, della fattispecie della impresa agricola.

La Nuova impresa agricola: individuazione della fattispecie

Giuseppe, Zuccaro
2005

Abstract

Vi è ancora oggi, nell’ordinamento italiano, l’utilità di una fattispecie dell’impresa agricola? Vi è, in altri termini, ancora oggi e alla luce della riforma dell’impresa agricola operata dai tre decreti legislativi nn. 226, 227 e 228 del 18 maggio 2001, la necessità di continuare a distinguere l’impresa agricola dalla impresa commerciale? Sono questi gli interrogativi di fondo di questo lavoro. L’indagine muove dalla ricerca del proprium della agrarietà. Il risultato cui perviene mette in luce, non senza sorprese, da un lato, la profonda crisi in cui da tempo versava la nozione tradizionale dell’impresa agricola - tutta fondata sulla centralità del fondo -, e, dall’altro, la tendenza dell’ordinamento ad assegnare all’impresa agricola un nuovo ruolo e una nuova funzione. Ne emerge una nuova fattispecie di impresa agricola, fondata sul principio, di derivazione comunitaria, della “agricoltura sostenibile”, nella quale la scelta ordinamentale (desumibile dal complesso sistema di norme, sia interne che comunitarie) di imporre un limite all’esercizio della attività agricola allo scopo di coordinare il fine produttivistico con le istanze di tutela dell’ambiente, finisce per costituire la nuova ratio del favor legis riservato alla materia agricola, che giustifica attualmente il permanere, nell’ambito dell’ordinamento italiano, della fattispecie della impresa agricola.
10-ago-2005
it
Università degli Studi di Roma "Tor Vergata"
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/201204
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIROMA2-201204