Di fronte al mancato adempimento dell’obbligazione o, più in generale, del fatto lesivo, sorgono per il creditore/danneggiato due potenziali alternative: rimanere fermo davanti alla situazione di danno, oppure far in modo che questa rimanga nei limiti del danno inevitabile. Davanti a queste alternative, certamente, il danneggiato è libero per decidere se agire o meno, ma è legittimo chiedersi se in certa misura la sua attuazione non sia doverosa, o quando meno, se non abbia il bisogno di agire, in modo di no poter trasferire al responsabile per il fatto lesivo i danni che la sua attuazione era in grado di evitare. Questa ultima è la soluzione espressamente accettata da alcuni ordinamenti giuridici, in specifico: ABGB (1811) § 1304; BGB (1900) §254; Codice delle obbligazioni svizzero (1911), art. 44; Codice civile italiano (1942), art. 1227; Codice olandese (1992), art. 6:101; Codice del Quebec (1994), art. 1479; così come Principi UNIDROIT, art. 7.4.8, Principi di diritto europeo dei contratti (PECL), art. 9.505 e la Convenzione di compravendita internazionale (CISG), art. 77. In America Latina, invece, una tale regola non è stata espressamente adottata dalla maggioranza degli ordinamenti (ne fanno eccezione il Peru, Cc. art. 1327, e la Bolivia, Cc. art. 348), in conseguenza, il quesito in anzi proposto rimane essenzialmente senza risposta. In conformità a tale ragionamento, lo scopo principale di questo lavoro di tesi è stato determinare se, di fronte alla mancanza di una regola espressa in materia, negli ordinamenti del Sistema giuridico romanista, più specificamente del Sottosistema latinoamericano, siano o meno risarcibili i CD “danni evitabili”, cioè i danni materialmente attribuibili all’inadempimento del debitore, o più in generale al fatto lesivo, ma che il creditore/danneggiato avrebbe potuto evitare. In altre parole, si tratta di rispondere il quesito se nel Sottosistema giuridico latinoamericano, esiste o meno il dovere del danneggiato di evitare o mitigare il danno. La risposta a questa domanda è stata affermativa. In effetti, si è giunti alla conclusione che il Sistema giuridico romanista riconosce l’esistenza di un dovere (nella sottocategoria di onere) di evitare o mitigare il danno, in grado di operare persino lì dove non è stato sancito con un’apposita norma di legge. Nel stabilire la suddetta conclusione i punti più rilevanti, che a sua volta costituiscono degli spunti originali di questa tesi, sono stati i seguenti: 1) l’origine di tale dovere, individuato nel diritto romano classico, 2) il suo fondamento teorico, cioè la “culpa della vittima”, 3) il suo percorso storico, 4) la sua sopravivenza in America Latina, 5) l’estensione dell’onere fino all’ “sforzo ragionevole”.
Del deber del acreedor de evitar o mitigar el daño
SAN MARTIN NEIRA, LILIAN CECILIA
2010
Abstract
Di fronte al mancato adempimento dell’obbligazione o, più in generale, del fatto lesivo, sorgono per il creditore/danneggiato due potenziali alternative: rimanere fermo davanti alla situazione di danno, oppure far in modo che questa rimanga nei limiti del danno inevitabile. Davanti a queste alternative, certamente, il danneggiato è libero per decidere se agire o meno, ma è legittimo chiedersi se in certa misura la sua attuazione non sia doverosa, o quando meno, se non abbia il bisogno di agire, in modo di no poter trasferire al responsabile per il fatto lesivo i danni che la sua attuazione era in grado di evitare. Questa ultima è la soluzione espressamente accettata da alcuni ordinamenti giuridici, in specifico: ABGB (1811) § 1304; BGB (1900) §254; Codice delle obbligazioni svizzero (1911), art. 44; Codice civile italiano (1942), art. 1227; Codice olandese (1992), art. 6:101; Codice del Quebec (1994), art. 1479; così come Principi UNIDROIT, art. 7.4.8, Principi di diritto europeo dei contratti (PECL), art. 9.505 e la Convenzione di compravendita internazionale (CISG), art. 77. In America Latina, invece, una tale regola non è stata espressamente adottata dalla maggioranza degli ordinamenti (ne fanno eccezione il Peru, Cc. art. 1327, e la Bolivia, Cc. art. 348), in conseguenza, il quesito in anzi proposto rimane essenzialmente senza risposta. In conformità a tale ragionamento, lo scopo principale di questo lavoro di tesi è stato determinare se, di fronte alla mancanza di una regola espressa in materia, negli ordinamenti del Sistema giuridico romanista, più specificamente del Sottosistema latinoamericano, siano o meno risarcibili i CD “danni evitabili”, cioè i danni materialmente attribuibili all’inadempimento del debitore, o più in generale al fatto lesivo, ma che il creditore/danneggiato avrebbe potuto evitare. In altre parole, si tratta di rispondere il quesito se nel Sottosistema giuridico latinoamericano, esiste o meno il dovere del danneggiato di evitare o mitigare il danno. La risposta a questa domanda è stata affermativa. In effetti, si è giunti alla conclusione che il Sistema giuridico romanista riconosce l’esistenza di un dovere (nella sottocategoria di onere) di evitare o mitigare il danno, in grado di operare persino lì dove non è stato sancito con un’apposita norma di legge. Nel stabilire la suddetta conclusione i punti più rilevanti, che a sua volta costituiscono degli spunti originali di questa tesi, sono stati i seguenti: 1) l’origine di tale dovere, individuato nel diritto romano classico, 2) il suo fondamento teorico, cioè la “culpa della vittima”, 3) il suo percorso storico, 4) la sua sopravivenza in America Latina, 5) l’estensione dell’onere fino all’ “sforzo ragionevole”.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/201223
URN:NBN:IT:UNIROMA2-201223